28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Secondo Francoforte il Pil italiano potrebbe crescere del 10%

Fedriga: la BCE chiede più riforme? Aboliamo la Fornero

Il bollettino della BCE boccia ancora l'Italia. Secondo l'Eurotower, nonostante il graduale miglioramento, il nostro Paese potrebbe vedere incrementato il Pil del 10% con ulteriori riforme strutturali. Il Jobs Act e il pacchetto riforme del governo, dunque, non bastano. Secondo Massimiliano Fedriga (LN), serve una defiscalizzazione strutturale per le imprese e l'abolizione della legge Fornero.

ROMA – Incremento del Pil del 10%, nel caso in cui l’Italia metta in campo «interventi significativi sul lavoro e mercato dei prodotti», in grado di allineare il Belpaese alle «best practices». Questo, il monito dell’ultimo bollettino economico della Bce. Un monito dai risvolti, seppur esplicitamente «a lungo termine», potenzialmente positivi, visto il dato di un incremento del 10% del Pil, obiettivo che ad oggi pare inimmaginabile. Eppure, ci si chiede quali siano, ad avviso dell’Eurotower, quegli interventi decisivi sul lavoro e sul mercato dei prodotti che ci consentirebbero di arrivare a un tale risultato. La domanda è lecita, soprattutto considerando che il Jobs Act e il restante pacchetto di riforme sono stati salutati dall’esecutivo come provvedimenti che ci avrebbero rimesso sulla strada giusta. «Il problema è cambiare del tutto concezione del sistema, per dare una risposta alle esigenze occupazionali del Paese», dichiara Massimiliano Fedriga, vicecapogruppo al Senato del Carroccio. 

FEDRIGA: RIMETTERE AL CENTRO LE IMPRESE, E ABOLIRE LA LEGGE FORNERO - «Bisogna mettere al centro le criticità delle imprese. Se qualcuno pensa che con modifiche contrattualistiche si vada a migliorare la possibilità occupazionale, beh, sappia che è una balla colossale», afferma l'esponente della Lega, ridimensionando la portata del Jobs Act. Secondo la Lega, insomma, innanzitutto serve una defiscalizzazione del lavoro che diventi strutturale, perché ogni provvedimento contingente non è altro che un palliativo. «Altro elemento, deve essere abolita la riforma delle pensioni Fornero, come dimostrano anche dati empirici e statistici. In un momento di contrazione economica, una riforma che aumenta la permanenza nel mondo del lavoro delle persone va a bloccare il ricambio generazionale: cosa che, magari, è meno impattante in un momento di espansione, ma quando il lavoro viene meno, contribuisce in modo drammatico e diretto a quel 44% di disoccupazione giovanile che vediamo oggi», conclude Fedriga.

PER L'EUROPA, IL JOBS ACT NON BASTA PIÙ - D'altronde, stime ottimistiche erano già state diffuse dal ministro Padoan a fine febbraio, proprio a proposito del Jobs Act. Entro il 2020, infatti, il Ministero dell'Economia ritiene che la riforma del mercato del lavoro farà guadagnare al Pil nazionale uno 0,9%, entro un incremento del 3,6% delle riforme complessivamente portate avanti dall’esecutivo. Di certo, salta subito all’occhio la discrasia tra le cifre del Ministero dell’Economia e quelle dell’Eurotower, che, seppur in un lasso di tempo non ben precisato e a condizione di realizzare nuove riforme strutturali, punta a una crescita del 10%

ITALIA ALUNNA ANCORA INSUFFICIENTE - Evidentemente, dunque, la Bce - così come la Lega Nord - non ritiene sufficienti le manovre fino a qui effettuate. Lo conferma, del resto, il documento della stessa Eurotower, che ha rilevato come in Italia e Belgio continui «ad esserci una deviazione significativa dallo sforzo strutturale richiesto dalla regola sul debito». E più in generale, nel capitolo di analisi sui conti pubblici contenuto nel bollettino economico, l'istituzione mette in guardia dal rischio che proprio la regola sul debito «venga accantonata». Del resto, guardando specificatamente al nostro Paese, la Banca Centrale Europea ha sottolineato che «il miglioramento pari a 0,2 punti di Pil atteso dall'Italia sul bilancio strutturale 2015 resta inferiore ai 0,4 punti di Pil che erano stato raccomandati dall'Eurogruppo, e riflette una riduzione delle spese per interessi». Insomma: l’Italia, per la Bce, è un'allieva poco diligente, che ancora non ha ottenuto la sufficienza. Ma gli strumenti per fare meglio, e per provocare un'impennata del Pil, per la Bce, evidentemente li avrebbe.