19 marzo 2024
Aggiornato 03:00
Verso l'intervento dello Stato

Mps è in agonia e i risparmiatori sono tra l'incudine (il burden sharing) e il martello (il bail in)

Monte Paschi Siena è alla resa dei conti e per salvare la banca più antica del mondo sarà necessario l'intervento dello Stato, che non sarà indolore per i risparmiatori. Ecco gli scenari possibili per gli azionisti, gli obbligazionisti e i correntisti

SIENA – Monte Paschi Siena è alla resa dei conti. Il Consiglio dei ministri dovrebbe riunirsi stasera alle 19,30 per approvare in extremis il decreto che autorizzerà lo Stato a intervenire per salvare la banca più antica del mondo. Dopo il fallimento dell'operazione di mercato alternative private non ce ne sono più e si deve procede a passo spedito verso l'intervento statale. Ma per i risparmiatori non sarà indolore.

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Monte Paschi Siena alla resa dei conti
Monte Paschi Siena è in agonia e il salvataggio pubblico della banca più antica del mondo scatterà probabilmente tra oggi e domani. Nella giornata odierna è previsto il Cda dell'istituto senese, che dovrà fare il punto sull'esito dell'operazione di conversione dei bond subordinati in azioni conclusa ieri. I risultati saranno comunicati questa sera al termine del Cda, ma secondo la maggior parte degli analisti decreteranno inesorabilmente il fallimento della soluzione privata. E a questo punto alternative non ce ne saranno più: l'unica strada percorribile per evitare la morte cerebrale alla banca più antica del mondo sarà l'intervento dello Stato.

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Verso l'intervento dello Stato
Il Consiglio dei ministri potrebbe riunirsi già questa sera alle 19,30 per approvare in extremis il decreto che autorizzerà lo Stato a intervenire per salvare Mps. Il salva-risparmi prevede un (ulteriore) indebitamento di 20 miliardi di euro per fornire al sistema bancario italiano la liquidità necessaria per aiutare i suoi istituti più disastrati. In pole position, naturalmente, c'è il Monte Paschi Siena che potrebbe travolgere con un effetto domino le altre banche nazionali. Ma è necessario provvedere anche al salvataggio degli altri quattro istituti di credito in difficoltà: Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti.

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Tra l'incudine (il burden sharing) e il martello (il bail in)
In ogni caso, il salvataggio pubblico del Monte Paschi Siena non sarà indolore per i risparmiatori. Infatti, nel caso in cui (come è probabile) lo Stato sia costretto a intervenire, lo scenario che si aprirebbe davanti agli occhi degli azionisti e degli obbligazionisti dell'istituto senese sarebbe quello del «burden sharing». Significa che gli obbligazionisti subordinati saranno costretti a convertire i loro bond in azioni il cui valore sarà notevolmente ridimensionato (forse portato a zero) e gli azionisti potrebbero perdere tutto. Si tratta comunque dello scenario migliore possibile. Perché, come spiega l'Ansa con un'interessante infografica, l'alternativa sarebbe il bail in (il salvataggio interno) e in tal caso a pagare il prezzo del dissesto finanziario dell'istituto sarebbero anche i detentori di obbligazioni senior e i clienti (ma solo i correntisti che hanno un capitale depositato in banca superiore ai 100mila euro). Una sola cosa è certa: dopo quanto accaduto l'anno scorso col salvataggio di Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti sarà un'impresa ardua per il governo Gentiloni far ingoiare un'altra pillola amara ai risparmiatori italiani.