29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Parole tinte di giallo quelle del numero 46

Che cosa ha in serbo Valentino Rossi? «Ho scoperto il segreto di Vinales»

Prima ancora di scendere in pista, il Dottore comincia in conferenza stampa la sua guerra psicologica con il nuovo compagno di squadra. Nei test pre-campionato sarà anche apparso in difficoltà, ma si vuole giocare tutte le sue armi mentali.

Maverick Vinales e Valentino Rossi fianco a fianco in conferenza stampa
Maverick Vinales e Valentino Rossi fianco a fianco in conferenza stampa Foto: MotoGP

DOHA – I test sono una cosa, le gare un'altra. Lo sa bene Valentino Rossi, uno che di agonismo si nutre, uno che più che le infinite sessioni di collaudo invernali ama il corpo a corpo, i confronti diretti, le sfide in pista. Per vincere le quali, anche a 38 anni suonati, è pronto a giocarsi qualsiasi carta, a partire da quelle della psicologia. «Maverick apre il gas prima di me e frena dopo – ha analizzato ieri nella prima conferenza stampa della stagione – Riesce a fare le curve più veloci. In realtà i motivi li conosco, ma non voglio rivelarli...». Lo scontro è servito, e Top Gun è avvisato: il Dottore gli riserverà lo stesso trattamento a cui sono stati sottoposti, uno dopo l'altro, tutti i suoi compagni di squadra. Qualcuno, come Jorge Lorenzo, è riuscito a sopravvivere, per quanto con fatica. Ma Maverick Vinales, al ruolo di favorito che si è cucito addosso con i test pre-campionato, alla pressione della lotta per il titolo, all'impossibilità di sbagliare lungo tutto l'arco di una stagione, non è ancora abituato. E il fenomeno di Tavullia sembra voler giocare proprio su questo: «Lui vuole dimostrare di poter vincere, è molto giovane e forte e ha trovato in Ramon Forcada (il suo capotecnico, ndr) e negli altri una squadra forte ed esperta – prosegue Vale – Come la mia, del resto. Quando Lorenzo è andato via e la Yamaha ha preso Vinales, ho pensato: 'Questo è forte', ma non pensavo così veloce dall’inizio. Anche Lorenzo era fortissimissimo, ma questa è stata una sorpresa».

Quante incognite
Il bastone e la carota. I complimenti e gli avvertimenti. Tu vai forte, ma io ho capito il tuo segreto. Il numero 46 conosce alla perfezione la potenza del suo arsenale mentale, che ha affinato nel corso delle sue ventidue stagioni nel Motomondiale. Lo sa e in fondo ci spera anche un po', visto che in pista, nei mesi scorsi, le cose non sono andate benissimo: «Perché fatico tanto? Se lo sapessi... – ammette Rossi – L’inverno è andato abbastanza male e siamo un po’ preoccupati. Bisogna vedere se riusciremo a essere abbastanza competitivi, tanti sono stati velocissimi, Vinales e Marquez sono risultati i più tosti, poi ci sono le Ducati, Pedrosa. La nuova Yamaha ha bisogno di assetti diversi, Maverick arriva da un’altra moto e sia lui sia la sua squadra l’hanno interpretata subito meglio, mentre io devo metterla a posto per provare a lottare con il secondo gruppo. Però da quando sono tornato in Yamaha io non ho mai iniziato una stagione per vincere il Mondiale, il mio obiettivo sono sempre state le vittorie di gare e i podi. Lo stesso vale quest’anno. L'obiettivo è lavorare per rimanere nelle prime cinque o sei posizioni». Eppure chi ci crede davvero ad un Valentino che, dopo un terzo e tre secondi posti iridati consecutivi, non sarà in lotta per il Mondiale anche quest'anno? Forse anche queste parole fanno parte della strategia che ha studiato a tavolino: abbassare le aspettative per poter colpire a sorpresa. Del resto è stato lo stesso Vinales, nei giorni scorsi, a farsi sfuggire che il suo nuovo compagno di squadra ha qualche asso nella manica che ancora non ha calato sul tavolo, e che lo preoccupa. Non avrà più l'esplosività e la forma fisica di un ragazzino, ma il nove volte iridato ha ancora dalla sua parte il vantaggio dell'aggressività, della voglia di vincere, dell'esperienza e della furbizia. Guai a darlo per sconfitto prima del tempo, perfino quest'anno. Anche se il 2017 di Valentino Rossi è forse la sua stagione più difficile da pronosticare di sempre.