19 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Calcio | Nazionale

Milan, è il momento della riflessione: tre questioni da analizzare

Dopo la disfatta interna contro il Benevento, in casa Milan è arrivata l’ora degli approfondimenti. Sul tavolo tre problematiche piuttosto evidenti da studiare e risolvere in fretta per non distruggere quanto fatto finora.

Tutta la rabbia di Gattuso al termine della partita con il Benevento
Tutta la rabbia di Gattuso al termine della partita con il Benevento Foto: ANSA

MILANO - Si fa fatica a metabolizzare una battuta d’arresto pesante e inaspettata come quella che il Milan di Gattuso si è cercata contro il Benevento con una prestazione «imbarazzante», per stessa ammissione del tecnico calabrese. Ma ora è il momento delle analisi, dei bilanci, delle valutazioni, perchè un club glorioso come l’Ac Milan non può permettersi di restare fuori dall’Europa, a maggior ragione dopo aver speso - o forse dovremmo dire sperperato - circa 230 milioni in estate. Sono tre le questioni sul piatto, emerse alla fine di questo mese horribilis che ha inchiodato i rossoneri alla miseria di 4 punti in 6 partite e ad un settimo posto che non ammette giustificazione. Tre problematiche che ci auguriamo siano finite sotto la lente d’ingrandimento sia in via Aldo Rossi che a Milanello perchè errare è umano, perseverare è diabolico.

La stanchezza
Primo problema. Negli ultimi giorni si è fatto un gran parlare della stanchezza di cui sarebbero vittime i rossoneri. La sensazione è che per quanto Gattuso possa aver spremuto i suoi calciatori nei primi tre mesi dell’anno, è inaccettabile che la resistenza di professionisti come quelli che indossano la gloriosa casacca rossonera possano avere un’autonomia così limitata. Un discorso più o meno analogo è stato fatto anche nei confronti del Napoli, con una differenza però non di poco conto: gli azzurri hanno iniziato a fine agosto a spingere il piede sull'acceleratore e macinare punti ed avversari, sempre con la stessa formazione e lasciando poco spazio al turn over, e se ad aprile sono arrivati sulle gambe è perfino comprensibile. Il Milan invece ha iniziato il proprio personalissimo campionato nel 2018, perfino con richiamino di preparazione voluto da Gattuso. E no, non è giustificabile che arrivati ad aprile nessuno si regga più in piedi.

Le motivazioni
Secondo problema. Un’altra delle possibili ragioni addotte dai tanti opinionisti e addetti ai lavori è il crollo delle motivazioni dopo il definitivo abbandono delle speranze Champions. Argomento che potrebbe perfino avere una sua logica, se non ci fosse di mezzo una qualificazione in Europa League ancora ben al di là da venire e soprattutto una finale di Coppa Italia contro la Juventus da onorare e possibilmente da vincere. La letteratura del calcio ci insegna che se si stacca la spina è poi molto difficile riattaccarla per una partita secca. Ragion per cui ora è fondamentale che Rino Gattuso entri nella testa dei suoi ragazzi per convincerli che la stagione non è ancora terminata e c’è ancora parecchio lavoro da portare a termine. Pena il fallimento di tutti.

La qualità della rosa
E per finire c’è il problema legato all’aspetto tecnico, altrettanto ricco di spunti interessanti. La rosa del Milan, malgrado i notevolissimi investimenti estivi e i tanti acquisti di qualità messi a segno dalla premiata ditta Fassone e Mirabelli, ha ancora qualche lacuna piuttosto evidente ed è importante che chi di dovere ne prenda atto. È bastato ad esempio lo stop inatteso di Hakan Calhanoglu per scombussolare del tutto i piani tattici di mister Gattuso: a Torino, mantenendo inalterato il modulo e sostituendo il turco con Borini, con risultati non propriamente esaltanti; contro il Benevento, cambiando addirittura sistema di gioco e lasciando in panchina anche Suso, peggio che andar di notte.
La verità è che in questa squadra ci sono troppi calciatori senza alternative credibili (concetto che oltre ai due fantasisti dell'attacco potrebbe essere esteso anche a Kessiè e Bonaventura, tanto per citarne due). Il Milan della prossima stagione ha bisogno di innesti di qualità in ruoli chiave e se nelle ultime partite (in special modo contro il Napoli) si è appurato con discreti margini di sicurezza che la coppia titolare di difensori centrali - Bonucci e Romagnoli - può contare su un back up quasi altrettanto affidabile - Musacchio e Zapata - non si può affermare lo stesso per qualche altro titolarissimo rossonero.
Il rischio invece è quello di rottamare totalmente l’ultimo mercato, mentre invece potrebbe bastare un mercato intelligente volto a puntellare l’attuale rosa con qualche acquisto mirato in grado di colmare gli attuali limiti del Milan. La speranza è che in via Aldo Rossi qualcuno lo capisca.