19 aprile 2024
Aggiornato 18:30
A rischio acqua, luce e gas

Referendum, con il «sì» l'espropriazione è servita

Con la riforma costituzionale l'espropriazione di acqua, luce e gas è servita. Ecco cosa rischiano i cittadini qualora vinca il «sì» al referendum e cosa cambia con la «clausola di supremazia» che mette a rischio la tutela del territorio

Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi
Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi Foto: ANSA

ROMA - Addio ad acqua, luce e gas. I cittadini rischiano l'espropriazione di questi beni primari qualora vinca il «sì» al referendum costituzionale. Con la «clausola di supremazia», infatti, lo Stato centrale potrà avocare a sé il diritto di decidere su alcuni temi fondamentali legati al territorio invocando l'interesse nazionale. Storie come quella degli allevatori sardi che sono riusciti a difendere la loro terra dai petrolieri potrebbero non conoscere più un lieto fine. Ma i cittadini rischiano molto di più.

Cosa rischiano i cittadini con la riforma costituzionale

Con la riforma costituzionale i cittadini italiani rischiano l'espropriazione di alcuni beni primari, come acqua, luce e gas. Anche se i media mainstream non lo diranno mai chiaramente, uno degli scopi principali di questa riforma potrebbe essere quello di cancellare l'espressione della volontà del territorio (Regioni, Province e Comuni) rispetto ad alcune materie e/o questioni fondamentali per la vita dei cittadini. Con la «clausola di supremazia», infatti, contenuta all'articolo 117, comma 4 della Costituzione che entrerà in vigore se vincerà il «Sì», lo Stato potrà avocare a sé il diritto di decidere al posto delle Regioni e dei Comuni qualora lo richieda «la tutela dell'interesse nazionale».

Cosa cambia con la «clausola di supremazia»

Non molto tempo fa, noi del DiariodelWeb.it avevamo raccontato la storia di alcuni allevatori sardi che erano riusciti a difendere il loro territorio dalle velleità di alcuni petrolieri, che volevano perforare la zona di Arborea alla ricerca di carburanti. Dopo le proteste dei cittadini, la Regione è intervenuta respingendo i progetti della società in questione e salvando il latte e i formaggi sardi. Ma se passa la riforma costituzionale l'ultima parola d'ora in poi spetterà allo Stato, non più alle Regioni. Questo non solo conferma (qualora ve ne fosse bisogno) la matrice marcatamente statalista e accentratrice della nuova Costituzione, ma avrà importanti conseguenze sulla vita dei cittadini. Questioni di carattere fondamentale, come la gestione delle risorse legate al territorio, saranno demandate allo Stato centrale come pure la gestione delle gare per le grandi opere.

Le utilities muovono tanti miliardi e fanno gola a molti

Come riporta il blog di Beppe Grillo, la vera risorsa che molti vorrebbero controllare sono le utilities a livello locale, «perché muovono veramente tanti miliardi». Nel 2013 Lorenzo Codogno, capo della direzione Analisi economico-finanziaria del dipartimento del Tesoro sosteneva in diretta su «La Gabbia» che per espropriare i Comuni e le Regioni dei loro diritti sui servizi di pubblica utilità come elettricità, gas e acqua potabile bisognava cambiare il titolo V della Costituzione. Ed eccoci qui: neanche tre anni più tardi la riforma costituzionale prevede tra le altre cose anche la modifica del titolo V.

I diritti dei cittadini verranno calpestati

Le utilities sono già ora disciplinate con criteri comunitari, che vanno tutti in direzione di una «privatizzazione», contro le gestioni «in house», mentre la regolazione delle tariffe è gestita dalle authority. Ma coi poteri assicurati in tali materie allo Stato centrale proprio dalla riforma costituzionale, il Governo potrà agire sui criteri di regolazione (assetti societari, legislazione tariffaria) con uno spazio più agevole per procedimenti legislativi e amministrativi. In parole povere questo significa che le Regioni e i Comuni perderanno gran parte della capacità di tutelare il loro territorio. Come sottolineano gli esponenti del Movimento 5 stelle sul blog di Beppe Grillo, non è un caso, probabilmente che «fondi come BlackRock sono tanto interessati a questa riforma». Si vende l'acqua ai cinesi, il gas agli arabi e la luce agli americani, perché «bisogna fare i soldi». Ma in questo modo i diritti dei cittadini vengono calpestati.