24 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Crisi ucraina

Obama cauto sul cessate il fuoco in Ucraina

Kiev ha diffuso la notizia di un accordo tra Poroshenko e Putin per porre fine alle ostilità, ma per Obama: «E' troppo presto per valutare che cosa significhi» anche se il Presidente americano vede l'annuncio di come «un'opportuinità» e spera che «si concretizzi».

KIEV - L'annuncio ucraino di un cessate-il-fuoco su base stabile nella parte orientale del paese, sconvolta dal conflitto tra i separatisti filorussi e le forze di Kiev, è stato accolto con estrema prudenza dal presidente americano Obama che ha detto di ritenere che sia «troppo presto» per pronunciarsi sull'argomento.

KIEV E MOSCA PER CESSATE IL FUOCO - Stamani Kiev ha diffuso la notizia di un accordo, intervenuto in un colloquio telefonico, tra il presidente Petro Poroshenko e il leader del Cremlino Vladimir Putin per un cessate-il-fuoco. Poi il Cremlino ha fatto una correzione di forma: la Russia «non è parte nel conflitto», quindi non c'è un «accordo» sulla tregua ma «è stata raggiunta una comprensione reciproca per quanto riguarda le misure che contribuiranno alla creazione della pace». Una precisazione accolta da Kiev, che ha corretto sostenendo che i due leader hanno concordato su «un regime per il cessate-il-fuoco».

LA CAUTELA DI OBAMA - Tutto ancora troppo poco definito perché il presidente degli Stati uniti si sbilanci. Soprattutto all'inizio di una due giorni che lo vede oggi a Tallinn in un tentativo di rassicurare i Paesi baltici inquieti per l'attivismo russo e domani in Galles per un summit della Nato in cui l'alleanza dovrebbe decidere un rafforzamento della sua presenza nell'Europa ex comunista. «E' troppo presto per valutare che cosa significhi questo cessate-il-fuoco», ha detto il capo della Casa bianca in una conferenza stampa congiunta col primo ministro estone Toomas Hendrik Ilves. «Noi non abbiamo ancora visto - ha continuato - alcun documento». Obama vede l'annuncio di oggi come «un'opportunità» e spera che «si concretizzi». Ma questo implica che «vengano rispettate le norme internazionali, cosa che non abbiamo visto in Ucraina». In particolare il presidente americano ha fatto riferimento al trasferimento di mezzi e consiglieri militari russi in Ucraina orientale.

2MILA 600 MORTI - Il conflitto ha già provocato almeno 2.600 morti e, secondo le organizzazioni internazionali, ha costretto almeno mezzo milione di persone a scappar via dalle loro case. Kiev e gli occidentali accusano Mosca non solo di sostenere i separatisti, ma di aver inviato sul terreno direttamente propri uomini.

LA PAURA IN EUROPA - La situazione in Ucraina ha fortemente preoccupato i paesi dell'Est che hanno fatto parte dell'Unione sovietica o dell'ex Patto di Varsavia e oggi sono nell'Unione europea e nella Nato. In particolare i Paesi baltici, che ospitano importanti minoranze russofone.

USA, ESTONIA NON E' SOLA - «L'Estonia non sarà mai lasciata sola» ha promesso Obama, ribadendo l'importanza dell'Articolo 5 della Carta atlantica, il documento costituvo della Nato, che impone agli alleati di intervenire in caso di attacco di una potenza terza nei confronti di uno dei Paesi membri. «Sono venuto qui - ha aggiunto il leader Usa - per esprimere il nostro impegno verso l'Estonia, un impegno irrevocabile».

LE MANOVRE NATO - Obama ha inoltre annunciato nuove esercitazioni aeree nei paesi baltici. Ad aprile Washington ha inviato 600 soldati per delle esercitazioni in Polonia e nei Paesi baltici e altre importanti manovre militari nella zona sono state organizzate dalla Nato. Di altre manovre, a cui partecipa anche l'Italia, si è avuto notizia ieri, mentre il segretario generale Nato Anders Fogh Rasmussen ha annunciato nei giorni scorsi che verrà costituita una forza a rapido dispiegamento pronta a intervenire quando le mosse della Russia dovessero mettere in pericolo i paesi dell'Est Europa. Su questo la decisione dovrebbe dal summit in Galles dell'Alleanza, a cui partcipa anche Poroshenko.

LA REAZIONE DI MOSCA - Si tratta di un nuovo consolidamento della Nato, un'alleanza la cui utilità era stata messa in discussione con la fine della guerra fredda, che provoca grandi preoccupazioni a Mosca. Tanto che ieri dalla capitale russa s'è saputo che la dottrina militare della Federazione cambierà e si focalizzerà sulla minaccia che la Russia ritiene venire dall'Occidente.