25 aprile 2024
Aggiornato 04:00
L'intervista di Andrea Enria al Corriere

Banche europee a rischio, l'Eba accelera sulla Bad bank

Nel ventre molle di Eurolandia ci sono mille miliardi di crediti deteriorati e la quota più consistente risiede nelle banche italiane. L'Eba ribadisce l'urgenza di intervenire con un veicolo ad hoc per provare a smaltirli sul mercato

ROMA – Dopo il via libera da parte della stessa Bce, l'Eba preme sull'acceleratore per la Bad bank europea. Il presidente Andrea Enria ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera per ribadire ancora una volta quanto sia urgente alleggerire i bilanci degli istituti bancari comunitari attraverso la creazione di un veicolo ad hoc.

L'Eba accelera sulla Bad bank
«In Europa - rileva il presidente dell'Eba - abbiamo un alto livello di questi crediti deteriorati, che corrisponde al 5,4% del volume dei prestiti delle banche. E il Fmi mostra che quando si sale sopra il 5%, inizia un effetto restrittivo sul credito». Così ha esordito Andrea Enria durante l'intervista concessa al Corriere. «In dieci Paesi su 28 dell'Unione - spiega - si è sopra al 10%. L'effetto negativo è visibile anche sulla redditività delle banche». E' vero che nel 2014 abbiamo raggiunto un punto di svolta e da allora la quota di crediti deteriorati è in calo, ma questo accade troppo lentamente e il nodo dei Npl rischia di strangolare la ripresa economica europea.

Mille miliardi di crediti deteriorati in Ue
Senza un cambio di passo rischiamo di essere più lenti del Giappone, che ha impiegato 15 anni per tornare ai livelli pre-crisi. In particolare, in Italia c'è la quota più consistente di sofferenze bancarie e i dati mostrano che le banche con problemi seri di qualità degli attivi hanno una redditività del capitale molto bassa, ben sotto il costo del capitale. «Mi sembra che un'azione per accelerare la pulizia dei bilanci bancari sia urgente in tutti e dieci i Paesi europei che hanno un'incidenza elevata di crediti deteriorati, compresa l'Italia», ha sentenziato Enria. E un intervento su scala comunitaria sarebbe utile «perché in Europa ci sono crediti deteriorati per più di mille miliardi».

Poche informazioni disponibili sulla qualità dei creditori
Inoltre ci sono poche informazioni disponibili sulla qualità dei creditori e delle garanzie sui prestiti. Ben pochi investitori, solo i fondi specializzati, hanno conoscenze e mezzi adatti per valutare queste attività. Poiché oggi questo è un mercato illiquido e dominato dai compratori, le banche che vogliono vendere i loro crediti deteriorati devono farlo a prezzi molto bassi e accettare perdite rilevanti. Per questo sono scoraggiate dal farlo. Secondo il presidente dell'Eba la 'Asset management company' servirebbe ad affrontare e superare questi ostacoli. Il veicolo, dice, avrebbe un potenziale di fuoco «tra i 200 e i 250 miliardi di euro: circa un quarto del valore teorico dei crediti deteriorati in Europa».

La replica alle critiche della Germania
Più o meno l'8%, grosso modo 20 miliardi, sarebbe versato dai governi sotto forma di capitale. E questo dovrebbe bastare per attrarre un 92% di fondi privati, magari forniti sotto forma di investimento creditizio. Il numero uno dell'Eba si dice anche «amareggiato» dalle critiche che sono giunte dalla Germania a proposito della Bad bank. «All'Eba abbiamo sempre portato avanti proposte europee per problemi europei, e ne sono orgoglioso. È vero che la distribuzione dei crediti deteriorati non è uniforme ed è concentrata in alcuni Paesi. Ma il problema ha chiaramente una dimensione europea» e con la sua proposta «non ci sarebbe nessuna messa in comune in Europa dei debiti o delle perdite bancarie. Ogni Stato sarebbe responsabile per quelle delle sue banche».Infatti la proposta dell'Eba prevede che i crediti deteriorati siano ceduti alla Bad bank europea per un periodo limitato di tempo, scaduto il quale tornerebbero in capo ai rispettivi istituti nel caso in cui non sia stato possibile smaltirli.