18 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Politica estera | Crisi marò

Pena di morte per i Marò? Il Governo indiano ci ripensa

Dopo le crescenti pressioni, non ultima la presa di posizione di ieri del presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, il governo indiano starebbe ripensando la sua idea di processare Massimiliano Latorre e Salvatore Girone facendo riferimento alla Sua Act, che prevede anche una condanna alla pena capitale

ROMA - Dopo le crescenti pressioni contro l'applicazione della pena di morte nel caso dei due marò italiani trattenuti in India, non ultima la presa di posizione di ieri del presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, il governo indiano starebbe ripensando la sua idea di processare Massimiliano Latorre e Salvatore Girone facendo riferimento alla Sua Act, che prevede anche una condanna alla pena capitale. E' quanto riferisce oggi il quotidiano The Indian Express, precisando che il governo di Nuova Delhi avrebbe chiesto al ministero della Giustizia di evitare l'applicazione di questa legge.
«Al ministero è stato chiesto di considerare il fatto che la Sua Act è stata pensata per far fronte ad atti di terrorismo e pirateria e questo non si applica all'omicidio dei due pescatori», si legge sul quotidiano indiano.
Una fonte del ministero della Giustizia ha spiegato che il procuratore sarà sollecitato a riconsiderare la sua opinione. Funzionari del ministero dell'Interno, aggiunge il quotidiano, non hanno voluto confermare la notizia ma hanno precisato che «il governo sta ancora valutando le azioni future a seguito delle ramificazioni internazionali».

LA MINACCIA DI BARROSO - L'Unione europea «continua a seguire la situazione» dei due marò italiani trattenuti in India «molto da vicino». «Qualsiasi decisione sul caso» che vede coinvolti Massimiliano Latorre e Salvatore Girone «può avere un impatto sulle relazioni complessive tra Unione europea e India e sarà valutata con attenzione». E' quanto ha detto il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, facendo riferimento agli argomenti discussi durante l'incontro di oggi con una delegazione del governo italiano, guidata dal premier Enrico Letta.
«L'Unione europea esorta l'India a trovare urgentemente una soluzione alla vicenda, iniziata nel febbraio 2011, che soddisfi entrambi, nel rispetto delle norme internazionali e del diritto del mare delle Nazioni unite», ha spiegato Barroso. «L'Ue - ha concluso - è impegnata a combattere la pirateria e si oppone profondamente all'uso della pena di morte in qualsiasi circostanza».

FONDAMENTALE IL SOSTEGNO DI BRUXELLES - «Sono grato al presidente Barroso per le sue parole su Latorre e Girone, che sono in India in una condizione che vogliamo abbia termine prima possibile, e siamo convinti che la solidarietà dei partner e delle istituzioni europee sia fondamentale per assicurarci una soluzione positiva e al più presto» della vicenda dei due marò del San Marco. E' quanto ha affermato il presidente del Consiglio, Enrico Letta, durante la conferenza stampa congiunta con il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, al termine della riunione di una delegazione del governo con l'Esecutivo comunitario, oggi a Bruxelles.
Poco prima, riferendo sui temi discussi durante la riunione congiunta, Barroso aveva detto che «l'Ue segue da vicino la situazione dei due marine italiani. Esortiamo l'India a trovare urgentemente una soluzione alla vicenda, che è cominciata nel febbraio 2011, nel rispetto delle norme del diritto del mare delle Nazioni unite. L'Ue - ha concluso - è impegnata a combattere la pirateria e si oppone profondamente all'uso della pena di morte in qualsiasi circostanza».