Dl banche venete, via libera al «regalo» per Intesa Sanpaolo
Il decreto legge sulle banche venete è diventato legge e tra le altre misure prevede una iniezione di liquidità di oltre 5 miliardi di euro da parte dello Stato

ROMA - Il dl banche è legge. Con il via libera definitivo, a suon di fiducia, da parte dell'Aula del Senato al decreto banche venete entra in vigore l'architettura giuridica su cui si basa l'operazione di acquisizione di Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca da parte di Intesa Sanpaolo. Il provvedimento contiene misure urgenti che consistono anzitutto nella vendita di parte delle attività in bonis delle due banche a Intesa Sanpaolo (che per l'acquisto della parte sana delle due banche ha sborsato solo il prezzo simbolico di un euro) ed il trasferimento del personale dei due Istituti. Gli esuberi saranno comunque significativi - oltre mille rende noto Intesa - e graveranno sull'economia del territorio.
Cosa prevede il dl banche
Con il dl banche si dispone inoltre di una iniezione di liquidità pari a circa 5,2 miliardi di euro da parte dello Stato: 4,8 miliardi per il mantenimento dei coefficienti patrimoniali di Intesa Sanpaolo e per la gestione di circa 4mila prepensionamenti delle due banche oltre ai 400 milioni di copertura sul fair value delle garanzie statali per un ammontare massimo di circa 12 miliardi di euro. Il decreto, avendo evitato il bail-in, consente di tutelare al 100% i depositi presso Popolare di Vicenza e Veneto Banca e i loro obbligazionisti senior. I privati titolari di obbligazioni subordinate sottoscritte prima del 12 giugno del 2014, data di entrata in vigore del bail-in in Ue, avranno un rimborso dell'80% da parte del Fondo interbancario.
Che fine fanno i soldi dei risparmiatori
I crediti deteriorati e quelli eventualmente retrocessi da Intesa andranno alla Sga, la Società per la gestione di attività di proprietà del Tesoro. Il decreto era considerato blindato dal governo che aveva trattato con la commissione europea i dettagli per il salvataggio dei due Istituti e con la stessa Intesa che aveva messo in guardia dal non correggere un impianto che era condizione 'sine qua non' per l'operazione di acquisizione. Il testo approvato dunque è quello uscito dalla commissione Finanze, senza modifiche rispetto al decreto arrivato dalla Camera che a sua volta aveva introdotto un'unica novità facendo confluire nel testo il provvedimento-ponte che serviva a sospendere per sei mesi il rimborso di un bond di Veneto Banca nell'attesa di una soluzione che è poi arrivata.
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