27 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Calcio - Serie A

E ora questo Milan fa paura

La vittoria dell’Olimpico regala una nuova protagonista al campionato. È il Milan di Cerci, Alex, Donnarumma e Montolivo, ma è soprattutto la squadra di Sinisa Mihajlovic, l’uomo capace di regalare finalmente un’anima vincente ad un gruppo immalinconito da troppe stagioni fallimentari.

L'allenatore del Milan, Sinisa Mihajlovic
L'allenatore del Milan, Sinisa Mihajlovic Foto: ANSA

MILANO - Tutto in una notte. Sono bastati 90 minuti, giocati finalmente da squadra, per espugnare il bunker della Lazio (reduce da otto vittorie interne consecutive), dare un segnale forte al campionato, ritrovare fiducia e consapevolezza nei propri mezzi e far tornare a sorridere la sconfortata tifoseria rossonera. In sintesi, è bastata una notte da grande Milan per cambiare radicalmente le prospettive di stagione per la squadra di Sinisa Mihajlovic.
Ora la vetta della classifica dista 5 punti e il terzo posto, occupato attualmente dalla Roma e indispensabile per accedere quanto meno ai playoff di Champions League, è lì ad appena 4 passi. Un’inezia in confronto agli scenari inquietanti che si stavano delineando prima delle ultime tre giornate.

Tre successi consecutivi

Il tris di vittorie conquistato dai rossoneri in appena 8 giorni, complice il turno infrasettimanale di campionato, ha avuto il potere di modificare completamente la percezione del Milan, da parte degli avversari. Adesso i ragazzi di Mihajlovic non appaiono più come un manipolo scombiccherato di presunti fenomeni, incapace di dare un senso al proprio gioco e perennemente nel panico, ma rappresentano una minaccia inquietante per tutte le più accreditate rivali alla conquista di un posto Champions.

Il rilancio dei campioni dimenticati

Il match dell’Olimpico, dominato in lungo e in largo davanti ad una sparuta, quanto rumorosa ed entusiasta, rappresentanza di tifosi milanisti, ha consegnato al campionato una squadra ritrovata. Merito indubbiamente del tecnico serbo, accusato spesso e volentieri finora di non aver saputo dare una propria identità a questo Milan, ma abile nel non disperdere energie in futili polemiche e garantire con il duro lavoro del campo una quadratura concreta alla sua squadra, impensabile fino ad otto giorni fa.
Il merito più grande di Mihajlovic però è stato quello di puntare forte su alcuni elementi ritenuti originariamente inadeguati ed adesso rivelatisi indispensabili per la crescita compatta della squadra: in primis il centrale brasiliano Alex (ieri uscito in barella dopo aver ricevuto un colpo fortuito alla testa, ma la Tac ha escluso complicazione), grazie al quale anche il pezzo pregiato della difesa rossonera - Alessio Romagnoli - ha ritrovato energia e autorevolezza, e soprattutto Alessio Cerci, oggetto misterioso nel suo primo anno a Milanello, e adesso elemento imprescindibile della nuova rivoluzione milanista.

Il messaggio lanciato con Donnarumma

Senza dimenticare il piccolo fenomeno Gianluigi Donnarumma, il baby prodigio rossonero, classe 1999, descritto da tutti come il portiere del futuro del Milan e della Nazionale, ma considerato ancora troppo acerbo per certi palcoscenici. Mihajlovic ha puntato forte su di lui, mettendosi contro uno dei mammasantissima dello spogliatoio di Milanello, quel Diego Lopez ex Real Madrid che non ha affatto gradito l’esclusione. In questo modo però, l'allenatore serbo ha indubbiamente mandato un segnale forte ai suoi calciatori: in questa squadra non si fanno sconti a nessuno, chi merita gioca, chi sbaglia resta fuori. E non c’è curriculum, per quanto prestigioso, che tenga.
Certo, il rischio è stato - e probabilmente è ancora - molto elevato. Se l’operazione Donnarumma per qualche ragione fosse fallita, il tecnico serbo si sarebbe ritrovato con due portieri ko. Ma Gigio sta dimostrando, oltre alla sue indiscutibili qualità tecniche ed un insospettato potere beneugurante (tre vittorie consecutive da quando è lui il titolare), di avere spalle larghe ed una personalità non comune. I tifosi rossoneri possono dormire sonni tranquilli.

Montolivo, anima del nuovo Milan

Il vero uomo immagine di questo Milan però è un altro, criticato senza pietà dalla gran parte del popolo milanista per una fascia di capitano ottenuta senza la necessaria militanza in rossonero, non si è mai abbattuto e adesso è l’anima della rinascita della squadra. Si tratta di Riccardo Montolivo, giudicato frettolosamente da chi non lo conosce (e non lo ama) uomo senza grinta e personalità, ma capace di ritrovarsi primo nella classifica della serie A per il maggior numero di palloni recuperati: 42, dopo la decima giornata. Alla faccia di chi lo ha sempre dipinto come un debole.
Il tutto senza rinunciare alla creatività e alla capacità indiscutibile di leggere il gioco, far circolare rapidamente la palla e guidare il centrocampo del Milan con carisma e autorevolezza. Le speranze di un rilancio rossonero oggi passano tutte dal ritorno in grande stile del suo capitano, con buona pace di chi ne avrebbe voluto ardentemente il prepensionamento.