29 marzo 2024
Aggiornato 00:30
Calcio - Serie A

Cessione Milan: siamo alla svolta finale

C’è ancora qualche perplessità sui nomi dei magnati cinesi coinvolti (Jack Ma, Li Ka Shing e Robin Li) ma non c’è più alcun dubbio sul fatto che l’operazione si concluderà e molto presto il Milan diventerà cinese. Silvio Berlusconi avrebbe dato il suo assenso e si attende solo la chiusura della trattativa.

MILANO - Piano piano - ma mica poi tanto - il Milan sta per cambiare faccia.  Non più il profilo rubicondo di Silvio Berlusconi a fare capolino dall’ingresso sontuoso di Casa Milan, ma gli occhi a mandorla di qualche imprenditore cinese di cui ancora non si riesce a tracciare un identikit a prova di smentita.
E a proposito di smentite, tra tutte quelle arrivate oggi da ogni angolo di mondo, va registrata anche quella non ufficiale giunta nel pomeriggio dalla Fininvest che tramite un non ben identificato portavoce ha tenuto a negare le voci rimbalzate questa mattina - sui siti di Repubblica e del Corriere dello Sport - in merito ad un’improvvisa accelerazione della trattativa per la cessione del Milan ad una cordata cinese per 700 milioni di euro. 

Jack Ma e Alibaba
Per la cronaca, le voci raccolte oggi parlano di un coinvolgimento del magnate cinese Jack Ma, deus ex machina di Alibaba, colosso dell’e-commerce, comproprietario del Guangzhou Evergrande e considerato a buona ragione uno degli uomini più ricchi del mondo.
Fatta salva l’alzata di spalle con cui dal settore relazioni esterne dell’azienda hanno commentato la notizia («No comment su certi rumors»), l’ipotesi Jack Ma solleticherebbe e tanto i tifosi rossoneri. Il 52enne imprenditore e fondatore di Alibaba nel 1999 (oggi la compagnia Alibaba group comprende Taobao - l’ebay cinese -, Aliplay - un sistema di pagamento elettronico -, Weibo - il Twitter della Cina - e Alibaba pictures) ha già dimostrato di aver un buon feeling con gli investimenti nel mondo del calcio, tanto da aver versato nel club guidato in passato da Marcello Lippi e Fabio Cannavaro ben 192 milioni di dollari. Secondo alcune indiscrezioni oggi il magnate cinese sarebbe pronto ad entrare pesantemente nel calcio europeo e per farlo avrebbe scelto un club con una storia centenaria di successi come il Milan. 

L’alternativa Hutchison Whampoa
Nemmeno il tempo di metabolizzare il nome di Jack Ma, e subito ha preso corpo un’altra candidatura importante, quella di Li Ka Shing, proprietario di Hutchison Whampoa, gruppo leader nel mondo delle telecomunicazioni, assurto agli onori delle recenti cronache economiche per la gestione dell’accorpamento tra la 3 e Wind.
Che si tratti di Alibaba, di Hutchison Whampoa, o anche di Robin Li (il nome  del sesto uomo più ricco della Cina che era circolato nei giorni scorsi) in ogni caso il Milan finirebbe in buone mani. E se non proprio così buone quanto meno ricchissime. E già questo dovrebbe rappresentare una discreta garanzia di serenità per l’inquieto popolo rossonero.

La garanzia del governo cinese
Ad offrire adeguati margini di tranquillità ai tifosi del Milan dovrebbe essere però un’altra fondamentale considerazione. A differenza di transazioni come quelle che hanno visto l’avvento di Erick Thohir alla guida dell’Inter, Pallotta alla Roma, Saputo al Bologna o anche Abramovich al Chelsea, operazioni che avevano quali protagonisti investitori privati pronti ad investire nel calcio per ottenere profitti, qui siamo di fronte a qualcosa di completamente diverso. Che si tratti di Jack Ma, di Li Ka Shing o di Robin Li, stiamo parlando in ogni caso di un acquisto voluto e gestito direttamente dal governo cinese.

Al Milan per vincere
Come spesso è stato ricordato, quello di Pechino è un capitalismo di stato e come tale l’investimento nel calcio di prima fascia, nella fattispecie rappresentato dal Milan, non è funzionale ad un mero guadagno commerciale. L’obiettivo del governo cinese è quello di entrare in un mercato dal quale finora è stato escluso. E certamente non sbandierando un vessillo con su scritto il decouberteniano «L’importante è partecipare». Se la Cina prepara un’invasione nel football di casa nostra è solo per una ragione: trionfare, costruirsi un’immagine vincente anche nel calcio e magari ottenere i crediti necessari per organizzare i Mondiali del 2022.
E allora, a dispetto di quanti ancora storcono il naso al pensiero di vedere il glorioso Milan in mani straniere, ben vengano i cinesi, soprattutto se riusciranno nell’intento di rilucidare l’immagine del club più titolato al mondo. 古拉爵支那