23 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Lega Nord

Referendum, Tosi sta con Renzi. Su Salvini invece dice: «Ha stuprato la Lega»

Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, scende in campo a favore del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e insieme all'amico Pierferdinando Casini si schiera per il «sì» al referendum. Ma non dimentica di attacare il suo ex segretario leghista

ROMA - Flavio Tosi scende in campo a favore del governo Renzi e, in compagnia di Pierferdinando Casini, ha deciso di schierarsi per il Sì al referendum costituzionale. Inoltre, coglie l'occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa e attaccare il suo ex segretario, Matteo Salvini.

L'endorsement di Tosi per Renzi
«Lo conosco bene da anni, da quando era sindaco. Al di là dell'appartenenza politica mi piace il suo coraggio. Si sta giocando tutto e in questo senso lo ammiro», afferma Flavio Tosi, sindaco di Verona, a proposito del premier Matteo Renzi in un'intervista a Libero. Tosi si è schierato, insieme al centrista ex presidente della Camera, Pierferdinando Casini, a favore del Sì al referendum costituzionale e ora tesse le lodi del presidente del Consiglio.

L'attacco a Matteo Salvini
Molto più duro, invece, è il giudizio nei confronti dell'altro Matteo, quello alla guida del Lega Nord. Salvini, secondo Tosi, sarebbe «un mancatore di parola». Il sindaco di Verona chiarisce subito dopo che i rapporti con il suo ex segretario non sono mai stati idilliaci. «Io ho le spalle larghe. Ricordo che con Bossi i rapporti erano tesi, ma si è sempre dimostrato uomo intelligente e di governo» ha raccontato Tosi.

La zavorra comunista dei Bersani e dei D'Alema nel Pd
«Salvini non è un uomo di governo, ha violentato la Lega e ora si finge addirittura di destra. Se proprio, sono più di destra io rispetto a lui! Fa come l'estrema sinistra o Grillo, coltiva il suo bacino ma non è interessato a governare", ha proseguito il primo cittadino di Verona e ha concluso sottolineando che nel Pd «c'è la zavorra comunista dei Bersani e dei D'Alema che è sempre un problema». Ma se ci sarà la resa dei conti e loro se ne andranno, «il Pd diventerà un'altra cosa, molto simile alla Dc».