24 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Politiche europee

Draghi, il bazooka e chi non lo vuole usare

Il dilemma all'Eurotower non è se usare o meno la propria potenza di fuoco, ma se aumentarne o meno la capacità offensiva. Si deve convincere quella parte del board guidata dalla Bundesbank di Jens Weidmann che vuole attendere gli effetti delle misure decise a giugno prima di ricorrere ad altra artiglieria

FRANCOFORTE - Come scrive il Financial Times pochissimi banchieri centrali hanno la consapevolezza del potere delle parole come Mario Draghi. Nel luglio del 2012, in piena crisi dell'euro, il numero uno dell'Eurotower dal palco di un convegno a Londra sentenziò che «l'euro è irreversibile e faremo tutto il necessario per salvaguardarlo» («whatever it takes»). Quella frase, non prevista nel testo del suo intervento, ha rappresentato la pietra angolare della politica della Bce che ha spezzato la spirale negativa che rischiava di far deflagrare la moneta unica.

L'OBIETTIVO INFLAZIONE - Al forum del 22 agosto a Jackson Hole, Draghi ha nuovamente sorpreso la platea segnalando che i mercati hanno iniziato a perdere fiducia sulla capacità della Bce di rispettare l'obiettivo dell'inflazione al 2%. Più che le ipotetiche aperture sull'utilizzo flessibile dei conti pubblici per stimolare la domanda interna nell'area euro, il passaggio principale delle parole di Draghi è stato il riferimento al trend dei prezzi al consumo. Il campanello d'allarme sull'inflazione carica di grandi aspettative la riunione del board della Bce di domani. L'Eurotower «utilizzerà tutti gli strumenti necessari per assicurare la stabilità dei prezzi nel medio termine» ha garantito Draghi.

LE OPZIONI DELLA BCE - I mercati finanziari hanno iniziato a scommettere che già domani la Bce annuncerà misure per contrastare lo spettro della deflazione che inizia a materializzarsi all'interno del club dell'euro (inflazione -0,1% in Italia e -0,5% in Spagna ad agosto). L'avvio di operazioni Quantitative Easing allargandole anche all'acquisto di titoli di Stato, l'allentamento dei criteri sulle garanzie per i finanziamenti Tltro che partiranno a metà mese, una nuova riduzione dei tassi, sono alcune delle ipotesi sulle quali gli analisti si stanno esercitando dal simposio di Jackson Hole.

IL BAZOOKA VA USATO - La Bce a giugno ha caricato il bazooka. Taglio del costo del denaro, avvio dei finanziamenti a lungo termine Tltro destinati all'economia reale fino a mille miliardi di euro, avvio dello studio di un piano di acquisti di asset backed securities (ABS). Ma il quadro economico dell'area euro sta rapidamente peggiorando. Anche la locomotiva tedesca perde colpi. Come disse nel 2008 il presidente cinese al ministro del tesoro Usa, Henry Paulson, «non sembra averle portato fortuna dire di avere il bazooka e non usarlo».

CHI FRENA DRAGHI - Il dilemma all'Eurotower non è se usare o meno il bazooka, ma se aumentarne o meno la capacità di fuoco. Draghi deve convincere quella parte del board guidata dalla Bundesbank di Jens Weidmann che vuole attendere gli effetti delle misure decise a giugno prima di ricorrere ad altra artiglieria. E qui torna in gioco la consapevolezza del potere delle parole, l'uso della retorica e la profonda conoscenza dei meccanismi dei mercati finanziari. In questa logica Draghi si avvicina ad Alan Greenspan, l'ex presidente della Fed che ha reso famosa la figura del banchiere centrale, anche grazie a frasi efficaci come «l'euforia irrazionale» a proposito di Wall Street ai tempi delle dot.com, che provocò una brusca caduta della borsa di New York.

RIPRESA, SÌ MA COME? - Gli addetti ai lavori domani passeranno allo screening l'introduzione che leggerà Mario Draghi. È molto probabile un profondo cambiamento dei primi due paragrafi dedicati alla congiuntura e all'inflazione. Tra novembre e aprile il Government Council indicava «una graduale ripresa» dell'economia dell'area euro, da maggio a luglio è diventata «moderata» mentre ad agosto la definizione è stata «moderata e irregolare». Domani la fotografia potrebbe presentare tinte ancor più fosche.

DRAGHI PRONTO A SPARARE - Ma i riflettori dei mercati saranno puntati sull'inflazione. Dal suo insediamento nel 2011 l'introduzione di Mario Draghi dopo la riunione del board ha sempre indicato che «le aspettative dei prezzi nell'area euro a medio e lungo termine rimangono ben ancorate all'obiettivo di un tasso di inflazione inferiore, ma vicino, al 2%». Se questa indicazione dovesse venire meno, in continuità con Jackson Hole, il board della Bce potrebbe prendere atto che il trend dell'inflazione richiede un immediato uso del bazooka.