28 agosto 2025
Aggiornato 18:30
La crisi Ucraina

Putin: «Nessun ultimatum a Kiev»

Anche se questa è la versione che circola praticamente su tutti i media ucraini, il Cremlino smentisce, anzi conferma che c'è stata la telefonata tra il presidente russo e quello ucraino, ma per parlare di rapporti bilaterali e del conflitto nel Sud-Est dell'Ucraina.

MOSCA - Vladimir Putin avrebbe lanciato un ultimatum al collega ucraino Petro Poroshenko: o Kiev riconosce come indipendente le regioni filorusse del Donbass e rinuncia all'adesione alla Nato e all'Ue, o la Russia procederà con un intervento vero e proprio nell'Est del Paese confinante. Questa è la versione che circola praticamente su tutti i media ucraini, mentre il Cremlino smentisce, anzi conferma che c'è stata la telefonata tra il presidente russo e quello ucraino, ma per parlare di rapporti bilaterali e del conflitto nel Sud-Est dell'Ucraina. «Le notizie di stampa, essenzialmente di media ucraini, sul contenuto della conversazione sono frutto di invenzione e non corrispondono alla realtà», ha tagliato corto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov.

Tutta un'altra storia quella che gira su siti e testate vari in Ucraina e da lì rimbalza anche in Russia. Citando «fonti delle autorità» di Kiev, si riferisce di una conversazione durata mezz'ora, in presenza dell'ambasciatore russo Mikhail Zurabov. Concluso il colloquio telefonico, il capo dello Stato ucraino sarebbe arrivato «di pessimo umore» ad una riunione del gruppo parlamentare Blocco Poroshenko: «Abbiamo un problema con la Russia, minacciano di avviare un intervento militare, ci chiedono di riconoscere le repubbliche separatiste e anche di rinunciare all'ingresso nella NATO e nell'UE», avrebbe riferito.

L'ufficio stampa del presidente ucraino però non commenta in alcun modo e non dà informazioni sulla conversazione con Putin. Ieri Poroshenko ha incontrato il comandante militare della Nato, generale, Philip Breedlove, e la questione delle aspirazioni ucraine all'adesione alla Nato è tornata centrale.

Poroshenko ha lanciato l'idea di un referendum sull'ingresso del suo Paese nell'Alleanza atlantica, cosa che piace alla compagine pro-occidentale e nazionalista a Kiev, ma che allarma la Russia, per cui la membership ucraina nel blocco ucraino euroatlantico resta «linea rossa» da non superare. E il proposito di un referendum preoccupa anche le cancellerie occidentali, a cominciare dalla Germania. Ieri sono circolate ampie indiscrezioni sull'irritazione di Angela Merkel al riguardo: la cancelliera teme che se Poroshenko insisterà per procedere con una consultazione popolare, l'unico risultato sarà quello di acuire le tensioni con Mosca.

Secondo funzionari del governo tedesco, l'adesione ucraina all'Alleanza Atlantica non è semplicemente sul tavolo per Angela Merkel e non può essere per ora messa neppure in una ipotetica agenda. E un referendum non avrebbe risultati in termini di ingresso nella Nato, perchè la materia è prerogativa dei Paesi membri e non degli elettori di uno Stato che voglia aderire.

Sulla stessa linea si attesta la Francia. L'Italia, per voce del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ha fatto sapere di recente di dare per scontato la "non appartenenza" dell'Ucraina alla Nato «anche per il futuro».