27 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Dentro alla manifestazione

La Francia della «Loi travail» racconta l'Europa del caos, dove regna solo il dio mercato

L’Europa è perduta, un territorio senza senso destinato a collassare sotto i colpi delle sue spinte prive di logica. E le manifestazioni di protesta contro la riforma del lavoro in Francia lo dimostrano bene

PARIGI - La Francia e Parigi raccontano l’Europa del caos, una civiltà decadente avvitata dentro un abisso. Durante la manifestazione del 14 giugno le strade della capitale francese sono state attraversate da furibondi cortei che protestavano contro la cosiddetta «Loi travail». Immagini già viste in Grecia, cortei che dilagano e protestano contro la sinistra del fanatismo mercatista, schiava del senso di colpa post comunista: disposta a sacrificare tutto al nuovo dio «mercato», perfino la storia sacra della Francia, la rivoluzione centrata sulla libertà, l’uguaglianza e la fraternità. Un balzo indietro di oltre due secoli, il ritorno dell’aristocrazia, la fine della borghesia.

I media tacciono perché hanno paura
Parigi a ferro e fuoco, ignorata dai media italiani, che preferiscono glissare su quanto accade al di là del confine. L’umiliante raffronto sul tempo dedicato dai telegiornali alle zuffe tra tifosi di calcio e un paese intero attraversato da tumulti e scioperi, è indicatore di un potere che teme che la rivolta si propaghi nei confini. Così è meglio scrivere pagine e pagine sui russi ubriachi che picchiano gli inglesi, e viceversa, e poche righe sul milione di persone in marcia dentro il cuore dell’Europa. Dimenticando, nelle stesse cronache eccitate, di menzionare l’assidua presenza negli scontri degli immigrati delle banlieux abbandonate dalla Repubblica.

Il grande «no» che coinvolge GB, Spagna e Grecia e altri
Il caos prende la forma di un grande «no» che attraversa l’Europa, coinvolgendo la Gran Bretagna, la Spagna, la Grecia ormai perduta e venduta, tutti coloro che non trovano senso dentro il ventennale percorso dell'Unione europea. Un continente sine senso, senza un percorso, una via, un orizzonte. La Gran Bretagna dei paradisi fiscali che manifesta insieme ai casseur francesi, il caos assoluto; i sindacati italiani che accettano con un sorriso sulle labbra la privatizzazione del sistema pensionistico, mentre il sindacato francese porta milioni di persone in piazza, nello stesso giorno. La Grecia di Tsipras che chiede ai pensionati più poveri di restituire soldi in contanti su ordine della trojka. Elezioni truccate, come in Austria.

Europa, un territorio senza senso destinato al collasso
L’Europa è perduta, un territorio senza senso destinato a collassare sotto i colpi delle sue spinte prive di logica. O forse la logica sta nel caos, ultimo totalitarismo di un continente periodicamente devastato dalla follia fanatica. Il Novecento è sopravvissuto con i suoi peggiori fantasmi, che hanno pienamente recuperato la scena e ora gettano la maschera. La Parigi della manifestazione raccontava tutto questo: gli scontri, i lacrimogeni, le teste rotte, cariche, moltitudini di manifestanti pacifici. Tutto circondato dalla paura del nemico in casa, il terrorismo islamico che vive e prospera nella banlieux demolita dalla crisi economica, e dalla fine dello stato sociale francese. Il tutto affogato nella grottesca felicità della festa del calcio, per altro impossibile da godere per ragioni di ordine pubblico.

L'estetica del «no» in questa Europa del caos e della paura
Dove stiamo andando? Cosa vuole chi si oppone? La risposta per ora è solo un grande «NO». «Sollevati, Parigi» urlavano i manifestanti. Ma Parigi, il suo vastissimo ceto medio, spera ancora che il sistema possa trovare un equilibrio. In molti ancora non hanno capito che sono nel centro del mirino. Questa è l’Europa del caos e della paura. Paura del lavoro che scappa, paura dei debiti, paura della pensione in mano alle banche, paura degli hoolingans, paura del vicino di casa immigrato, paura del terrorismo, perfino paura che un voto democratico – la Brexit – possa scatenare reazioni finanziarie violente che divorano i risparmi di una vita investiti. L’estetica del «no» prende forme distorte, immaginifiche, surreali. Le idee novecentesche opposte si ritrovano nelle stesse vie, senza bandiere e con sguardi sospettosi. Uomini e donne che non si sarebbero neanche guardati fin a pochi anni fa ora rientrano dentro la stessa cornice. Senza una proposta precisa, senza uno scopo, consapevoli solo del fatto che il processo in corso è distruttivo per tutti.

Resta solo l'adorazione del mercato
Le ideologie sono morte, le religioni sono morte, rimane solo l’adorazione del mercato. «Nazione», per non parlare di «patria», «stato sociale», «politica», sono diventate parole impronunciabili. Anche la parole più sacre sono state sconvolte. «Libertà» per Hollande, e tutta la sinistra europea, significa «Libertà del capitale di fare ciò che vuole.» «Uguaglianza» è diventato «tutti poveri nella stessa misura, tranne alcuni ricchissimi.» «Fraternità» direttamente cancellata, retaggio cristiano che la nuova religione mercatista mal tollera. Il grande caos avanza travolgendo ogni cosa.