Bce, prosegue lo shopping di Draghi sui corporate bond. Ma potrebbe innescare una bolla speculativa
Mentre proseguono le manovre espansive della BCE, i primi dati sul super QE raccontano di 13,2 miliardi di titoli societari già acquistati. Ma alcuni analisti temono l'arrivo di una bolla speculativa.
ROMA - Ecco i primi dati sul super QE di Mario Draghi. Lo studio pubblicato dall'Eurotower considera l'acquisto dei corporate bond realizzato dalla BCE dall'8 giugno al 15 luglio scorso per un ammontare complessivo di obbligazioni societarie pari a 10,4 miliardi di euro. E' il primo bilancio della terza fase del quantitative easing. Lo shopping di Francoforte sembra esser riuscito ad abbassare i tassi di interesse per le grandi imprese che si finanziano sul mercato. Ma alcune criticità emergono all'orizzonte.
I primi dati sul super QE
I primi numeri sulla terza fase del QE sono stati pubblicati dall'Eurotower. Nel periodo compreso tra l'8 giugno e il 15 luglio scorso, lo shopping di titoli societari da parte della BCE ha interessato 458 obbligazioni di 175 differenti emittenti. Il 58% degli acquisti sono stati fatti con tagli inferiori ai 10 milioni di euro, il 34% per tagli da 10 a 50 milioni e solo l'8% con tagli superiori ai 50 milioni. Con il super QE, Francoforte sta aumentando ulteriormente gli sforzi per stimolare l'economia dell'Eurozona e combattere l'inflazione, ma alcune criticità relative all'operazione emergono all'orizzonte.
La distribuzione degli acquisti
Gli acquisti riguardano una vasta gamma di bond societari, i cui rendimenti, al momento dell'acquisto, erano compresi nell'intervallo +3% e -0,30%, con circa il 20% di rendimenti negativi, ma superiori al tasso di esclusione rappresentato dagli interessi overnight sulla deposit facility attualmente a -0,40%. Il rating delle obbligazioni in questione è compreso tra AA e BBB-. Il 7% degli acquisti è stato fatto sul mercato primario e il 93% restante su quello secondario. Per quanto riguarda la distribuzione settoriale, il 28% dei bond acquistati è stato emesso da aziende operanti nei beni di consumo, il 22% dalle utility, l'11% dalle telecomunicazioni, il 9% dalle imprese industriali e il 30% da altri settori.
I rendimenti dei corporate bond
Lo studio dell'Eurotower ha esaminato anche l'impatto sui rendimenti dei corporate bond dal momento dell'annuncio del programma (era il 10 marzo 2016) al 24 marzo scorso, in relazione allo spread di tasso rispetto alle attività senza rischio (i titoli di Stato). I risultati parlano chiaro e fanno emergere alcune criticità legate al livellamento verso il basso dei rendimenti: lo spread corporate-Treasury è sceso di 16 punti base, di cui 11 attribuibili all'annuncio del programma. Altri effetti collaterali sono sopraggiunti sul segmento corporate ad alto rendimento, che ha visto scendere lo spread di 25 punti base.
Il rischio di una bolla speculativa
E si è ridotto di 5 punti base anche lo spread sulle obbligazioni bancarie, fuori dal perimetro dello shopping, e quello sulle obbligazioni delle assicurazioni che, invece, sono incluse nel perimetro. Come sottolinea Elena Filippi su Milano Finanza, con il super QE la Banca centrale europea sembra essere riuscita nell'intento di abbassare i tassi di interesse per le grandi imprese che si finanziano sul mercato, ma «rischia di contribuire all'innesco di una bolla speculativa».
13,2 miliardi di titoli societari già acquistati
Lo shopping di Francoforte, infatti, potrebbe «spingere eccessivamente verso il basso i rendimenti» in questione con il risultato di alterare in maniera significativa la loro capacità di riflettere correttamente i rischi di default. Il maxi programma di acquisto di titoli governativi e societari scadrà a marzo 2017. Ad oggi il totale dei corporate bond acquistati fino al 29 luglio (è l'ultimo dato disponibile), è arrivato a quota 13,2 miliardi. Ma probabilmente la BCE rallenterà nei prossimi mesi il ritmo delle sue acquisizioni per limitare gli effetti collaterali dell'operazione in atto.
L'obiettivo delle manovre espansive della BCE
E questo nonostante il fatto che gli obiettivi della manovra monetaria espansiva non siano ancora stati raggiunti. Il piano di acquisto delle obbligazioni societarie risponde alla necessità di amplificare ulteriormente gli effetti delle politiche espansive intraprese dal governatore Draghi per raggiungere uno degli obiettivi della BCE, quello di garantire la stabilità dei prezzi avvicinandosi a un livello di inflazione considerato «di equilibrio», vicino al 2%. L'Eurozona, però, è ancora lontana da questo traguardo. A proposito di criticità, vale inoltre la pena ricordare un altro aspetto rilevante del super QE.
Un regalo alle imprese americane
Come avevamo già avuto modo di argomentare un paio di mesi fa, il piano di acquisto di bond societari da parte della BCE potrebbe garantire a molte imprese americane la possibilità di indebitarsi a basso costo, assicurando un ritorno positivo all'economia statunitense. Infatti, Francoforte può acquistare anche le obbligazioni societarie incorporate nell'area euro, ma con capogruppo fuori dall'UE, cioè extra-comunitarie: è il caso delle emittenti statunitensi, che raggiungono circa il 30% del mercato dei corporate bond dell'Eurozona con rating investment grade (quello necessario per aderire al super QE). Questo significa che una parte dei soldi dell'UE potrebbe aver già varcato i confini comunitari per finanziare imprese straniere, soprattutto americane, col rischio di penalizzare ulteriormente le imprese nostrane già duramente provate dalla concorrenza con le multinazionali statunitensi.
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