19 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Governo Renzi

Renzi richiama all'ordine Bundesbank e Bersani

Impegnato da due giorni a duellare in Europa, Matteo Renzi si trova ancora a fronteggiare le polemiche interne al partito su riforme e legge elettorale. Sul primo punto è lo stesso premier a chiarire che il dibattito politico italiano non è competenza della Bundesbank. Sul fronte interno è il vice segretario Pd Lorenzo Guerini a replicare alle dichiarazioni dell'ex segretario Pierluigi Bersani.

ROMA - Impegnato da due giorni a duellare in Europa, Matteo Renzi si trova ancora a fronteggiare le polemiche interne al partito su riforme e legge elettorale. Sul primo punto è lo stesso premier a chiarire che il dibattito politico italiano non è competenza della Bundesbank, perchè l'interlocutore di Matteo Renzi in Germania è solo Angela Merkel, con la quale, peraltro, «il rapporto è ottimo». Sul fronte interno è il vice segretario Pd Lorenzo Guerini a replicare alle dichiarazioni dell'ex segretario Pierluigi Bersani: il dibattito nel Pd sulle riforme può certamente continuare in Parlamento ma sui dettagli, e soprattutto «senza frenare» il lavoro di governo e Camere.

Il duello con la Bundesbank
Interventi dovuti, nella strategia di Renzi. Perchè se da un lato ancora oggi il premier ha ricordato - in conferenza stampa insieme al presidente della Commissione Ue Barroso - che il programma dei mille giorni prevede il «cambiamento profondo» del sistema Italia per contemporaneamente rinnovare anche l'Europa, quello che il premier non può permettersi è l'impressione di un'impasse proprio sulle riforme interne. Tanto più nel momento in cui l'attacco arriva addirittura dalla Bundesbank, alla quale peraltro Renzi riserva parole dure: «Credo che il compito della Bundesbank non sia quello di partecipare al dibattito politico italiano», così come il governo italiano non interviene sulle casse di risparmio tedesche. In ogni caso, il premier distingue nettamente i piani del confronto: da un lato c'è il governo di Berlino, con il quale «non c'è nessuna polemica sulla gestione della flessibilità e della stabilità», dall'altro lato c'è la banca centrale tedesca, che «quando vuole parlare con noi è benvenuta», ricordando però che «il presupposto è che l'Europa è dei cittadini e non dei banchieri né tedeschi né italiani».

Il PD non freni le riforme
Un clima che non consente a Renzi cedimenti interni. A maggior ragione all'indomani del rinnovato patto con Silvio Berlusconi e dopo che il leader di Forza Italia ha anch'egli messo a tacere le riserve di parte del suo partito. Un compito che nel Pd si assume il vice segretario Guerini: all'interno del Pd «si è già più volte svolto un ampio e approfondito dibattito sui temi che riguardano sia il nuovo Senato sia la riforma della legge elettorale e un'ampia maggioranza ha indicato la strada». Ora il dibattito "sta proseguendo nei lavori parlamentari in Parlamento ma solo «per mettere a punto dettagli significativi». E certamente «non deve diventare l'occasione per frenare» il percorso riformatore che «è decisivo per migliorare la qualità e l'efficienza delle nostre istituzioni e per confermare la credibilità che l'Italia si sta sempre più conquistando in Europa».

L'Italicum tiene conto dei rilievi della Corte Costituzionale
Nel merito delle critiche arrivate da Bersani, «quando si affronta una riforma importante degli assetti costituzionali, è giusto e doveroso riflettere sugli equilibri istituzionali e sulle garanzie, ma non si devono confondere i piani e inserire nella discussione obiezioni non attinenti, come il modo in cui vengono scelti i parlamentari, questione che riguarda il rapporto tra cittadini ed eletti e non tanto gli equilibri tra le diverse istituzioni». Tanto più che l'Italicum, assicura Guerini, «tiene ovviamente conto dei rilievi che la Corte costituzionale ha sollevato sulla precedente legge elettorale». Insomma, conclude il vice segretario del Pd, «il percorso delle riforme è tracciato, adesso si tratta di portarlo a termine».