Il ritorno di Tony Blair, l'amico di JP Morgan e l'inventore della sinistra che sta con le banche
L'ex leader del Partito Laburista sente di essere indispensabile. Smetterà di lavorare per Jp Morgan? Ovviamente no, probabilmente continuerà a farlo ma sotto mentite spoglie

LONDRA - La prima notizia è che Tony Blair ha un gruppo di lavoro pari a 130 persone: come una media fabbrica italiana. Li pagherà? Oppure sono tutti volontari? La seconda è che questo singolare personaggio, secondo il Sunday Times, vorrebbe ritornare in politica. Dopo aver ideato la terza via, ovvero la sinistra che sta dalla parte delle banche e dei finanzieri anziché con i lavoratori, dopo aver bombardato senza ragione l’Iraq provocando centinaia di migliaia di morti, dopo aver guidato il «quartetto per la pace» tra Israele e Palestina senza alcun risultato, dopo aver «lavorato» per Jp Morgan con ottimi risultati per il suo reddito personale, Tony Blair ha capito che il popolo britannico ha nuovamente bisogno di lui. Lo ha capito dopo l’esito referendario detto anche «Brexit».
Una tragedia, che speriamo non diventi farsa
Ha poi trovato conferma del suo acume politico dopo che il suo partito, il Labour, è finito sotto il controllo di uno che si dice di sinistra: inaccettabile. «Theresa May non lo ha colpito - ha detto una fonte che ha parlato della Brexit con Blair -. Pensa che sia un'assoluta mezzacalzetta. Ritiene che Jeremy Corbyn sia uno svitato e che i Tory stiano incasinando la Brexit. Pensa che ci sia un buco enorme nella politica britannica che lui può colmare». Il buco, ovviamente, può riempirlo solo lui perché, come noto, la storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa. E Tony Blair è stato realmente una tragedia, anzi una calamità, per il suo paese, per l’Europa e per il mondo. Si spera che non divenga un farsa.
Blair, il faro rotto della sinistra
Il suo scopo dichiarato è fermare il processo che dovrebbe portare la Gran Bretagna fuori dalla Unione Europea. Perché questo percorso debba essere bloccato, in virtù di un voto popolare liberamente espresso, è cosa nota: non agevola il «lavoro» dei gruppi finanziari che da decadi si stanno immensamente arricchendo. Uno dei quali, Jp Morgan, da tempo stipendia profumatamente Mr. Tony Blair per fare ricche conferenze in giro per il mondo, durante le quali porta il verbo ultraliberista ai governi amici progressisti: ad esempio a quello italiano.
La sinistra italiana lo adora
Notoria è l’ammirazione della nostra sinistra per l’ex capo del Labour inglese: da Renzi a Chiamparino, da Letta, a Monti, non c’è un singolo esponente di quel mondo che non abbia espresso ammirazione per colui che ha demolito lo Stato inglese ancor più della Tatcher. Tony Blair è un mito nel nostro paese, il faro del nostro futuro: peccato che sia deriso in tutto il mondo e soprattutto a casa sua. Anche per quel piccolo fatto, quel fiume di sangue da lui causato nella guerra irachena, origine dell’attuale anarco destabilizzazione che imperversa in Medio Oriente. Ma che importa, il buon Tony Blair ha riconosciuto l’errore ed ha anche chiesto scusa: quindi il conto è saldato. Almeno per lui che ora sente il sacro dovere di tornare a fare politica per salvare il popolo britannico e la regina. E poi, insomma, i grandi statisti della storia ogni tanto un errore lo fanno: capita a tutti, no? Al di là delle facili ironie è chiaro che la manovra mette in evidenza la pericolosa sudditanza dei partiti di estrazione laburista dal potere finanziario. Un tempo erano l’espressione dei lavoratori, oggi sono i portavoce delle banche li finanziano. Non esistono rappresentanti più fedeli degli interessi finanziari dei partiti di estrazione marxista. Forse per un senso di colpa non superato, chissà. Ma anziché governare potrebbero andare dallo psicanalista, costerebbe molto meno un po' a tutti.
Brexit, indietro tutta
Dopo aver perso il referendum sulla Brexit, banche e fondi di investimento sono rimasti senza parole di fronte ad un mondo che gli si rivoltava contro. L’anziano Jeremy Corbyn, segreario del Labour Party, un uomo che potrebbe essere un Sanders in salsa britannica, ha già fatto capire chiaramente che non agevolerà in alcun modo ogni forma di Brexit: nonostante che la working class un tempo sindacalizzata abbia votato in massa per uscire dalla Unione Europea.
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