Milan: tutti sotto processo, ma è chiaro di chi sono le colpe
Dopo la disfatta nel derby, primo momento di crisi in casa Milan. Sotto accusa il tecnico Giampaolo, ma c’è chi è molto più responsabile di lui.
MILANO - È partita la corsa ad impallinare Marco Giampaolo. Non c’è tifoso rossonero che negli ultimi giorni non si sia scagliato più o meno pesantemente nei confronti del tecnico nato a Bellinzona. Le ragioni paiono evidenti: assoluta mancanza di qualità di gioco, fase offensiva ai minimi storici, tiri in porta con il contagocce dopo 4 turni di campionato, utilizzo fin troppo parsimonioso dei nuovi acquisti, fiducia esagerata nei vari Suso, Calhanoglu, Biglia etc. etc., ma soprattutto una quasi totale assenza di verve, di carica agonistica e di determinazione, tutte qualità che in situazioni di povertà creativa in avanti possono servire a limitare i danni.
Ok, nulla da dire. L’imputato Giampaolo è da considerarsi colpevole, anche se, come ribadito da qualche settimana, noi saremmo per lasciare l’allenatore rossonero lavorare tranquillo perchè certi sistemi di gioco non si metabolizzano da un giorno all’altro. Serve tempo, quel tempo che però nessuno al Milan sembra voler dare all’ex Samp.
La scelta
E qui veniamo alle dolenti note, perchè se Marco Giampaolo è stato scelto per rilanciare il marchio dell’Ac Milan in Italia e nel mondo, qualcuno deve prendersene la responsabilità. Ovvio che il dito finisca puntato contro i profili fin qui rassicuranti di Paolo Maldini e Zvonimir Boban. Sentire le due colonne rossonere garantire ad inizio stagione per il nuovo tecnico, celebrando le sue indiscusse doti, ha rappresentato per la tifoseria milanista un’ampia garanzia. Oggi tutte le illusione estive si sono sgonfiate sull’altare dell’inconsistenza della squadra, troppo brutta per essere vera, ma troppo vera per sperare solo in un brutto sogno.
Integralista
Spiace dirlo, ma i responsabili di questo sfacelo non possono essere che quei due, Paolo e Zorro, Zorro e Paolo. Quei due per cui Silvio Berlusconi ha usato parole di cartavetrata dicendo: «Ho tifato per loro da calciatori, per il resto passiamo oltre».
Ora, non è che le parole del principale artefice degli ultimi 7 anni di agonia milanista debbano diventare oro colato, ma se analizziamo la situazione non possiamo che trovarci d’accordo con l’imperatore di Arcore.
Punto primo: Giampaolo sulla panchina del Milan l’hanno voluto espressamente Maldini e Boban. E già qui si potrebbe discutere. Perchè se prendi un tecnico «giochista» come l’ex Samp, e anche discretamente integralista per quanto riguarda moduli e schemi, poi devi allinearti ai suoi desiderata.
Mercato flop
Per intenderci, non è come prendere Allegri che è un autentico fuoriclasse nel plasmare la squadra a seconda dei giocatori che ha a disposizione (per conferma andate a guardare quanti moduli ha cambiato la Juve nei suoi 5 anni di successi). Marco Giampaolo è bravissimo a far giocare bene le sue squadre con il 4-3-1-2 e da lì non si scappa. E allora tu dirigente del Milan che scegli un tecnico del genere per consegnargli le chiavi di Milanello, perchè poi fai un mercato tanto scombiccherato? Non solo Boban e Maldini si sono rivelati incapaci di cedere anche solo un attaccante esterno (tra Suso, Castillejo e Borini, almeno un paio sono in sovrannumero), ma ne hanno acquistati altri due (Rebic e Leao) per colmare il mancato arrivo di un trequartista, autentico centro di gravità permanente di Giampaolo, con il folle corteggiamento a Correa durato due mesi. La nitida fotografia dell’inadeguatezza della dirigenza rossonera.
L’unica speranza
E allora di chi è la colpa se adesso il Milan è in queste condizioni? Spiace dirlo, ma non può bastare una straordinaria carriera da calciatore per improvvisarsi dirigente. Maldini e Boban hanno dimostrato di essere ad anni luce di distanza da quelle vecchie volpi del mercato tipo Marotta, Ausilio, Paratici etc. etc. Con tutto l’amore che l'intero popolo milanista nutre per Zorro e Paolo per quanto hanno fatto con gli scarpini ai piedi, oggi ai piani alti di via Aldo Rossi c’è bisogno di ben altra esperienza e lungimiranza. Adesso l’unica speranza è che Paolo e Zorro capiscano la necessità di arroccarsi a difesa del tecnico in attesa che Giampaolo riesca a tirare fuori il meglio da una squadra costruita male. In alternativa, ci aspetterà un’ennesima annata di transizione e i responsabili principali non potranno essere che Maldini e Boban.
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