28 maggio 2023
Aggiornato 14:00
Dove tutto iniziò 10 anni fa con Veltroni

Lingotto '17, il ritorno a casa di Renzi per rilanciare il Pd

Tre giorni di dibattiti e confronto per far risorgere il Partito democratico: non sarà una Leopolda bis, assicurano, ma un momento di riflessione, dialogo e approfondimento

Il segretario del Pd Matteo Renzi al Lingotto
Il segretario del Pd Matteo Renzi al Lingotto Foto: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO ANSA

TORINO - "Ritorno a casa per ripartire insieme». Così Matteo Renzi riunisce i suoi in queste ore, fino a domenica, al Lingotto a Torino, dove il Pd a vocazione maggioritaria è nato dieci anni fa con Walter Veltroni. Il Lingotto non a caso, ovviamente: è il luogo da cui il Partito democratico cercò di darsi una propria identità culturale e politica, dunque questo, almeno nelle intenzioni, non sarà una Leopolda bis, ma «un momento di riflessione, di dialogo, di approfondimento» assicura il leader del partito. «Cercheremo di dircele tutte: cosa abbiamo fatto, cosa dovevamo fare meglio, cosa potremo fare per il Pd, per l'Italia, per l'Europa. Dopo che per mesi la politica italiana ha discusso del niente è arrivato il momento di tornare a elaborare proposte, idee, sogni».

Chi ci sarà
Ci saranno tutti, o quasi: il premier Paolo Gentiloni non poteva mancare, e anche numerosi ministri ed esponenti del governo: da Pier Carlo Padoan a Maria Elena Boschi, da Dario Franceschini a Graziano Delrio, e poi ancora Marco Minniti, Roberta Pinotti, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, Piero Fassino e l'ex ministro degli Esteri Emma Bonino. Ci sarà persino il fedelissimo di Matteo Luca Lotti, indagato.

Il programma
Insomma, Renzi vuole a tutti costi lasciare fuori le questioni personali, babbo Tiziano, l'affaire Consip e tutto il resto, e «parlare delle cose che stanno veramente a cuore alle persone». Vedremo... Chiusi in un rettangolo di 140 metri per 50 costellati di blu e rosso («Volevo un blu istituzionale e il rosso, un colore che mi appartiene»), i democratici, o presunti tali, proveranno a discutere del programma: 12 gruppi di lavoro tematici, la cui base è già stata messa a punto da Tommaso Nannicini, famoso economista e già sottosegretario a Palazzo Chigi. Alle 18, dopo il saluto iniziale di Renzi, saranno aperti i workshop paralleli dei gruppi di lavoro tematici. Domani mattina si terrà il dibattito politico in sessione plenaria mentre nel pomeriggio sarà di nuovo dato spazio ai workshop. La domenica sarà occupata dal dibattito politico e dalla sintesi dei workshop, prima della chiusura del lider maximo Renzi. Vediamoli dunque gli argomenti all'ordine del giorno:

  • Fare il partito - formazione, organizzazione e comunità;
  • Tra populismi e democrazia - costruire la società aperta;
  • Europa e Mediterraneo nelle sfide globali;
  • Il potere del sapere - capitale umano, scuola, università, ricerca;
  • Lavoro e cittadinanza - generazioni, opportunità, inclusione; Istituzioni e pubblica amministrazione alla prova del cambiamento;
  • Welfare e Salute - investire su protezione e promozione;
  • Nuova economia e fisco amico;
  • Diritti, legalità, giustizia;
  • Modelli di sviluppo - crescita e Mezzogiorno;
  • Cultura, identità e cittadinanza;
  • Città e territori - tra sostenibilità e innovazione sociale.

Poi Matteo girerà l'Italia
Dopo il Lingotto la campagna per le primarie di Renzi entrerà nel vivo. «Ci sono circa 50 giorni - spiega un deputato del «Giglio magico» - e Matteo girerà l'Italia, come sta già facendo. È prevedibile che toccherà almeno 50-60 province». Le primarie le vincerà, ne sono convinti quasi tutti, ma l'obiettivo è avere un successo netto anche tra gli iscritti, «così nessuno potrà più dire che la base del partito non è con lui». Se vince Orlando il centrosinistra si sfalda e invece se vince Renzi va avanti? A detta di molti, sì.