19 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Il mercato non riguarda solo i piloti

Clamoroso: Marchionne fa un'offerta al boss rivale

L'ultima voce sul team principal Ferrari: Maurizio Arrivabene fuori, in arrivo Toto Wolff, strappato alla Mercedes. E, in effetti, il presidente della Rossa e il capo delle frecce d'argento si sono incontrati proprio lo scorso weekend...

Il presidente della Ferrari Sergio Marchionne
Il presidente della Ferrari Sergio Marchionne Foto: Ferrari

ROMA«Gara eccezionale di Vettel, ora dobbiamo dargli una macchina migliore». Se a pronunciarle fosse stato qualunque altro capo di un team, queste frasi sarebbero state archiviate alla voce dichiarazioni di circostanza, dopo un Gran Premio dal risultato interlocutorio come quello di Baku. Invece questa esternazione è firmata da Sergio Marchionne: un uomo che generalmente con la stampa ci parla il minimo indispensabile, dosando e scegliendo con cura le parole. E dunque il paddock della Formula 1 ha subito iniziato a chiedersi se dietro a questo commento apparentemente innocuo si nascondesse un messaggio in codice. In effetti una chiave di lettura alternativa la si può trovare facilmente: il presidente della Ferrari, in altre parole, sta sostenendo che in questo prolungato digiuno di vittorie il suo primo pilota non ha colpe. Semmai, le responsabilità andrebbero ricercate piuttosto nella struttura tecnica, ovvero in chi aveva il compito di consegnare quella fatidica «macchina migliore» nelle mani del tedesco quattro volte campione del mondo e, alla prova dei fatti, non ci è riuscito fino in fondo.

Struttura insoddisfacente
C'entrano dunque i due direttori tecnici James Allison (telaio) e Mattia Binotto (motore), che sono riusciti a far crescere la Rossa rispetto al disastroso finale dell'era Alonso, ma ancora non abbastanza da lottare stabilmente con le rivali: la Mercedes dall'imbattibile propulsore e perfino la Red Bull che surclassa tutti sul fronte aerodinamico. C'entrano i tecnici meno appariscenti, quelli che lavorano dietro le quinte e che sono apparsi nel complesso meno efficaci di quelli della concorrenza nell'interpretare gli ultimi cambiamenti di regolamento. E, infine, c'entra il responsabile di tutta la squadra, il team principal Maurizio Arrivabene, che si è visto mettere sul tavolo centinaia di milioni di euro in più da spendere con l'unico obiettivo di vincere e finora non c'è riuscito. Peggio: Arrivabene sta continuando a dirottare la gran parte del budget sullo sviluppo della monoposto di questa stagione, inseguendo l'obiettivo ormai irraggiungibile della rimonta iridata, mentre la Mercedes ha ormai oltre il 50% delle risorse dirottate sulla vettura 2017, anno in cui le regole verranno rivoluzionate ancora. Insomma, i rivali continuano a pensare al futuro, puntando a mantenere anche sul lungo termine quel vantaggio che hanno accumulato fino ad oggi, la Ferrari no.

La proposta al rivale
Non è un caso, insomma, se sul banco degli imputati sia finito di nuovo proprio il solito Maurizio Arrivabene, del quale alcune testate (ultima la seguitissima Dagospia) si sono spinte a pronosticare un esonero anticipato. Addirittura individuando il potenziale, clamoroso, sostituto: il suo omologo della Mercedes Toto Wolff. Queste ultime voci non nascono dal nulla, in effetti, ma traggono origine da un incontro, tenuto segreto ma notato da alcuni giornalisti più attenti, avvenuto tra Sergio Marchionne e lo stesso Wolff durante l'ultimo weekend di gara a Baku. I temi di discussione possono essere stati tanti e solo i diretti interessati li conoscono con certezza. Ma se, tra le righe, il presidentissimo avesse avanzato anche l'offerta indecente?