Grecia, il Fmi concede nuovi prestiti a Tsipras ma solo se la Germania accetta l'haircut
La Grecia riceverà altri 1,8 miliardi ma l'aiuto è condizionato e la situazione resterà congelata fino a ottobre, finché in Germania non si saranno svolte le elezioni
ATENE – La Grecia riceverà altri 1,8 miliardi di euro di prestiti, ma solo dopo l'haircut. La terra del Partenone è ufficialmente diventata la prima economia avanzata per la quale il Fondo monetario internazionale ha rispolverato una procedura usata soprattutto negli anni Ottanta e per un totale di 19 volte: si tratta dell'approvazione «di principio» a un programma di aiuto nell'ambito del quale, però, qualsiasi finanziamento da parte dell'istituto di Washington è strettamente condizionato all'implementazione futura da parte dei creditori di Atene di una ristrutturazione del debito greco. L'istituto di Washington resta infatti convinto che il debito ateniese sia «insostenibile» e perciò continua a chiedere, soprattutto all'intransigente Germania, un haircut (taglio del debito). Il via libera è arrivato ieri dal Board del Fondo, dopo un lungo dibattito in consiglio. Ma i soldi promessi resteranno ancora per diversi mesi nelle casse del Fmi.
La mossa del Fmi per salvare la Grecia
La mossa del Fondo monetario internazionale, infatti, non si traduce in un immediato esborso di denaro in favore di Atene. L'istituto di Washington va incontro ai partner europei, che lanciarono l'ennesimo salvagente alla nazione ellenica nell'estate del 2015 per 86 miliardi di euro. Ma affinché i prestiti raggiungano Atene sarà prima indispensabile convincere i tedeschi a dare il via libera alla ristrutturazione del debito greco. Altrimenti il Fmi non sborserà neanche un centesimo. «Il paese ha bisogno di una forte riduzione della sua esposizione - ha scritto in una nota il direttore generale del Fondo Christine Lagarde. «Spero che un accordo in questo senso posa essere raggiunto in tempi brevi», ha aggiunto Lagarde.
La situazione resta congelata fino a ottobre
L'Istituto di Washington è ricorso all'unico strumento che aveva per forzare la mano dei tedeschi, finora inamovibili nei confronti della Grecia. Ma la situazione resterà congelata fino a che non si saranno svolte le elezioni tedesche di settembre, prima delle quali è impossibile per Angela Merkel ammorbidire i toni verso gli ateniesi. La Cancelliera rischierebbe, infatti, di perdere consensi e solo dopo essersi assicurata un altro mandato potrà accogliere la richiesta del Fmi. Dall'Istituto di Washington, intanto, fanno sapere che il debito ellenico arriverà al 150% del Pil nel 2030, ma dopo quel picco «sarà completamente ingestibile». Il board ha perciò suggerito di intervenire allungando le scadenze del debito, riducendo i tassi e garantendo un periodo più lungo in cui gli interessi saranno congelati.
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