Milan, radiografia di un fallimento
Mentre l’ex rossonero Vierchowod assolve Mihajlovic («Nemmeno Mourinho potrebbe fare di più con questa rosa») e attacca pesantemente Galliani, emergono tutte le responsabilità dei due principali indiziati. Al Milan però a rischiare il posto sembra essere sempre e solo l’allenatore.
MILANO - È sempre il campo a mettere a nudo i limiti di una squadra. Di tante massime che girano nel mondo del calcio, questa sembra la più attuale per descrivere il momento catatonico del misero Milan targato MIhajlovic. In tanti già dalla fine di agosto avevano evidenziato come in questa rosa ci fossero più buchi che in una forma di groviera. Eppure l’amministratore delegato rossonero, dall’alto della sua trentennale esperienza nel mondo del calcio, insisteva nel ribadire che la rosa del Milan era più che competitiva.
Poi purtroppo sono arrivate le partite e la resa dei conti è stata inevitabile.
La rivincita di non-evoluti e occasionali
Così tutti coloro che, alla luce di un mercato sconsiderato, avevano azzardato previsioni pessimistiche e che nel frattempo sono stati etichettati nei peggiori modi possibili (gufi, non evoluti, occasionali, e via discorrendo) ora hanno riacquistato il diritto di parola, mentre gli entusiasti a prescindere, quelli abituati ad applaudire ogni nefandezza commessa dalla dirigenza oggi iniziano a ricredersi. E Galliani non ride più.
Vierchowod: «La colpa è di chi ha costruito la squadra»
Nella giornata di oggi un altro grande ex rossonero, Pietro Vierchowod, ha manifestato senza alcuna remora di carattere dialettico, tutte le sue perplessità sul Milan: «Il vero problema rossonero non è l'allenatore, ma i giocatori e come è stata costruita la squadra. Non si può acquistare qualcuno solo perchè è il giocatore del momento. Il mercato si fa muovendosi con criterio e andando a prendere giocatori funzionali alla squadra. In difesa manca un leader che sappia guidare la squadra, mentre a centrocampo non c’è un regista capace di costruire il gioco della squadra. È inutile continuare a fare incetta di punte ed attaccanti esterni se poi ti mancano i giocatori in queste due ruoli chiave».
Quando si dice parlare chiaro, senza peli sulla lingua. Il vecchio Pietro in un colpo solo ha tirato una ciambella di salvataggio a Sinisa Mihajlovic («Neanche se ci fosse Mourinho o il miglior allenatore sulla terra riuscirebbe ad ottenere risultati al Milan. La rosa ha dei grossi limiti, si può cambiare sistema, modulo, ma i giocatori sono questi») e nello stesso tempo ha colpito e affondato Adriano Galliani, secondo l’ex centrale di Milan, Roma e Sampdoria, l’unico vero responsabile della crisi rossonera.
Mihajlovic colpevole tanto quanto Galliani
Chi ci legge abitualmente sa che invece a nostro avviso anche il nuovo allenatore ha delle concrete responsabilità nell’ennesimo fallimento milanista. È stato lui ad aver avallato questo scempio sul mercato: ha detto si al folle rinnovo a Nigel De Jong e all’acquisto di Bertolacci e Kucka anziché un regista di ruolo; ha voluto a tutti i costi Romagnoli senza pretendere un altro centrale di esperienza e personalità da affiancargli, dando magari il benservito a tutta la truppa di centrali di stanza a Milanello (Zapata, Alex, Mexes, Ely); e per finire ha scelto di riaccogliere a braccia aperte il figliuol prodigo Balotelli senza rendersi conto che con la sua sola presenza avrebbe distrutto l’unica cosa decente che era stato in grado di mettere a punto fino a quel momento, l’intesa della coppia Bacca-Luiz Adriano.
L’unico che rischia è il tecnico
Ma la responsabilità più grossa che ci sentiamo di addebitare a Mihajlovic è quella di non essere stato capace di regalare alla squadra il carisma, la personalità e il carattere che tutti gli riconoscono e di essere stato risucchiato nel gorgo dell’insicurezza che ormai cattura chiunque appena varcati i cancelli di Milanello.
Ed è questa la ragione principale del disfacimento della squadra appena in campo accade qualcosa di destabilizzante, un gol subito (come a Genova o contro il Napoli) o anche un gol fatto (come a Torino).
Oggi Mihajlovic è seriamente a rischio, anche se - come dice Vierchowod - forse nemmeno Mourinho riuscirebbe nell’impresa di risollevare questo Milan. Probabilmente ci vorrebbe uno psicologo, o forse una dirigenza nuova di zecca. Allora si che si potrebbe seriamente pensare ad una rinascita di quello che nemmeno un paio di anni fa era ancora considerato il club più titolato al mondo.
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