Addio a Kofi Annan: dal genocidio in Rwanda alla guerra in Bosnia allo scandalo Oli for food, una vita nell'Onu
L'ex segretario generale delle Nazioni Unite e Premio Nobel per la pace, Kofi Annan, è morto all'età di 80 anni in Svizzera
L'ex segretario generale delle Nazioni Unite e Premio Nobel per la pace, Kofi Annan, è morto all'età di 80 anni in Svizzera
L'ex generale delle forze croate di Bosnia, Slobodan Praljak è morto in un ospedale dell’Aia dopo aver ingerito del veleno in un’aula del Tpi dell’Aia
Cosa sta accadendo nelle nostre metropoli che hanno ricevuto, come in guerra, la consegna dell’ottimismo e del sorriso? Stanno cominciando a manifestarsi i primi segnali della guerra civile di tipo balcanico. Un processo che in Europa dovremmo conoscere molto bene
Dopo un marzo non rigido, con temperature di 3-4 gradi superiori alla media, gli abitanti di Sarajevo si sono svegliati in una città imbiancata
Le apparizioni della Madonna? Una bufala. «La Madonna non è mai apparsa», così il vescovo di Mostar su una vicenda che per anni ha tenuto banco in tutto il mondo e convinto milioni di fedeli a recarsi in pellegrinaggio, e creato un enorme giro d’affari
Deriso dai media, che per anni hanno appoggiato la disastrosa politica democratica, il presidente statunitense propone uno slogan che non piace a molti. In primis a israeliani e palestinesi
Il procuratore del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia ha chiesto l'ergastolo per l'ex comandante militare serbo Ratko Mladic, tristemente noto come «il macellaio di Bosnia»
Una personalità a dir poco complessa: dalla passione per la poesia agli studi in psichiatria, ecco chi è l'uomo responsabile del massacro di migliaia di civili innocenti
Radovan Karadzic è stato giudicato colpevole di genocidio dalla Corte Penale Internazionale dell'Aia per il massacro del 1995, sui cui pesano ancora moltissime ombre
A condannare l'ex leader serbo-bosniaco per genocidio, di fronte alla giustizia e alla storia, è stato il tribunale internazionale dell'Aja che lo ha giudicato colpevole anche per altri nove capi di imputazione, fra cui omicidio, attacchi illegali ai civili, violazione delle leggi di guerra e crimini contro l'umanità.
Il ciclo di appuntamenti dedicati al mondo del viaggio e dell'approfondimento culturale presenta il video-racconto ‘Bosnia, tre ponti e tante storie’
Alcuni partecipanti alla commemorazione hanno lanciato pietre contro il premier serbo Aleksandar Vucic, costringendolo a lasciare il luogo della cerimonia. Belgrado ha parlato di un «attacco alla Serbia» ed ha inviato una nota ufficiale di protesta alle autorità di Bosnia chiedendo una «condanna pubblica» per quello che ha definito «un tentativo di assassinio».
Nonostante alcune iniziative culturali comuni infatti - un coro musicale, un gruppo rock - ogni mese di luglio, nell'anniversario della strage torna a riaffiorare il ricordo della strage, costata la vita a 8mila uomini e adolescenti musulmani massacrati dalle forze serbo-bosniache.
Sono trascorsi 20 anni da quando le forze serbo-bosniache entrarono nell'enclave di Srebrenica, designata «zona protetta» dalle Nazioni Unite, e passarono sommariamente per le armi migliaia di uomini e ragazzi musulmano-bosniaci. La sorte di oltre 1000 di essi rimane ancora sconosciuta.
La chiamavano la «Gerusalemme d’Europa», una speranza e insieme un destino nel nome. Già in aereo, poco dopo il decollo da Roma, Francesco spiega ai giornalisti: «Sarajevo ho sofferto tanto nella storia e adesso è in un bel cammino di pace. È per parlare di questo che faccio il viaggio, come segno di pace e preghiera di pace».
La polizia bosniaca ha arrestato 11 persone nella parte serba del suo territorio col sospetto che stessero organizzando «atti terroristici», una settimana dopo un attacco mortale jihadista contro una stazione di polizia.
La polizia bosniaca ha arrestato un uomo in connessione al presunto attaco islamista contro una stazione di polizia nella quale è stato ucciso un poliziotto e due altri sono stati feriti. Si tratterebbe di un islamista che ha combattuto in Siria.
Un poliziotto è stato ucciso ieri sera a colpi di arma da fuoco e due colleghi sono stati feriti da Zvornik, in Bosnia, da un uomo che ha aperto il fuoco nel locale commissariato al grido di «Allah Akbar». Le autorità serbe locali denunciano «un atto terrorista»