24 settembre 2023
Aggiornato 02:00
Sel respinge che sia merito di Renzi la nuova occupazione nell'ex Fiat

Airaudo: «Che il Jobs Act faccia comodo agli imprenditori, non ce lo deve spiegare Marchionne»

Le nuove assunzioni annunciate da Marchionne un riconoscimento dell'efficacia del Jobs Act? Nient'affatto, per Giorgio Airaudo (Sel). Marchionne «avrebbe assunto comunque: visto che ha la certezza che, se tra due anni le cose vanno male, può lasciare a casa i lavoratori, assume a maggior ragione».

ROMA - «Il Jobs Act di Renzi non avrà su di noi un impatto, nel senso che il nostro piano industriale andrà avanti comunque con un impegno invariato. Il Jobs Act ha un altro obiettivo, quello di cercare di risolvere il problema del livello di disoccupazione in Italia e di attirare capitali esteri»: così parlava Marchionne lo scorso marzo a proposito della riforma del mercato del lavoro. Sembra però che il manager abbia cambiato decisamente idea, ora che ha annunciato mille nuove assunzioni nello stabilimento di Melfi, con contratti inizialmente interinali, che si trasformeranno nei nuovi contratti a tutele crescenti previsti con l’entrata in vigore del Jobs Act.

AIRAUDO: MARCHIONNE AVREBBE ASSUNTO COMUNQUE - Eppure, la dichiarazione di Marchionne secondo cui quei «mille lavoratori nuovi di zecca», senza il Jobs Act, «non sarebbero stati assunti come interinali» non convince il deputato di Sel Giorgio Airaudo, che continua a ritenere la riforma contraria agli interessi dei lavoratori. «È naturalmente una buona notizia che il prodotto si stia commercializzando; va detto però che Marchionne quelle assunzioni avrebbe dovuto farle comunque, perché siamo in un periodo di salita produttiva e in questi anni la Fiat ha avuto molti abbandoni. Ed è evidente che se può assumere, come ha detto lui stesso ieri in conferenza stampa con estrema chiarezza – Marchionne è sicuramente più chiaro di Renzi – avendo la certezza di poter licenziare, è per lui tutto di guadagnato trasformare gli interinali in contratti a tutele crescenti. D’altronde», prosegue Airaudo, «prenderà anche gli incentivi, gli costerà meno di un tempo indeterminato. Da febbraio, appena i decreti verranno approvati e saranno disponibili con i nuovi incentivi, Marchionne si prenderà i vantaggi fiscali per l’assunzione e la certezza del costo dei licenziamenti». Airaudo, però, rimane critico: soprattutto perché si creerà «quel dualismo che un tal premier o sindaco di Firenze diceva di voler eliminare. Ci saranno infatti lavoratori che fanno lo stesso lavoro ma che hanno diritti diversi». Insomma, secondo il deputato di Sel, assunzioni sì – che peraltro a suo avviso sono da imputarsi più alla salita produttiva che al Jobs Act –, ma «in una condizione di insicurezza per i lavoratori che non era necessaria». Secondo Airaudo, infatti, «non c'è alcuna differenza, a livello di tutela dei lavoratori, tra un contratto interinale rispetto a uno a indennizzo crescente: c'è solo una differenza di costo». L’unico avvantaggiato, dunque, sarebbe lo stesso Marchionne: «Lui ha le sue certezze, di costo e di libertà di licenziamento; sui lavoratori viene scaricata la totale insicurezza», afferma. E riassume: «Avrebbe assunto comunque: visto che ha la certezza che, se tra due anni le cose vanno male, può lasciare a casa i lavoratori, assume a maggior ragione».

MARCHIONNE VORREBBE IMBONIRSI RENZI PER AVERE MENO TASSE SULL’ALTA CILINDRATA – Come spiegare, dunque, il riconoscimento pubblico concesso da Marchionne al premier Renzi? Secondo il deputato Sel, «la Fiat ha evidentemente altri obiettivi: dovendo lanciare i due modelli Alfa, vuole dal governo italiano una riduzione del carico fiscale sulle auto di grande cilindrata – cosa che aveva già chiesto a Monti –. Credo quindi che Marchionne stia cercando di diplomatizzare il rapporto con il governo italiano, a cui la Fiat da tempo chiede una riduzione delle tasse sulle auto di alta cilindrata».  Da questo punto di vista, dunque, Airaudo legge anche le dichiarazioni del manager a proposito degli obiettivi raggiunti dal premier durante il semestre di presidenza in Europa: «Marchionne ha degli occhiali troppo lontani per poter vedere cosa ha fatto Renzi durante il semestre europeo: a me sembra che né gli europei né gli italiani vedano un cambiamento nelle politiche di austerità». Insomma, «molte parole, ma nessun fatto: siamo ancora immersi nella politica dell’austerità, che crea disuguaglianze che stanno pagando i più deboli con l’aumento della disoccupazione e i problemi del lavoro». Nessun cambiamento positivo, dunque, per il parlamentare Sel, che pure si rallegra per le assunzioni. Tuttavia, a suo avviso, a lungo termine la situazione dei lavoratori non migliorerà: anzi, saranno solo ulteriormente penalizzati nei loro diritti. Totalmente ridimensionate dunque, da parte di Airaudo, le dichiarazioni di Marchionne: perchè lui, afferma, «parla da lontano, da americano. Non da europeo e tantomeno da italiano».