Padoan: «Le riforme andranno avanti e daranno i primi frutti nel 2018»
Il ministro dell'Economia è intervenuto a Washington per sottolineare che «il rischio politico diffuso» è un tema globale, non solo italiano, e che le riforme in Italia andranno avanti nonostante la bocciatura del referendum costituzionale

WASHINGTON - Il ministro dell'Economia Padoan non ha dubbi: anche dopo la bocciatura del referendum costituzionale il processo di riforme andrà avanti. «Sull'Italia va detto che c'è la percezione che il processo di riforma si sia arrestato. Ma io non lo penso", ha detto in una conferenza stampa a Washington il numero uno del Mef, secondo il quale «alcune riforme sono state arrestate, ma il processo di riforma continua».
Padoan: Il processo delle riforme andrà avanti
Il ministro dell'Economia del governo Gentiloni puntualizza che «il rischio politico è un tema percepito a livello globale. Non è che ci sono Paesi in cui il rischio politico è maggiore di altri: è magari di diversa forma, di diversa natura e si sarebbe trasferito con canali di trasmissione diversi». Secondo Padoan il rischio politico è legato «alla possibile interruzione del processo di riforma in alcuni Paesi. E qui non si fa riferimento solo all'Italia, ma in generale».
Il rischio politico è "diffuso"
Secondo il ministro dunque «il rischio politico è un rischio diffuso». La caduta degli investimenti in molti Paesi si spiegherebbe infatti con un aumento del rischio politico, perché di fronte all'incertezza le imprese attendono altri momenti per investire, sospendono le decisioni. Ma c'è di più. «Se c'è il rischio politico la forza politica per fare le riforme diminuisce, quindi le riforme che sono fondamentali invece che accelerare rallentano. Ma questo - ha concluso Padoan - è un discorso generale, non specifico per l'Italia».
La crescita prosegue, ma troppo lentamente
Per quanto riguarda l'Italia in particolare, invece, ha detto ancora Padoan, «si continua nel sentiero stretto. La crescita va avanti, troppo piano ma va avanti. E si tratta di consolidarla anche nella sua qualità", di qui la necessità anche di misure di microeconomia oltre che di finanza pubblica. Si tratta di «accelerare i tempi, più che le risorse", degli investimenti pubblici, si tratta «di aumentare l'efficacia degli incentivi, anche fiscali degli investimenti privati».
Le riforme saranno efficaci nel medio periodo
Le riforme strutturali, sottolinea ancora Padoan, danno risultati nel medio periodo. «Aggiungo che nel 2018 e 2019 mi aspetto un'economia più forte di quella che possiamo adesso misurare nei numeri e dunque chi sarà al governo nel 2018 e 2019 potrà beneficiare di una situazione migliore di quella che questo governo e quello precedente hanno ereditato dal passato", ha profetizzato il ministro. E di rischio politico sull'Italia ha parlato anche il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, per concentrarsi su uno dei suoi "termometri", il differenziale di rendimento dei titoli pubblici.
Bankitalia: Teniamo alta la guardia
Nell'audizione che il vicedirettore generale di via Nazionale Luigi Federico Signorini ha fatto in Parlamento la settimana scorsa «abbiamo osservato - ha detto Visco - che, molto diverso dal 2011, ma da tenere sotto controllo, è l'andamento del differenziale sui tassi decennali sul debito pubblico. C'è stato un aumento, seppur sostenibile. Ma se, nel caso specifico, ci fosse la percezione di difficoltà dobbiamo evitarla assolutamente con il mantenimento di una politica attenta che mantenga gli obiettivi che ci siamo posti", ha concluso il numero uno di Bankitalia.
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