28 marzo 2024
Aggiornato 23:30
Sull'isola blindata

Vertice Ventotene, perché il triumvirato Renzi-Merkel-Hollande è un tradimento del Manifesto d'Europa

Quello che va in scena a Ventotene, l'isola simbolo della nascita degli Stati Uniti d'Europa, è il primo vertice significativo post brexit tra i tre leader europei. A bordo della portaerei Garibaldi discuteranno delle sorti dell'UE.

ROMA – A Ventotene oggi va in scena il primo significativo vertice post brexit tra i tre più importanti leader dell'Unione Europea. Matteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande si incontreranno nell'isola simbolo del Manifesto degli Stati Uniti d'Europa. All'ordine del giorno il destino del continente, che dovrà affrontare sfide difficili su più fronti.

Il vertice di Ventotene
Prima la cancelliera tedesca Angela Merkel, poi il presidente francese Francois Hollande, sono arrivati all'aeroporto di Napoli di Capodichino. Ad accoglierli intorno alle 16, con gli onori militari, il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Poi i tre leader europei si sono trasferiti a Ventotene: prima l'omaggio sulla tomba di Altiero Spinelli, quindi il trasbordo sulla portaerei Garibaldi per il vertice e la conferenza stampa prevista alle 18. Infine la cena a bordo della nave, durante la quale si svolgerà presumibilmente il confronto più importante tra Angela Merkel, Francois Hollande e Matteo Renzi, prima di tornare sulla terraferma.

Gli argomenti in agenda
Quello che va in scena a Ventotene, l'isola simbolo della nascita degli Stati Uniti d'Europa, è il primo vertice significativo post brexit tra i tre leader europei. Matteo Renzi, Angela Merkel e Francois Hollande dovranno cimentarsi in una missione quasi impossibile: porre le basi per il rilancio dell'UE senza il Regno Unito. In agenda tutti i temi più «caldi» dell'estate: dalla sicurezza al terrorismo, dall'austerity alla crescita, le relazioni con la Turchia e la guerra in Siria, i flussi migratori. Per tutta l'Europa la posta in gioco è altissima e coincide con la stessa sopravvivenza dell'Unione. Ma anche a livello personale Renzi, Merkel e Hollande hanno molto da perdere.

Le sfide di Renzi, Merkel e Hollande
Il premier italiano dovrà affrontare in autunno la scommessa sul referendum costituzionale, il presidente francese e la cancelliera tedesca si preparano alle sfide elettorali del 2017. Tutte e tre le loro poltrone vacillano sotto il pesante fardello della crisi economica e politica che l'UE sta attraversando. Una crisi strutturale di cui è essa stessa responsabile. A differenza degli Stati Uniti e del Regno Unito, infatti (dove accanto alla moneta unica esistono solidi presupposti istituzionali di unitarietà e omogeneità nella gestione delle finanze pubbliche, del debito pubblico, del mercato del lavoro e della redistribuzione dei redditi), l'Europa di Maastricht è vittima di letale paradosso: quello di subordinare la crescita economica al perseguimento dell'obiettivo della stabilità dei prezzi.

Il paradosso economico dell'UE
Come sottolinea Guido Salerno Aletta su Formiche.net, il vincolo del pareggio di bilancio, il tetto del 3% al disavanzo e il divieto del finanziamento monetario dei conti pubblici costituiscono un ossimoro con l'obiettivo della crescita economica e danno luogo a una paradossale quanto disastrosa inversione di obiettivi (la crescita) e strumenti (la politica monetaria). L'Unione Europea dei padri fondatori ha lasciato il posto a un crudele Leviatano che governa sui popoli europei imponendo il rispetto delle regole di Maastricht senza tenere più in considerazione né il perseguimento dello sviluppo economico continentale né i diritti delle sue genti. Ne è un triste esempio anche il vertice di oggi sull'isola di Ventotene.

Quale Europa?
L'Unione è composta da almeno 27 paesi (28, se consideriamo anche il Regno Unito che non è ancora uscito ufficialmente), ma questa sera a discutere – e decidere – sul destino dell'Europa saranno solo in tre. E' esattamente l'opposto dello spirito con cui è stato redatto il Manifesto di Ventotene da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Ursula Hirschmann durante il periodo del loro confino sull'isola. Il Manifesto auspicava la nascita di una federazione europea dotata di un parlamento sovranazionale eletto a suffragio universale e di un governo democratico con poteri reali in importanti settori dell'economia e della politica estera. Niente di più lontano dal vertice a tre che avrà luogo questa sera, dopo la conferenza stampa e perciò in via confidenziale, a bordo della portaerei Garibaldi.