In arrivo una nuova bolletta: il canone RAI
Il governo lavora ad un intervento sul canone Rai da introdurre nella legge di Stabilità. Lo ha confermato il viceministro all'Economia, Enrico Morando, durante l'esame della manovra in commissione Bilancio della Camera. Secondo quanto si apprende, l'intenzione sarebbe quella di mettere il canone Rai in bolletta e finanziare con parte delle maggiori entrate le Tv e le Radio locali.
ROMA - Il governo lavora ad un intervento sul canone Rai da introdurre nella legge di Stabilità. Lo ha confermato il viceministro all'Economia, Enrico Morando, durante l'esame della manovra in commissione Bilancio della Camera. Secondo quanto si apprende, l'intenzione sarebbe quella di mettere il canone Rai in bolletta e finanziare con parte delle maggiori entrate le Tv e le Radio locali.
SERVONO RISORSE PER LA TV E LE RADIO LOCALI - Sul canone Rai, ha detto Morando, «non siamo ancora perfettamente pronti, non so se lo saremo qui alla Camera o al Senato». Morando, dando il parere su alcuni emendamenti che chiedono risorse per le Tv e le Radio locali, ha aggiunto che la partita potrebbe essere affrontata complessivamente nel passaggio della legge di Stabilità a Palazzo Madama. L'alternativa, ha detto il viceministro, sarebbe un «intervento immediato sulle radio e le tv locali alla Camera oppure una soluzione più strutturale o qui o in Senato ma l'impegno del governo è formale a intervenire in questa legge di stabilità su questo tema».
LEGA NORD: IL CANONE È UNA TASSA ASSURDA - «Da quando è diventato premier, Renzi blatera di come rivoluzionerà la Rai. Nella realtà dei fatti non farà nulla, la tv di stato è un carrozzone buono giusto per la propaganda di partito. Basti pensare che per garantire la pluralità d'informazione in Italia ci sono moltissimi telegiornali in più rispetto agli altri paesi europei: la televisione di Stato non è infatti in grado di mantenere un equilibrio tale da soddisfare 'tutti i palati'. A pagarne le conseguenze saranno sempre i cittadini vessati dal canone, una tassa assurda che non garantisce nessuna equità». Lo ha dichiarato Jonny Crosio, componente per la Lega Nord della commissione di vigilanza Rai. «Basti pensare che per il viaggio in Australia del premier c'era uno stuolo di inviati - ha proseguito Crosio -. Una vergogna, uno spreco pagato dai contribuenti. La pseudo cura dimagrante chiesta dal governo non piace proprio alla Rai che si oppone al prelievo previsto dal decreto Irpef annunciando il ricorso. E' folle pensare che il consiglio di amministrazione ieri, sia andato contro il proprio azionista, la logica imporrebbe le dimissione per la mancanza di condivisione della politica dell'azionista. Ma si sa, questa è l'Italia!».
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