26 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Dal cielo l'offensiva francese, dal mare quella russa

Pioggia di bombe su Raqqa, l'ira di Parigi e Mosca sull'Isis

Dopo la strage francese ed esplosione dell'aereo russo. Raggiunti da almeno 16 bombe, non resta più nulla di «un centro di comando» e di una «base di addestramento» dei jihadisti.

PARIGI - Si sono mossi nel buio della notte. Partiti dagli Emirati arabi e dalla Giordania. E' poco più tardi dell'una e trenta quando una pioggia di fuoco si abbatte su Raqqa. La risposta promessa dalla Francia ai sanguinosi attentati di Parigi è affidata a dieci caccia. Rafale e Mirage 2000 colpiscono insieme, per la seconda volta in 24 ore. E' un raid simultaneo che non concede risposta. Tutti gli obiettivi individuati nella roccaforte dell'Isis nel Nord della Siria vengono «colpiti e distrutti». La conferma, proprio mentre ad alcune migliaia di chilometri - a Mosca - l'ipotesi di un attentato terroristico sul Metrojet russo diventava certezza. E allora il fuoco francese si incrocia con quello russo. La reazione del Cremlino è immediata e Vladimir Putin ordina di lanciare missili da crociera dalle navi presenti nel Mediterraneo contro la città siriana.

Raggiunti da almeno 16 bombe, non resta più nulla di «un centro di comando» e di una «base di addestramento» dei jihadisti. La Francia proseguirà i raid anche «nelle prossime settimane»; la Russia li aumenterà, «per fare capire ai terroristi che le conseguenze delle loro azioni soni inevitabili». François Hollande ha promesso di «distruggere» l'organizzazione jihadista e il suo «terrorismo di guerra», Vladimir Putin ha fatto altrettanto. L'esplosione dell'aereo russo - che ha provocato 224 morti - ora ha dei responsabili precisi: «li perseguiremo ovunque essi siano e li troveremo in ogni angolo del mondo», ha detto il leader russo.

Dal cielo è partita l'offensiva francese, dal mare quella russa
Mosca ha avvertito preventivamente anche Washington, che ha confermato «un numero significativo» di raid russi contro l'Isis a Raqqa. Ma verso il Mediterraneo orientale si sta dirigendo anche la portaerei Charles-de-Gaulle. Hollande vuole che sia quanto più vicina al teatro siriano per «triplicare le capacità d'azione» dei caccia di Parigi. E non ne fa mistero: ne ha parlato oggi con il segretario di Stato Usa John Kerry, in visita a Parigi, e ne discuterà la settimana prossima a Washington con Barack Obama e a Mosca con Vladimir Putin.

Di Siria e di lotta al terrorismo, il capo dello Stato francese ha discusso anche con il suo omologo iraniano Hassan Rohani che, dopo avere annullato la sua visita in Francia a seguito degli attentati, lo ha chiamato al telefono.

Ma l'Eliseo ha chiesto con forza anche il sostegno dell'Unione europea, attivando per la prima volta la clausola di assistenza militare reciproca prevista dall'art. 42.7 del Trattato Ue in caso di aggressione armata a uno degli Stati membri. «Oggi la Francia ha chiesto assistenza e aiuto alla Ue e l'Ue tutta unita risponde 'si"», ha risposto l'Alto rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza comune, Federica Mogherini, durante una breve conferenza stampa congiunta con il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian.