Milan, mister Mihajlovic confuso e infelice
A pochi giorni dal match contro il Torino, decisivo per il prosieguo della stagione del Milan, il tecnico Mihajlovic sembra intenzionato a cambiare modulo. L’unica certezza è il pressoché scontato abbandono del 4-3-1-2. La panchina rossonera è già a rischio.
MILANO - 4-2-2 o 4-3-3? Questo è il dilemma, direbbe Guglielmo Shakespeare, se dovesse oggi provare a descrivere lo stato d’animo turbato del nuovo allenatore del Milan, Sinisa Mihajlovic. Un dubbio amletico che turba i sonni del tecnico rossonero ancor più dell’altro inquietante mistero che avvolge Milanello: chi saranno gli undici titolari che sabato prossimo a Torino affronteranno i granata di Ventura?
Una doppia decisione, l’una diretta conseguenza dell’altro, particolarmente importante per il futuro del Milan e naturalmente anche per Mihajlovic, già ad uno snodo cruciale della stagione dopo appena 7 giornate di campionato.
Addio al modulo con il trequartista
L’unica certezza è che a Milanello è giunta l’ora di cambiare. Non è ancora ben chiaro verso quale direzione sia orientato il tecnico serbo, ma pare ormai scontato che il 4-3-1-2, modulo tanto caro al presidente Berlusconi, sia votato al prepensionamento. E non potrebbe essere altrimenti vista l’assoluta inadeguatezza di questo sistema di gioco alle caratteristiche tecnico-tattiche dell’accozzaglia di calciatori messa insieme in maniera confusa e disordinata dall’amministratore delegato Adriano Galliani.
Il fallimento di Honda e Suso
Sembra assurdo, ma pare che nei numerosi summit di mercato organizzati tra Arcore, Casa Milan e Milanello, nessuno si sia finora reso conto che nella rosa del Milan manca un trequartista di ruolo, ovvia e scontata conditio sine qua non per poter adottare un modulo che nasce esclusivamente per mettere in risalto la fantasia e la genialità di un uomo con determinate caratteristiche. Vani i tentativi di fare emergere le qualità di Honda (il samurai giapponese è ormai definitivamente in letargo), di fare esplodere quelle del giovane Suso (dicesi mission impossible) o di riciclare i vari Bonaventura, Bertolacci, Balotelli e tutti i calciatori rossoneri il cui cognome inizia con la lettera B, in un ruolo che non gli appartiene.
A Milanello si cambia
Ecco allora la soluzione a tutti i problemi tattici del Milan, cambiare sistema di gioco. Ma quale modulo adottare? Meglio puntare sul 4-4-2, meno rischioso e maggiormente idoneo a coprire le magagne dei rossoneri in difesa, oppure ritornare al 4-4-3, più congeniale ai calciatori del Milan e allo stesso allenatore, per averlo praticato spesso e volentieri nelle ultime stagioni?
È probabile che Sinisa Mihajlovic voglia lasciarsi questi ultimi giorni di allenamento per sciogliere la prognosi, anche perché a Milanello in questi giorni sono davvero in pochi ad allenarsi vista l’emorragia di calciatori partiti con le varie nazionali.
A Monza i primi tentativi di 4-4-2
Già nel corso dell’amichevole organizzata contro il Monza, il tecnico rossonero aveva appeso davanti allo spogliatoio del Milan il cartello «Lavori in corso», cambiando modulo a metà partita per provare il 4-4-2. L’esame non deve aver soddisfatto granché il tecnico serbo perché appena tornato a Milanello sono iniziate le grandi manovre per mettere in piedi in dignitoso 4-3-3.
In entrambi i casi, pare proprio che per Alessio Cerci sia arrivato il momento di essere tirato fuori dalla naftalina. L’ex granata dovrebbe partite titolare, o schierato da laterale destro in un centrocampo a 4 oppure da attaccante esterno in un modulo a tre punte. Più o meno quello che toccherà a Jack Bonaventura sull’altra fascia.
In dubbio la presenza di Luiz Adriano
In discussione casomai c’è l’utilizzo eventuale del secondo attaccante. Data per scontata la presenza al centro del reparto offensivo rossonero di Carlos Bacca, il dubbio è legato a Luiz Adriano: se Mihajlovic opterà per un 4-4-2, sarà lui ad affiancare il colombiano, altrimenti al brasiliano toccherà la panchina a favore di un altro centrocampista (Kucka o de Jong) a rinforzare la mediana milanista.
Quasi un paradosso, il modulo sulla carta più offensivo rischia di venire privilegiato perché consentirebbe l’impiego di un giocatore di sostanza in più in mezzo al campo. La spiegazione sta tutta nelle caratteristiche ultra-offensive degli esterni rossoneri, che trasformerebbero in fretta il 4-4-2 in un 4-2-4. Un azzardo che al momento il povero e derelitto Milan non può proprio permettersi.
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