20 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Terzo settore

Terzo settore, il Governo Gentiloni approva i decreti: riforma al via

Via libera alla riforma del Terzo settore a circa tre anni dal lancio dell'iniziativa da parte del governo Renzi. Saranno coinvolte più di 300mila organizzazioni e 6 milioni di volontari

Il premier, Paolo Gentiloni, ha firnato i decreti per dare il via alla riforma del Terzo settore.
Il premier, Paolo Gentiloni, ha firnato i decreti per dare il via alla riforma del Terzo settore. Foto: Giuseppe Lami ANSA

ROMA - Via libera alla riforma del Terzo settore, a circa tre anni dal lancio dell'ex premier Matteo Renzi. Tre sono i decreti legislativi approvati dal Governo. Sono le misure per il Codice del Terzo settore, quelle sulla disciplina del 5 X 1.000 e delle norme per l'aggiornamento della normativa sull'impresa sociale. Si tratta di una riforma importante che riguarda più di 300.000 organizzazioni associative, cooperative e di volontariato e che coinvolge più di 6 milioni di cittadini che dedicano tempo all'impegno volontario. Una riforma impegnativa per le istituzioni, che mediante norme di sostegno fiscale e di sviluppo di progetti innovativi, vogliono dare impulso alla crescita di un Terzo Settore trasparente, efficace, radicato nelle comunità e capace di affrontare sfide ambiziose.

La riforma del Terzo Settore
La nuova normativa mette a disposizione del Terzo Settore risorse pari a 190 milioni che saranno investite in nuovi incentivi fiscali, nella nascita di un Fondo progetti innovativi, nello sviluppo del Social bonus, nel lancio dei Titoli di solidarietà, oltreché in un incremento della dotazione del Fondo per il Servizio civile in modo da accrescere, anche per il 2018, i posti disponibili per i giovani che lo vogliono fare. Un ruolo essenziale nella nuova regolazione sarà incentrato sul Registro Unico del Terzo Settore: uno strumento che sarà avviato, gestito e aggiornato dalle Regioni ma che utilizzerà un'unica piattaforma nazionale.

La nuova normativa
L'obiettivo è il superamento della frammentazione e dell'opacità dei troppi registri oggi esistenti: l'accesso al Fondo progetti, al cinque per mille, agli incentivi fiscali sarà possibile solo attraverso l'iscrizione al Registro. Con il decreto sull'impresa sociale, l'Italia si dota di una normativa particolarmente innovativa: ampliamento dei campi di attività (commercio equo, alloggio sociale, nuovo credito, agricoltura sociale, ecc.); possibile, seppur parziale, distribuzione degli utili e soprattutto incentivi all'investimento di capitale per le nuove imprese sociali: il 30% dell'investimento potrà essere fiscalmente deducibile o detraibile analogamente a come avviene oggi per le startup innovative tecnologiche.

A luglio esordisce il Fondo di garanzia
Nel mese di luglio prenderà altresi' avvio il Fondo di garanzia e per il credito agevolato dedicato proprio alle imprese sociali. Il Fondo ha una dotazione di 200 milioni. Il Governo con questo provvedimento intende investire sull'innovazione sociale, in modo da rispondere a tanti nuovi bisogni legati all'invecchiamento della popolazione, all'integrazione dei migranti, allo sviluppo della formazione permanente e all'inclusione dei cittadini più vulnerabili. Infine il cinque per mille. Il decreto porta a compimento la riforma strutturale iniziata con la legge di bilancio 2015, che ha attribuito risorse in modo stabile per 500 milioni all'anno. Ora si tratta di accelerare i tempi di erogazione, introdurre criteri innovativi nel riparto delle risorse e rendere del tutto trasparente l'utilizzo delle risorse da parte dei beneficiari.