Referendum, oggi la data del voto. Renzi punta a dicembre
L'attesa sta per finire: oggi pomeriggio il Consiglio dei Ministri deciderà la data del referendum costituzionale, momento continuamente rimandato dal premier Renzi
ROMA - L'attesa sta per finire: si riunità oggi pomeriggio il Consiglio dei Ministri per decidere la data dell'attesissimo referendum costituzionale. Una data immersa nel mistero, costantemente posticipata dal premier forse per paura - dicono i suoi oppositori - dell'esito del voto. Ad ogni modo, secondo la legge, dal momento della decisione a quello del voto devono passare dai 50 ai 70 giorni - il governo ha a disposizione tre date: il 20 e il 27 novembre e il 4 dicembre.
Renzi propende per il 4 dicembre
Pare sia proprio quest’ultima la domenica «preferita» da Matteo Renzi, e non solo perché è la data più lontana disponibile: quello stesso giorno, infatti, si terranno anche le presidenziali austriache, altro appuntamento elettorale «rimandatissimo», oltre che vissuto con il fiato sospeso da Bruxelles: uno dei due candidati, infatti, è di estrema destra, con tutte le implicazioni del caso per le politiche comunitarie. Il premier penserebbe dunque di «accoppiare» i due appuntamenti europei, forse - chissà - anche per iscrivere la propria impresa nella più complessiva battaglia contro i «populisti».
Perché rimandare a dicembre
Ma nelle valutazioni del premier rimarrebbero prioritarie le riflessioni di politica interna. Dall'opposizione lo accusano di spingere per dicembre nella speranza di poter contare su un'affluenza più bassa e far recuperare il fronte del Sì.Da domani, insomma, la campagna referendaria entrerà nel vivo: si moltiplicheranno verosimilmente le comparsate in Tv, nel tentativo, soprattutto, di convincere gli indecisi. Perché Renzi è ottimista: da sempre il premier si dice convinto di poter ottenere il «sì» anche dagli elettori di Beppe Grillo e Silvio Berlusconi, che non potranno votare contro il taglio dei costi della politica.
Una battaglia aspra, con l'Italicum sullo sfondo
La battaglia si preannuncia però più aspra del previsto, e si giocherà soprattutto con Grillo, che dalla kermesse palermitana dei Cinque Stelle, al pari della sindaca di Roma Raggi, ha lanciato l'affondo contro Renzi: «Il no al referendum sarà la sua fine». Sullo sfondo, c'è la partita sulla legge elettorale,che Renzi ha tentato di dividere da quella referendaria ma che, per ovvie ragioni, le è strettamente connessa. Il timore è che ci possa essere un asse M5s-FI sul proporzionale, ma anche tra gli azzurri c'è il convincimento che a Berlusconi interessi far eleggere i suoi fedelissimi e che non aprirà mai alle preferenze.
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