Milan, grandi manovre in attacco: Ibra in, Menez e Mastour out
Oltre a monitorare continuamente la situazione legata al difensore Romagnoli, Adriano Galliani è al lavoro per trovare un equilibrio al reparto offensivo del Milan, attualmente decisamente in sovrannumero. Sono ben nove gli attaccanti a disposizione di Mihajlovic e manca ancora la ciliegina sulla torta di fine mercato: Zlatan Ibrahimovic.
MILANO - Ormai anche i tifosi del Milan l’hanno capito: inutile spulciare quotidianamente giornali, notiziari e siti internet in cerca di notizie sul ritorno di Ibrahimovic in rossonero. Che lo svedese farà parte della nuova banda Mihajlovic è convinzione quasi diffusa, come la certezza che l’operazione non vedrà il lieto fine prima della fine del mercato. Quindi tanto vale mettersi comodi, aspettare pazienti e intanto seguire gli sviluppi di un altro mercato fondamentale per il futuro del Milan, quello in uscita.
Abbiamo più volte sottolineato quanto sia sproporzionato, per tipologia e dimensioni, il reparto offensivo rossonero, già alleggerito dalle presenze ingombranti di Destro, Pazzini e soprattutto El Shaarawy, ma ancora in evidentissimo sovrannumero grazie anche i nuovi acquisti Bacca e Luiz Adriano.
Facciamo il punto della situazione analizzando il borsino degli attaccanti rossoneri, tra quelli destinati a lasciare Milanello e quelli su cui invece il nuovo tecnico Mihajlovic vorrà puntare per rilanciare in grande stile il club di via Aldo Rossi.
Quotazioni in rialzo per Niang e Suso
L’unico che al momento sembra assolutamente fuori dai complicati intrecci di mercato è M'Baye Niang, giocatore completamente rigenerato dalla cura Gasperini a Genova e ansioso di affermarsi con la maglia del Milan. L’allenatore serbo sembra aver individuato nel giovane francese (classe ’94) la prima alternativa credibile ai due nuovi centravanti in rosa, Bacca e Luiz Adriano, auspicando magari una sua ulteriore crescita, soprattutto quanto a concretezza sotto porta.
Un altro giovanotto che continua a scalare posizioni, allenamento dopo allenamento, amichevole dopo amichevole, è lo spagnolo Suso, classe ’93. Considerato fino a qualche giorno fa il primo nome da sacrificare sull’altare della rinascita, l’ex Liverpool è invece entrato nelle grazie di Mihajlovic grazie al lavoro, all’impegno e ad una sfacciata intraprendenza.
Difficile conferma per Cerci e Mastour
Situazione ben diversa rispetto a quella di altri due attaccanti rossoneri, Alessio Cerci e Hachim Mastour. Il primo è ancora legato al Milan grazie al prestito biennale concordato con l’Atletico Madrid lo scorso gennaio (quindi, nel caso di eventuale cessione, Galliani dovrebbe chiedere l’autorizzazione al club spagnolo) ma l’esterno di Velletri non rientra nei piani del nuovo tecnico rossonero.
Più o meno lo stesso destino che pare aver coinvolto Hachim Mastour, idolo dei tifosi rossoneri e autentico re dei social network. Il talento italo-marocchino, classe ’98, almeno finora non sembra aver fatto particolarmente colpo sul tecnico serbo, che peraltro sta continuando a monitorarlo accuratamente schierandolo anche dal primo minuto sia nella prima che nella seconda amichevole di inizio stagione.
Indipendentemente dalle decisioni di Mihajlovic, però, il Milan ha deciso di non voler più puntare su Mastour, tanto da metterlo sul mercato e fissare addirittura il prezzo d’acquisto: cinque milioni di euro.
Lodetti: «Perchè Menez resti deve cambiare testa»
Tolti i vari Matri, Verdi, Petagna, tutti destinati a lasciare Milanello, il caso più spinoso appare quello relativo a Jeremy Menez. Reduce da un campionato sensazionale, concluso con il suo personale record di segnature (ben 16 che ne hanno fatto il capocannoniere del Milan), il futuro del francese non appare così scontato.
Giovanni Lodetti, uno che di calcio ne capisce, sulla possibile permanenza al Milan del numero 7 rossonero è stato tanto lucido quanto lapidario: «Perchè Jeremy Menez resti al Milan e trovi ancora spazio nello scacchiere di Mihajlovic è necessario che cambi qualcosa nel suo modo di giocare. E non sarà facile, perché arrivati ad una certa età (28 anni ndr.) e con una predisposizione naturale all’azione personale, è difficile modificare le proprie abitudini. È vero che l’anno scorso Menez ha fatto cose strepitose, ma adesso il francese dovrà mettersi al servizio della squadra. Se lo farà, sono convinto che l’allenatore ritaglierà per lui un ruolo nel suo nuovo Milan, altrimenti resterà inevitabilmente fuori».
Ancora nessuna offerta del Liverpool per Menez
A questo proposito, nella giornata di ieri hanno iniziato a circolare voci dall’Inghilterra (fonte Daily Express), secondo cui il Liverpool avrebbe pronto un assegno di 15 milioni di euro da versare al Milan per il cartellino di Jeremy Menez. La notizia non ha trovato alcun tipo di riscontro, ma la posizione di precarietà di Menez resta un fatto incontrovertibile. È vero, come sottolinea Lodetti, che l’anno scorso l’ex Psg si è rivelato indispensabile per le micragnose sorti rossonere, ma in un Milan senza gioco e senza qualità, il talento cristallino e l’estro anarchico dell’attaccante parigino hanno avuto facilmente il sopravvento.
Quest’anno Mihajlovic non lascerà spazio all’improvvisazione, ecco perché gli spazi per Menez potrebbero assottigliarsi irrimediabilmente. Considerato che appena un anno fa Galliani riuscì a portarlo in rossonero a parametro 0, venderlo oggi costituirebbe una plusvalenza importantissima per le casse del Milan. E anche i tifosi del Milan - forse - riuscirebbero a farsene una ragione.