22 aprile 2025
Aggiornato 15:30
Banche

Grazie al Milleproroghe parte la procedura per il ristoro dei risparmiatori truffati dalle banche

Si tratta dei risparmiatori danneggiati dalla risoluzione di Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti e quelli colpiti dal crack di Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca

Risparmiatori truffati dalla banche venete
Risparmiatori truffati dalla banche venete Foto: ANSA

ROMA - Parte la procedura per avviare i ristori per i risparmiatori danneggiati dalla risoluzione di Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti e per quelli colpiti dal crack di Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca. Lo comunica la Consob, sottolineando che «è al nastro di partenza la procedura per la richiesta di ristoro da parte dei risparmiatori danneggiati che hanno perso i propri soldi investendo in titoli emessi dalle quattro banche poste in risoluzione a fine 2015 e in liquidazione coatta amministrativa nel giugno 2017 (Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca)». Sul sito della Consob sono stati pubblicati in homepage l’avviso e il modulo per fare domanda.

A chi spetta
L'avvio della procedura è effetto dell'entrata in vigore, il 22 settembre scorso, di una norma di legge contenuta nel cosiddetto decreto «Milleproroghe». I beneficiari sono i risparmiatori che hanno già presentato ricorso all'Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), istituito presso la Consob e che abbiano ottenuto, ovvero otterranno entro il 30 novembre prossimo, una decisione a loro favorevole. In base alla disposizione di legge, il rimborso è pari al 30% del danno liquidato dall’Acf, con un tetto massimo di 100mila euro. Le domande possono essere presentate anche dai risparmiatori che abbiano sottoscritto titoli emessi da Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca tramite le loro rispettive controllate, Banca Nuova e Banca Apulia. Le richieste vanno indirizzate a Consob attraverso l'apposito modulo, seguendo le istruzioni dell'Avviso.

Ottimismo dalla sentenza Ue
Ma non è tutto: ora i risparmiatori puntano agli atti secretati per accedere ai documenti finora «iper protetti» dalle regole del Tuf (il testo unico della finanza), e rivolgono un appello ai parlamentari per desecretare a effetto immediato i documenti della commissione d’inchiesta sui fatti degli ultimi anni. Sono le strategie di difesa che avvocati e organizzazioni di risparmiatori traditi stanno predisponendo dopo la sentenza della Corte di giustizia Ue che, pochi giorni fa, ha di fatto «liberato» gli atti dell’autorità di vigilanza per l’utilizzo processuale di chi ha un interesse dimostrato. C'è ottimismo, insomma, e lo si vede dal numero di risparmiatori delle due banche venete fallite che si affidano sempre di più alle associazioni di difesa.