Putin prepara lo scacco matto (energetico) all'Ue
Nei progetti di Vladimir Putin non c'è solo il Turkish Stream. Negli ultimi mesi la Russia è tornata alla ribalta della geopolitica energetica mondiale tessendo una fitta rete di alleanze strategiche con la Turchia, la Grecia, la Germania e la Cina
ROMA – Non solo Turkish Stream. La Russia negli ultimi tempi è tornata alla ribalta della geopolitica energetica mondiale con una serie di mosse intraprendenti sullo scacchiere internazionale. Vladimir Putin guarda non solo all'alleanza strategica con la Turchia, ma anche a quella con la Grecia, la Germania e la Cina. In breve tempo così potrebbe fare scacco matto all'Europa.
La Russia alla ribalta della geopolitica energetica mondiale
Vladimir Putin sta tessendo la sua tela. Nelle ultime settimane la Russia è tornata alla ribalta della geopolitica energetica mondiale con una serie di mosse intraprendenti sullo scacchiere delle relazioni internazionali. Di alcune abbiamo sentito un gran parlare, ma altre sono passate sotto silenzio. Nelle ultime settimane i media, per esempio, hanno raccontato approfonditamente del riavvicinamento tra Mosca e Ankara e della imminente costruzione del gasdotto Turkish Stream (LEGGI ANCHE «Dal North Stream2 al Turkish Stream, nel rebus dei gasdotti vince l'alleanza Mosca-Ankara»), ma hanno quasi ignorato le trattative in corso tra Vladimir Putin e Alexis Tsipras. O quelle con Angela Merkel.
Non c'è solo il Turkish Stream
Nei piani di Putin, infatti, non c'è solo il Turkish Stream. La Russia sta tessendo abilmente delle alleanze strategiche anche con la Grecia, la Germania e la Cina, che potrebbero aiutarla a diventare l'ombelico dell'approvvigionamento energetico globale. Ma andiamo con ordine. Uno degli obiettivi più importanti per Putin è quello del Turkish Stream e stando alle ultime informazioni che giungono da Mosca e Ankara, la firma definitiva dell'accordo sul gasdotto russo-turco dovrebbe avvenire entro il mese prossimo. E già questo è un progetto colossale. Il Turkish Stream avrà una lunghezza offshore di 990 km, una lunghezza onshore di circa 180 km e una portata da 63 miliardi di metri cubi di gas all'anno.
L'alleanza strategica tra Mosca e Ankara
La realizzazione di questo gasdotto implica una reciproca soddisfazione di interessi per Mosca e Ankara. Come riporta Daniele Gallina su Lindro, la prima riuscirà ad esportare una elevata quantità di gas senza passare più attraverso l'Ucraina, assicurandosi consistenti finanziamenti per l'avvenire. La seconda si vedrà garantita buona parte del suo fabbisogno energetico, che negli ultimi anni è notevolmente cresciuto. Ma c'è di più. Quest'opera rappresenta solo un primo passo nella direzione del rafforzamento del binomio commerciale Russia-Turchia, che potrebbe mettere a rischio l'economia europea. L'alleanza strategica tra Mosca e Ankara, infatti, può mutare gli equilibri geopolitici del continente.
Le trattative con Atene e Berlino
Ma Putin non si sta limitando a dialogare con Erdogan. Come sottolinea Gabriele Moccia su Formiche.net, il presidente russo ha recentemente inviato ad Atene il suo vicepremier, Arkadj Dvorkovich, per un incontro riservato con Alexis Tsipras. Il tema dell'incontro era il coinvolgimento greco nella costruzione del Turkish Stream. Da tempo, infatti, in barba ai diktat di Bruxelles, la Grecia aveva manifestato interesse per la realizzazione del gasdotto russo-turco. Nonostante le forti pressioni da parte dell'UE - e di Washington – sembra che la patria del Partenone si stia avvicinando sempre più all'orbita di Mosca. Ma c'è anche dell'altro. E stavolta riguarda Berlino.
La dipendenza energetica dell'UE dalla Russia
A settembre, infatti, la domanda di gas russo in Germania è aumentata di circa un terzo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a dimostrazione del fatto che la dipendenza energetica dell'Europa dalla Russia è tutt'altro che un problema risolto (se mai lo sarà). Per questo Berlino sarebbe favorevole alla costruzione di un altro gasdotto che possa collegare la Russia direttamente alla Germania passando sotto il Mar Baltico. Si tratta del North Stream2, il cui progetto però era stato affossato proprio da Bruxelles perché avrebbe potuto determinare una crisi umanitaria ai confini dell'Europa. Ora sembra, invece, che i tedeschi siano propensi a stringere un accordo con i russi.
Power of Siberia e l'intesa con Pechino
E già fin qui Putin non avrebbe proprio di che lamentarsi. Ma l'interesse della Russia è rivolto anche a Est, in direzione di Pechino. Una parte dello sviluppo dell'industria energetica di Mosca, infatti, passa per l'Asia e in particolare per la realizzazione del gasdotto Power of Siberia, che in un futuro non troppo lontano dovrebbe collegare proprio la Russia alla Cina. Si tratta di un progetto mastodontico: Gazprom prevede di fornire alla Cina 38 miliardi di metri cubi di gas all'anno per 30 anni, a partire dal 2019. La più grande compagnia russa sta già costruendo l'oleodotto e sviluppando i campi necessari per alimentarne il percorso, che dovrebbe avere un costo totale di circa 55 miliardi di dollari. Lo scacco matto (energetico) all'Europa è sempre più vicino.
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