«Autunno nero», la ripresa si allontana
Rientro dalle vacanze difficile per l'economia italiana, come conferma l'indice Istat del clima di fiducia dei consumatori, sceso ad agosto a 101,9 da 104,4 di luglio. Un crollo, in pratica, al punto che Confesercenti invoca un intervento immediato per «invertire il trend» alleggerendo «sensibilmente» il peso del fisco che grava su famiglie e imprese.
ROMA - Fiducia dei consumatori ancora in calo e l'autunno si prevede «nero» con la ripresa che si allontana. L'Istat certifica infatti che ad agosto l'indice del clima di fiducia diminuisce a 101,9 da 104,4 del mese precedente con la componente economica che scende a 107,6 da 114,2, mentre quella riferita al quadro personale passa a 100,1 da 101,2. Gli indici riferiti al clima corrente e futuro diminuiscono, rispettivamente, a 101,5 da 104,0 e a 103,4 da 106,2. A peggiorare sono anche i giudizi sulla situazione economica del Paese con il saldo che passa a -91 da -79. Anche per le attese si rileva un peggioramento: il saldo passa a -7 da 6. Quanto alla disoccupazione si attendono aumenti: il saldo cresce, infatti, a 56 da 53. Il saldo relativo ai giudizi sulla situazione economica della famiglia migliora lievemente passando a -55 da -56, mentre quello sulle attese diminuisce a -13 da -10. I giudizi sul bilancio familiare migliorano lievemente (a -12 da -13 il saldo).
CODACONS - Pressochè unanimi i commenti sui dati Istat che per il Codacons fanno temere «un autunno nero sul fronte dei consumi degli italiani».
«L'indice sulla fiducia dei consumatori è fortemente indicativo della propensione all'acquisto delle famiglie - spiega il presidente del Codacons, Carlo Rienzi -. Se non c'è fiducia i cittadini saranno portati a rimandare gli acquisti a tempi migliori e a ridurre all'indispensabile i propri consumi. Per tale motivo, alla luce dei dati Istat, prevediamo un autunno nero sul fronte delle vendite e dei consumi, con una ulteriore riduzione che danneggerà fortemente il commercio già messo a dura prova dai tagli operati dalle famiglie italiane», conclude Rienzi.
FEDERCONSUMATORI - Per Federconsumatori dal 2008 ad oggi il potere d'acquisto degli italiani è diminuito di oltre il 13,4% e i consumi, nel solo biennio 2012-2013, sono scesi del -8,1%. «Le condizioni economiche delle famiglie, come denunciamo da tempo, peggiorano in maniera allarmante. Una crisi della domanda di mercato che - osserva l'Associazione - continua a ripercuotersi pesantemente sull'intero sistema economico, trascinando al ribasso produzione ed occupazione». Per Federconsumatori quindi «è necessario che il governo si decida a dare delle risposte concrete ai cittadini, in termini di rilancio del potere di acquisto e di ripresa dell'occupazione. In tal senso è indispensabile, come sosteniamo da tempo, l'avvio di un piano straordinario per il lavoro, specialmente per i giovani».
CONFESERCENTI - Secondo Confesercenti «l'ondata di fiducia registrata nei primi sei mesi dell'anno sembra già svanita. E dopo un'estate fredda, gli italiani prevedono un autunno difficile per il Paese e si preparano a stringere ulteriormente la cinghia. Ecco perchè bisogna ridurre le tasse». Per la confederazione «a pesare sono soprattutto le prospettive economiche dell'Italia, ma anche l'aumento di tributi e tariffe locali, a partire da Tari e Tasi. Se non si interverrà per invertire il trend - continua Confesercenti -, il diffuso clima di incertezza avrà pesanti conseguenze sulle vendite della prossima stagione, assestando un nuovo, duro colpo alla domanda, come ci segnala anche il crollo delle intenzioni di acquisto di beni durevoli».
NOMISMA - «Il nuovo calo della fiducia dei consumatori italiani (quattro punti percentuali di discesa tra maggio e agosto) aggiunge un ulteriore tassello al flusso di informazioni negative sullo stato della congiuntura europea e italiana». Lo sottolinea Sergio de Nardis capo economista di Nomisma commentando il dato Istat. «Sono dati di clima di opinione che si riferiscono al terzo trimestre e sembrano confermare che la ripresa europea, se mai c'è stata, si è arenata, mentre l'Italia si muove lungo un profilo di strisciante stagnazione - spiega De Nardis -. Nel dettaglio della fiducia dei consumatori italiani, colpisce il forte calo dei giudizi sulla situazione dell'economia (10 punti di caduta tra maggio e agosto), mentre una migliore tenuta è evidenziata da quelli relativi alla situazione personale su cui potrebbe incidere un andamento non più in flessione dei redditi disponibili delle famiglie».
CONFEURO - Per il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso. «il terzo calo consecutivo della fiducia dei consumatori rilevato dai dati Istat nel mese di Agosto evidenzia la gravità della situazione economica e l'urgenza di riforme in grado di ridisegnare un futuro per il settore agricolo nostrano». Secondo Tiso «l'attuale indice di fiducia è arretrato a 101,9 punti (era a 104,4) e questo stride fortemente con i messaggi lanciati dal governo negli ultimi mesi e mostra in tutta chiarezza le perplessità degli italiani. Come Confeuro abbiamo più volte esortato l'esecutivo a limitare le promesse e a distinguersi per le azioni intraprese a sostegno del mondo agricolo, ma l'invito è caduto ancora una volta nel vuoto».
UNIMPRESA - Secondo il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, «il calo della fiducia dei consumatori fotografa una situazione che le aziende italiane, soprattutto le micro e le piccole imprese, conoscono purtroppo da tempo. Per gli ultimi quattro mesi del 2014 intravediamo seri rischi per i consumi che, a loro volta, potrebbero spingere il 2014 verso un'altra recessione». Secondo Longobardi «il governo, nel consiglio dei ministri in programma venerdì, deve dare una risposta importante agli imprenditori italiani; ci aspettiamo che il decreto sblocca Italia rappresenti un input di fiducia significativo: non servono pannicelli caldi, ma misure concrete».
INSESA SAN PAOLO - Per Paolo Mameli, Senior Economist Servizio Studi Intesa Sanpaolo «Il dato non intacca la possibilità di un ritorno in territorio (lievemente) positivo del PIL nel trimestre in corso, segnala però che non è dai consumi (ma semmai dagli investimenti) che è lecito attendersi un (modesto) recupero congiunturale». Secondo Mameli però «il clima non è ancora maturo per una significativa ripresa della spesa delle famiglie, evidentemente frenate dalla persistente incertezza nonostante il recente rimbalzo dai minimi del reddito disponibile reale».
COLDIRETTI - Per Coldiretti invece «a far scendere la fiducia dei consumatori ha contribuito il flop dell'estate con il maltempo che ha condizionato le vacanze degli italiani ed ha avuto un impatto devastante dal punto di vista economico ed occupazionale per il turismo e l'agricoltura che contano perdite superiori al miliardo». Secondo la confederazione «quest'anno si è verificata una riduzione del 25 per cento del budget familiare delle vacanze estive rispetto al 2008 con una spesa media per persona pari 665 euro secondo Coldiretti/Ixè. Un andamento che si è tradotto negativamente sulle imprese impegnate nel settore turistico e su tutti quei profili professionali utilizzati dalle strutture vacanziere come cuochi, camerieri, addetti all'accoglienza, all'informazione, ai servizi e all'assistenza alla clientela».