29 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Ultimatum a Tsipras: una settimana per decidere

A rischiare il default non è solo la Grecia. E' l'Eurozona tutta

L'accordo tra la Grecia e gli altri paesi dell'Ue sembrava a un passo, e invece è stato nuovamente rimandato. Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha cercato di forzare la mano con Atene, ma il popolo greco si è rifiutato d'inchinarsi davanti alla Troika. Tsipras ora ha solo una settimana di tempo per decidere se vuole accettare il prolungamento degli aiuti finanziari oppure no.

BRUXELLES - L'accordo tra la Grecia e gli altri paesi dell'Ue sembrava a un passo, e invece è stato nuovamente rimandato. Il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha cercato di forzare la mano con Atene, ma i greci si sono rifiutati, ancora una volta, d'inchinarsi davanti alla Troika. La Grecia ora ha una settimana di tempo per decidere se vuole accettare il prolungamento degli aiuti finanziari oppure no; ma una cosa è certa: a tremare non sono solo i conti pubblici ateniesi, piuttosto tutte le fondamenta dell'Unione Europea rischiano di sgretolarsi una dopo l'altra.

VAROUFAKIS: HANNO CAMBIATO IL DOCUMENTO ALL'ULTIMO MOMENTO  - Un altro nulla di fatto alla riunione dell'Eurogruppo sulla Grecia di ieri, e la tensione tra Atene e Bruxelles si alza dopo la bocciatura della proposta di accordo presentata dall'Ue. Ma le condizioni per portare a casa un accordo, secondo il ministro greco delle Finanze, c'erano eccome: è che poi, all'ultimo momento, sono state cambiate le carte in tavola. «Ero pronto a firmare un documento presentato dal commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, per arrivare a un accordo sul programma di aiuti ad Atene; ma all'ultimo momento, quel documento è stato ritirato e sostituito da un altro che era inaccettabile» ha dichiarato Yanis Varoufakis, ed è per questo che è stato bocciato. "Mentre la proposta della Commissione parlava di una continuazione dei negoziati su basi costruttive, è arrivato il documento di Dijsselbloem che per la Grecia era inaccettabile», hanno riferito le fonti.

DIJSSELBLOEM HA CERCATO DI FORZARE LA MANO - Il presidente dell'Eurogruppo avrebbe, infatti, cercato di forzare la mano riproponendo, nel documento presentato all'ultimo momento, tutti i punti che il governo di Alexis Tsipras non intendeva continuare ad accettare. In particolare, si legge nel testo in questione che la Grecia deve «fare il miglior uso della flessibilità esistente insita nell'attuale programma», ovvero quello della Troika che Atene considera finito, e per il quale non vuol sentire neanche parlare di proroga o estensione. Più avanti, il documento di Dijsselbloem contiene un'altra frase inaccettabile per i greci: «Le autorità greche si sono impegnate fermamente a non intraprendere azioni unilaterali, e lavoreranno in stretto accordo con le loro controparti europee e internazionali, specialmente nel campo della politica fiscale, delle privatizzazioni, delle riforme del mercato del lavoro, del settore finanziario e delle pensioni». Inoltre, le autorità ateniesi avrebbero dovuto impegnarsi, sempre secondo il testo, «ad assicurare avanzi di bilancio e finanziamenti appropriati per garantire la sostenibilità del debito pubblico in linea con gli obiettivi concordati nella dichiarazione dell'Eurogruppo del novembre 2012. Inoltre, ogni nuova misura dovrà essere finanziata e non mettere a rischio la stabilità finanziaria». Infine, la Grecia avrebbe dovuto richiedere «un'estensione tecnica di sei mesi dell'attuale programma come passo intermediario. Questo permetterà di dare il tempo alle autorità greche e all'Eurogruppo per lavorare a un accordo per il 'follow-up'». Proposte «inaccettabili» per Alexis Tsipras e il suo governo, che hanno rifiutato ancora una volta d'inchinarsi davanti alla Troika.

I GRECI DICONO «NO»Dopo che la Grecia ha respinto come «assurde e inaccettabili» le proposte avanzate dal presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, la voce dei greci non si è fatta attendere: «Il governo greco non accetterà ultimatum. È determinato ad onorare il suo mandato e la storia della democrazia in Europa", ha riferito una fonte. «Noi non domanderemo alcuna estensione, noi abbiamo un mandato del popolo per arrivare fino in fondo. I greci tutti insieme dicono di no. Non ci sarà alcun ricatto», ha scritto a sua volta Panos Kammenos, che fa parte del Partito dei Greci indipendenti, membro della coalizione governativa con il partito della sinistra radicale Syriza. E' la prima reazione ufficiale di un componente del governo di Atene, dopo la riunione dell'Eurogruppo conclusosi con una fumata nera. I Paesi dell'eurozona hanno ora deciso di imporre un ultimatum di una settimana alla Grecia, perchè domandi un'estensione del suo «programma di aiuti» finanziari e venga organizzata una nuova riunione dell'Eurogruppo per venerdì, al fine di formalizzare la decisione collegialmente. Ma è una prospettiva che Atene continua a respingere senza mezzi termini. E non si aprono spiragli di dialogo in questo senso.

ATENE NON DEVE INCHINARSI ALLA TROIKA  - Siamo arrivati al muro contro muro, dunque, tra la Grecia e il resto dell'Europa. I mercati finanziari hanno ripreso ad agitarsi e l'accordo tra le parti sembra sempre più difficile. Eppure, qui non si tratta solo della Grecia, del governo di Syriza e della personalità spavalda di Alexis Tsipras e del suo braccio destro, Yanis Varoufakis. La posta in gioco è molto più alta: è l'Europa tutta. Un'Europa che non c'é, se non sotto forma di moneta unica, di banche e mercati finanziari. E vale la pena riflettere sull parole del dem Stefano Fassina, il quale dichiara che: "In un quadro di crescenti pericoli ai confini dell'Unione europea, la posizione definita fin qui dall'eurogruppo nei confronti della Grecia è grave e preoccupante sul terreno della democrazia prima ancora che dell'economia». Il parlamentare del Pd ha aggiunto: «Il popolo greco ha votato Syriza per archiviare il fallimentare programma della Troika. Chiederne la continuità come condizione per gli aiuti finanziari è irresponsabile, oltre che miope. Speriamo che il governo greco non pieghi la testa. Sarebbe una sconfitta per chi crede che la democrazia abbia ancora senso nell'euro-zona. Chiediamo al governo italiano di non rassegnarsi alla posizione di cerniera ma di diventare protagonista di un compromesso di svolta. Per interesse nazionale, oltre che per solidarietà. Senza svolta sulla Grecia il naufragio dell'euro-zona si avvicina».Gli altri paesi europei sono dunque così miopi, oltre che irresponsabili? La Germania, da una parte, e la Grecia, dall'altra, rischiano di far sgretolare le fondamenta dell'Unione Europea, perché l'uscita di un paese dall'Eurozona può scatenare un effetto domino. E' dunque interesse comune salvare Atene e tenerla a "galla" quanto più possibile nelle acque turbolente del mare comunitario. E sarà bene che anche i tedeschi, e non solo i greci, se ne facciano una ragione.