29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Manovra finanziaria

Def, M5S: «Il Governo cerca di galleggiare fino alle elezioni, ma corriamo verso la stagnazione»

Il Movimento 5 stelle si lancia all'attacco del Governo dopo il voto sul Def e le senatrici pentastellate Bulgarelli, Lezzi e Mangili denunciano i gravi problemi strutturali del Paese

Il Movimento 5 stelle attacca il governo Gentiloni sul Def.
Il Movimento 5 stelle attacca il governo Gentiloni sul Def. Foto: ANSA/CLAUDIO PERI ANSA

ROMA - Il M5S si lancia all'attacco del governo Gentiloni dopo il voto sul Documento di Economia e Finanza. Secondo i parlamentari pentastellati la Nota di aggiornamento al Def di quest'anno «non fa altro che accontentarsi di una ripresa col freno a mano tirato, ignorando tutti i problemi strutturali che rimangono dopo quasi 9 anni di crisi». I saldi tendenziali vengono corretti «solo per disinnescare ancora una volta le clausole di salvaguardia», cioè aumenti di Iva che avrebbero distrutto le basi di una crescita già fragile. E per interventi espansivi «c'è pochissimo spazio». Il governo parla genericamente di misure per giovani e poveri, «ma dati gli spazi fiscali si tratterà ancora di bonus o briciole, in continuità con il governo Renzi». Lo affermano le senatrici M5S della commissione Bilancio Elisa Bulgarelli, Barbara Lezzi e Giovanna Mangili, a margine del voto sulla risoluzione di maggioranza.

Le risorse per la spesa sanitaria sono insufficienti
«Se poi andiamo a guardare il dettaglio - continuano - sembra confermata la dinamica della spesa sanitaria, ancora in calo rispetto al Pil lungo tutto il triennio, dal 6,6% del 2017 al 6,3% del 2020». La Nota del Def infatti conferma che, nonostante il contesto favorevole, la spesa sanitaria sarà di 115 miliardi per il 2018, 116 per il 2019 e 118 nel 2020 e, parimenti, la sua incidenza sul Pil sarà decrescente. In questo modo la spesa sanitaria scenderebbe al di sotto della soglia vitale fissata dall'Oms. «Sarebbe pura ipocrisia sorprendersi di fronte al fatto che molto spesso la nostra sanità non è più in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini e che questi sono costretti a rivolgersi o al privato o a rinunciare alle cure  (12 milioni nel solo 2016)", ricordano le senatrici. "Attendiamo nei prossimi giorni di vedere se il ministro Padoan cambierà registro e desinerà maggiori risorse al comparto salute».

Lavoratori e pensionati verso la stagnazione
E non va meglio sul fronte lavoro. Il tasso di disoccupazione, nello stesso anno, è programmato al 9,5%, un calo di quasi 2 punti rispetto a quest'anno che non si spiegherebbe con la crescita asfittica del prossimo futuro. «Ciò significa che la nuova occupazione, se davvero si verificherà nella misura indicata dal governo, continuerà ad essere precaria e di pessima qualità", proseguono le senatrici. Nel complesso, quindi, il governo non modifica sostanzialmente la tendenza della finanza pubblica e punta a far «galleggiare» la nostra economia prima delle elezioni politiche. L'obiettivo rimane il pareggio di bilancio pubblico dettato dal Fiscal Compact, a cui ci avviciniamo pian piano ma «inesorabilmente». Questo significa, secondo le esponenti pentastellate, che lo spazio per gli investimenti pubblici continuerà a restringersi e la crescita dipenderà sempre più dalle condizioni esterne, con tutti i rischi che ne conseguono. Dopo la lunga crisi, «la prospettiva per giovani, donne, lavoratori e pensionati è una lunghissima stagnazione», concludono Bulgarelli, Lezzi e Mangili.