12 dicembre 2024
Aggiornato 16:00
Crisi Mps

Mps recupera in Borsa. Ma i sindacati scrivono al presidente Mattarella

Il titolo di Mps recupera a Piazza Affari dopo il tonfo di ieri. I titoli bancari, però, continuano a risentire dell'incertezza pre-voto. Intanto, i sindacati aziendali del Monte Paschi hanno inviato una lettera aperta al presidente della Repubblica

ROMA – Mps recupera e vola in Borsa dopo il tonfo di ieri. A Piazza Affari è proprio il titolo del Monte Paschi a trainare la ripresa delle banche italiane. Le Borse europee, tuttavia, aprono in calo stamani dopo il discorso del governatore centrale, Mario Draghi, davanti al Parlamento europeo e a causa dell'incertezza legata all'imminente referendum costituzionale. I sindacati aziendali del Monte Paschi, intanto, preoccupati per i ripetuti accostamenti da parte di molti media del destino delle banche italiane al verdetto referendario, hanno inviato una lettera aperta al presidente della Repubblica.

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Mps recupera dopo il tonfo di ieri
Mps recupera e vola in Borsa dopo il tonfo di ieri. A fine giornata aveva infatti chiuso le contrattazioni cedendo il 13,8%. Ma oggi è un altro giorno per la banca senese, che – dopo una sospensione per eccesso di volatilità – vanta un +4%. Le Borse europee, però, aprono in calo stamani dopo il discorso del governatore centrale, Mario Draghi, davanti al Parlamento europeo e a causa dell'incertezza legata all'imminente referendum costituzionale che si svolgerà in Italia il 4 dicembre. I sindacati aziendali del Monte Paschi, intanto, preoccupati per i reiterati accostamenti da parte di molti media nazionali e internazionali (vedi ultimi articoli del Financial Times) del destino delle banche italiane al verdetto referendario, hanno inviato una lettera aperta al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

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I sindacati aziendali del Monte scrivono a Mattarella
«Il Paese - si legge nella lettera inviata congiuntamente da i coordinamenti aziendali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Sinfub, Ugl Credito, Uilca, Unità Sindacale - è da mesi coinvolto in una campagna elettorale lunghissima ed estenuante sul cui esito non intendiamo esprimerci. Siamo convinti, a prescindere dalle rispettive posizioni sul merito, della piena legittimità delle posizioni in campo e che la scelta sarà il frutto della maturazione di una libera consapevolezza». Ma quello che i sindacati «non possono tollerare» è l'utilizzo di argomenti «che nulla hanno a che vedere con il merito della materia referendaria».

Il destino delle banche è indipendente dal dibattito referendario?
Inserire nel dibattito elettorale, da parte di ambienti finanziari internazionali e quasi sempre con intenti meramente speculativi, paure riguardanti fallimenti di banche e messa in discussione di posti di lavoro - sottolineano i sindacati nella lettera - «è inaccettabile e assolutamente fuorviante». E inoltre, come se non bastasse, può causare danni rilevanti alla tenuta del sistema bancario e all'economia nazionale. «Riteniamo che il Governo e le Autorità di Vigilanza debbano prontamente intervenire per riportare il dibattito nel suo alveo naturale» e per scongiurare i danni che tali politiche di destabilizzazione finanziaria ed economica arrecano ed arrecheranno «ben oltre l'esito della consultazione referendaria». Su tali materie occorre infatti che prevalgano il senso dello Stato e la difesa degli interessi nazionali.