25 aprile 2024
Aggiornato 02:30
La crisi greca

Documento tedesco: ipotesi Grexit per 5 anni

I falchi del governo tedesco guidati dal ministro delle Finanze Wolfang Schaeuble continuano a non fidarsi del presidente greco Alexis Tsipras e durante la riunione dell'Ecofin hanno proposto di sospendere temporaneamente la Grecia dall'Eurogruppo per permettere ad Atene di ristrutturare il proprio debito. L'indiscrezione è stata diffusa dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine.

BRUXELLES (askanews) - Corsa in salita e con tanto di ostacoli, quella su cui sono impegnati i ministri delle Finanze dell'Eurogruppo, ad un vertice ritenuto decisivo sul futuro della Grecia. Le proposte avanzate da Atene, su risanamento dei conti e riforme da portare avanti in parallelo ad un nuovo piano di aiuti, il terzo che viene richiesto dai greci, hanno trovato una accoglienza moderatamente incoraggiante dalle istituzioni, ma più tiepida dai ministri. Se non fredda in alcuni casi, come «il solito» Wolfgang Schaeuble.

Proposta indecente
Attorno alla linea intransigente del ministro tedesco si è poi creato un giallo, quando l'edizione domenicale del Frankfurter Allgemeine ha riferito di una sorta di «proposta indecente»: far uscire la Grecia dall'euro per 5 anni, e intanto farle ristrutturare il debito mentre riceverebbe «aiuti umanitari». In realtà si trattava di un documento interno del governo tedesco, non di una proposta, e recava due ipotesi: una che vedeva la Grecia migliorare in maniera soddisfacente i suoi impegni e blindare i suoi creditori creando un fondo fiduciario tramite in proventi di privatizzazioni da 50 miliardi di euro. Ma da qualche parte Berlino lo ha fatto filtrare.
«Penso che sarà una riunione piuttosto difficile: sui contenuti e ancor più sulla fiducia», ha sintetizzato il presidente dell'Eurogruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem. Ad ogni modo, al di là del grado di benevolenza con cui questo o quel ministro possono commentare la questione, in realtà quel che conta è che al momento la partita resta aperta. In altri termini, la proposta greca non è stata ritenuta tale da essere respinta, aprendo così uno scenario estremo di possibile fuorisciuta del Paese dall'euro. Ma questo non significa nemmeno scampato pericolo.

Debito pubblico insostenibile
A non aiutare la trattative ci sarebbe anche la stima delle istituzioni sull'ammontare di finanziamenti di cui avrebbe bisogno la Grecia con il piano prospettato: ben 74 miliardi di euro. Anche a causa della gigantesca ricapitalizzaizone, ben 25 miliardi, che bisognerebbe effettuare sulle banche dopo la fuga di capitali e depositi seguita all'avvento del governo Syriza. Il tutto non farebbe che appesantire un debito pubblico della Grecia che molti ritengono già insostenibile. E sempre «la solita» Germania si opporrebbe all'idea avanzata dal Fmi di raddoppiare i tempi di scadenza dei prestiti già erogati ai greci, da 30 a 60 proprio per rendere il fardello più gestibile.
«Stiamo per iniziare una riunione che si preannuncia lunga, comunque c'è spririto costruttivo. Ricordo una cosa che forse non è chiara - ha affermato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan - noi non siamo qui per chiudere un negoziato stasera, ma per verificare se ci sono le condizioni per iniziare un negoziato importante visto che si parla di un programma Esm di medio termine, che è molto impegnativo. Il cammino non è facilissimo ma ce la metteremo tutta». Lo spagnolo Luis de Guindos si è detto «ottimista» che con le nuove proposte «la Grexit non si verificherà».

Berlino vuole rimettere tutti in riga
Intanto l'ex ministro Yanis Varoufakis: dal suo profilo su Twitter ha rilanciato il link all'articolo sulla «proposta» di Scaheuble. «Merita di essere letto in parallelo al mio articolo sul Guardian», ha affermato. Il riferimento è ad un articolo in cui lo stesso Varoufakis accusava l'atteggiamento intransigente di Berlino di essere un mezzo indiretto che, provocando l'uscita greca dalla valuta condivisa, sarebbe servito a creare un caso esemplare e uno spauracchio contro la Francia o altri paesi eventualmente indisciplinati nel rispetto delle regole Ue sui conti. Un modo per «rimettere tutti in riga», a spese dei greci.