Milan, gioventù o esperienza? La risposta arriva dal campo
In Coppa Italia con la Juve hanno fallito i giovani, contro l’Atalanta hanno toppato i più esperti. La verità è che al Milan serve ben altro.
MILANO - Ed ora come la mettiamo con i vari giudizi tecnici sulle scelte più o meno condivisibili di mister Gattuso? Eravamo fermi al mortificante post finale di Coppa Italia, quando il Milan più giovane di tutta la stagione veniva preso a pallonate dalla spietata Juventus, sacrificando sull’altare dell’inesperienza i vari Donnarumma, Calabria, Locatelli e Cutrone, indiscutibilmente i peggiori in campo per i rossoneri.
Logica e scontata la decisione di mister Gattuso di sovvertire le gerarchie in vista di un altro incontro altrettanto importante, quello di domenica scorsa contro l’Atalanta. Quindi a riposo i ragazzini terribili cresciuti nel vivaio del Vismara - tutti tranne l’intoccabile Donnarumma - e spazio ai più esperti Abate, Biglia, poi sostituito da Montolivo, e Kalinic.
Deludenti i vecchi
Bilancio del pomeriggio bergamasco: migliori in campo i giovani Kessiè e Romagnoli, peggiori per distacco i grandi vecchi dello spogliatoio rossonero, Abate (protagonista in negativo, ancor più di Gigio Donnarumma, del pareggio di Masiello nei minuti di recupero) e Montolivo, capace di farsi cacciar via per un’entrata scriteriata ai danni di Gomez pochi minuti dopo l’espulsione di Toloi. Gesto incomprensibile che ha ristabilito la parità numerica e di fatto ha restituito ai nerazzurri la linfa vitale per tentare l’ultimo disperato assalto alla porta di Gigione nostro.
Manca qualità
Logico quindi arrivare ad una considerazione definitiva a proposito del dubbio amletico che da qualche giorno riempie le stanze di Milanello: gioventù o esperienza. L’unica verità ormai assodata è che non è la carta d’identità a fare la differenza. Al Milan non servono giovani dal futuro roseo ma dal presente impalpabile, così come non servono uomini esperti che poi si sciolgono come neve al sole al momento del bisogno.
In rossonero occorre portare giocatori di qualità indiscutibile, indipendentemente dall'anno di nascita. Continuare a insistere su calciatori di dubbio valore (Locatelli, Rodriguez, Kalinic, Abate, Montolivo, giusto per sintetizzare un mix tra giovani e meno giovani) è fallimentare. È questa l’unica certezza da cui ripartire.
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