25 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Calcio - Serie A

Milan, cronaca di un fallimento annunciato

All’indomani della terrificante mazzata incassata a San Siro dal Napoli ci si interroga sui perché di un’altra stagione all’insegna della sofferenza

Adriano Galliani, principale imputato del fallimento rossonero
Adriano Galliani, principale imputato del fallimento rossonero Foto: ANSA

MILANO - La rivolta esplode sul web. Nemmeno il tempo di metabolizzare l’ennesima sconfitta in campionato, la quarta in sette giornate, e tra i tifosi rossoneri è deflagrata una protesta compatta, rumurosa, sofferta. Anche il Napoli, dopo Fiorentina, Inter e Genoa (senza dimenticare Empoli, Palermo e Udinese, sconfitti di misura a prezzo di inenarrabili difficoltà) ha passeggiato sui resti di quello che fu il club più titolato al mondo e non c’è più tempo né spazio per la comprensione e la tolleranza.
Naturale d’altronde, visti i quasi 90 milioni spesi sul mercato e i conseguenti proclami di vittoria, come al solito sbandierati senza ritegno da Berlusconi e Galliani ad inizio stagione, quasi a voler esorcizzare in anticipo il pericolo di un’ennesima stagione fallimentare.

Galliani principale imputato

E invece il timore di un altro anno senza nulla per cui gioire, esultare, abbracciarsi, si fa sempre più concreto. Il Milan di Mihajlovic proprio non riesce ad ingranare e all’indomani della mazzata partenopea, resa ancora meno digeribile dai quattro babà recapitati da Lorenzo Insigne a Casa Milan, è partita la caccia al colpevole.
Inutile dire che il principale imputato ha il volto grifagno e il colorito giallognolo - come la sua cravatta d’ordinanza - di Adriano Galliani. Entrato da diversi mesi ormai nel mirino della curva, fin dall’inizio schierata con Barbara Berlusconi nella sconveniente lotta di potere in via Aldo Rossi, l’amministratore delegato per la parte sportiva è riuscito a catalizzare su di sé gli strali velenosi di critica e pubblico, ottenendo un plebiscito di dissensi che mai nessuno forse aveva mai raggiunto.

Quasi 90 milioni spesi decisamente male

La ritrovata disponibilità economica, garantita da Silvio Berlusconi in uno slancio di partecipazione emotiva e di passione rossonera (favorita ovviamente anche dal - si spera - imminente ingresso di capitale orientale in società), ha avuto un effetto controproducente su Adriano Galliani. Perché se in tempi di carestia tutto gli era perdonato e gli si riconosceva l’ingrato compito di dover fare le nozze con i fichi secchi, da questa lunga e ricca estate di mercato ci si aspettava quel salto di qualità che invece è solo un miraggio. 30 milioni spesi per Bacca, 25 per Romagnoli, 20 per Bertolacci, 8 per Luiz Adriano, 3 per Kucka (totale 86), senza aver costruito nemmeno la parvenza di una squadra decente.

Tanti gli errori di gestione della squadra

Malgrado l’emorragia di milioni, infatti, in difesa continua ad essere titolare Cristian «calamitànaturale» Zapata, a centrocampo giocano praticamente tutti fuori ruolo, i due attaccanti restano spesso e volentieri abbandonati a sé stessi e soprattutto ci si ostina a puntare su un modulo, il 4-3-1-2, che ruota attorno ad un ruolo chiave, quello del trequartista, senza che a Milanello ce ne sia uno decente. In sede di campagna acquisti Galliani non si é preoccupato di turare questa falla, supportato nell’errore dal tecnico Mihajlovic che si è dichiarato soddisfatto del materiale umano a sua disposizione, ed ora è il Milan a pagarne le conseguenze.

Honda: «Al Milan serve cambiare tutto»

A tutto ciò aggiungiamo le evidente pecche caratteriali di una squadra senza personalità (dove sono verve, vitalità, energia, capacità di reagire, tutte quelle qualità che il sergente di ferro Sinisa avrebbe dovuto infondere ai suoi ragazzi fin dal primo allenamento?) ed ecco delineati in maniera sconfortante i contorni di una crisi che sembra infinita.
E in questo caos a tinte rossonere, le dichiarazioni di Keisuke Honda fanno ancora più rumore: «Negli ultimi anni il Milan ha mandato in campo tanti uomini e quest’anno ha speso cento milioni, ci sono tanti nazionali, eppure come mai non riescono a rendere quando arrivano al Milan? Per cambiare questo club occorre modificare totalmente i criteri di valutazione da parte di tutti: dirigenza, tecnico, tifosi e media. So che riceverò critiche per queste parole, ma sono importanti per il futuro del club».
Speriamo che lassù ad Arcore e anche ai piani alti di via Aldo Rossi qualcuno raccolga l’appello del samurai giapponese, forse inadatto per qualità tecnico-tattiche a vestire la maglia rossonera, ma - grazie alle sue parole affilate come lame - finalmente utile alla causa.