25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Calcio | Serie A

Alla faccia della crisi: è ItalMilan

Ben cinque rossoneri convocati da Conte, più altri 7 sparsi in giro per il mondo. Il Milan in crisi presta 12 calciatori alle nazionali, a conferma che forse lo zoccolo duro non è poi così malvagio

Alla faccia della crisi: è ItalMilan
Alla faccia della crisi: è ItalMilan Foto: ANSA

MILANO - «Il periodo difficile della Nazionale italiana ha una triste e sfacciata conferma: la convocazione di ben 5 milanisti per la doppia sfida contro Azerbaigian e Norvegia». È solo uno dei tanti sarcastici commenti apparsi nei giorni scorsi sui social network, dopo la scoppola rimediata dal Milan in casa contro il Napoli.
Battute più o meno felici a parte, resta il fatto che davvero 5 rossoneri faranno parte della doppia spedizione azzurra alla conquista dell’Europeo di Francia 2016: Bonaventura, De Sciglio, Bertolacci, Montolivo, Antonelli. Una volta la Nazionale rappresentava il meglio del calcio italiano, la summa di quanto di buono visto in campionato. Oggi evidentemente il football di casa nostra non produce nulla di meglio dei tanti derelitti rossoneri e questo non è un bel segnale in ottica futura. È pur vero che scorrendo la classifica della nostra serie A, tutte le prime sono imbottite di stranieri e, a parte la Juventus ancora legata alla solidissima difesa all-italian, solo il Milan pare votato alla scelta di puntare sull’azzurro come colore dominante in squadra.

12 rossoneri in giro con le nazionali
Ma non è finita qui, perché oltre ai 5 rossoneri precettati dal dal ct azzurro Antonio Conte, in questi giorni a Milanello mancheranno anche Bacca e Zapata, in giro con la Colombia, Honda chiamato dal Giappone, Kucka dalla Slovacchia, oltre a Romagnoli, Calabria, e Rodrigo Ely, sparsi nelle varie nazionali giovanili.
Totale ben 12 rossoneri in nazionale. «Degli undici in campo con il Napoli 8 sono stati convocati nelle nazionali. Senza contare che pure Romagnoli, Calabria e Honda sono impegnati con le proprie rappresentative. Si vede che anche i ct sono rimbambiti…», le parole sferzanti che filtrano da Casa Milan - sponda Galliani - diffuse ad arte per difendere il lavoro del vecchio amministratore delegato rossonero.

Al Milan nessuno è esente da colpe
Peccato che però in questo modo si scarichino tutte le colpe su Sinisa Mihajlovic, evidentemente non ancora capace di far rendere al meglio un patrimonio umano così ben considerato da fior di commissari tecnici.
La verità come sempre sta nel mezzo. Perché è vero che il Milan non è così scarso come lo si dipinge in questi giorni e che la quantità di talento a disposizione del tecnico serbo è sufficiente per offrire prestazioni dignitose, ben al di sopra di quanto mostrato finora dai rossoneri, ma è altrettanto vero che alla rosa rossonera mancano almeno 2-3 tasselli fondamentali per rendere un insieme di discreti giocatori un buon progetto di squadra.

Galliani e Mihajlovic, quanti errori
Come spesso abbiamo sottolineato su queste pagine il Milan attuale è una squadra costruita male e gestita peggio e le colpe di questo ennesimo e inaccettabile fallimento rossonero vanno equamente distribuite tra Adriano Galliani e Sinisa Mihajlovic. L’Ad ha la responsabilità di aver speso male i tanti soldi immessi sul mercato, senza un guizzo, un’intuizione, una scoperta, un affare, solo calciatori sopravvalutati e strapagati oltre il lecito nel tentativo maldestro di nascondere le iniziali figuracce legate a Kondogbia e Jackson Martinez.
All’allenatore rossonero però va affibbiato l’avallo di una campagna acquisti tanto sconclusionata e soprattutto l’incapacità di riuscire a dare un’identità precisa ad una squadra in evidente difetto di personalità e cifra tecnica.

A Torino, dopo la sosta, si decide il futuro di tutti
Mal comune mezzo gaudio? Nemmeno per sogno. Oggi i tifosi del Milan non sono più disposti a perdonare niente e nessuno e i diretti interessati lo stanno scoprendo sulla loro pelle. L’augurio è che questa sosta per le nazionali restituisca a mister Mihajlovic giocatori rinfrancati dall’evasione in nazionale e soprattutto la serenità necessaria per riprendere in mano le redini del gruppo. Il prossimo turno di campionato, a Torino contro i granata di Ventura, potrebbe già essere decisivo per le sorti di tutti.