28 agosto 2025
Aggiornato 08:00
La crisi siriana

Siria, liberati giornalisti francesi rapiti nel giugno 2013

Lo ha annunciato oggi il presidente francese Francois Hollande. In una dichiarazione alla France presse, il capo di Stato ha detto di «aver appreso con immenso sollievo questa mattina della liberazione dei quattro giornalisti francesi». Intanto il leader di al Qaida Zawahiri lancia appello all'unità in Siria

PARIGI - I 4 giornalisti francesi tenuti in ostaggio in Siria dal giugno 2013 sono stati «liberati e sono in buone condizioni di salute, nonostante le dure condizioni di prigionia». Lo ha annunciato oggi il presidente francese Francois Hollande.
In una dichiarazione alla France presse, il capo di Stato ha detto di «aver appreso con immenso sollievo questa mattina della liberazione dei quattro giornalisti francesi».
Didier François, giornalista di radio Europe 1, e il fotografo Edouard Elias erano stati rapiti a nord di Aleppo il 6 giugno 2013; Nicolas Henin, giornalista del settimanale Le Point e Pierre Torres, fotografo freelance, erano stati sequestrati due settimane dopo, il 22 giugno, a Raqqa.

AL-ZAWAHIRI: APPELLO ALL'UNITÀ - Il leader di al Qaida, Ayman al-Zawahiri, ha lanciato un appello all'unità a fronte delle divisioni emerse in Siria. In un'intervista diffusa oggi, ma datata tra febbraio e aprile dal centro Usa di controllo dei siti islamici Site, Zawahiri respinge l'accusa mossa dall'organizzazione Stato islamico in Iraq e nel Levante (Isil) contro al Qaida, di aver tradito la causa jihadista, sostenendo che il regime di Damasco si sarebbe infiltrato tra i combattenti per alimentare le divisioni.
«Se vi ordino di combattere i vostri fratelli mujaheddin non mi obbedite se vi comando di farvi saltare in aria in mezzo ai vostri fratelli mujaheddin non mi obbedite».
«Il nostro metodo consiste nel concentrarsi su... America, i suoi alleati crociati, i sionisti e i loro agenti traditori e di incitare l'Ummah (comunità musulmana) a unirsi alla jihad contro di loro, mettendo da parte le divergenze - ha sottolineato Zawahiri - il nostro metodo è di evitare operazioni che potrebbero versare il sangue della parte sbagliata».

MOGHERINI: COINVOLGERE L'IRAN - L'Iran deve essere coinvolto «ufficialmente» nella soluzione della guerra in Siria. Ne è convinta il ministro degli Esteri Federica Mogherini, perchè «la stabilità della regione» è nell'interesse di Teheran.
«C'è una guerra da tre anni, c'è un disastro umanitario e l'ultimo round di negoziati, Ginevra 2, non ha prodotto veri risultati. E' uno stallo», ha ammesso il ministro, indicando quindi un piano di azione di lungo periodo che coinvolga l'Iran: «Bisogna cercare di responsabilizzarlo, perché è suo interesse la stabilità della regione. E coinvolgerlo anche ufficialmente nella soluzione della guerra in Siria potrebbe essere l'unico modo per sbloccare la situazione. Soprattutto ora che il percorso sul negoziato nucleare sta andando bene, potrebbe essere l'occasione per farlo».