26 aprile 2024
Aggiornato 06:30
l'affondo di boeri

Pensioni, Boeri: «Ecco perché la flessibilità in uscita è sostenibile»

Il presidente dell'Inps rassicura i pensionati: anche se i crediti verso l'istituto sono aumentati durante la crisi, il sistema pensionistico italiano è sostenibile. Ma a patto di puntare sulla flessibilità in uscita per far ripartire il mercato del lavoro

ROMA - Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, è intervenuto nel corso della sua audizione alla Commissione bicamerale di vigilanza sugli enti previdenziali. E ha posto l'accendo, ancora una volta, sulla necessità di puntare sulla flessibilità in uscita. Ma non solo.

Il presidente dell'Inps rassicura i pensionati
«L'Inps è una parte dello Stato, se guardiamo allo Stato patrimoniale abbiamo una attesa di un deficit patrimoniale di 56 miliardi al 2023, dati che possono sembrare allarmanti ma se di guarda al consolidato complessivo della Pa», in cui l'Inps è inserito, «lo sono molto meno». Il presidente dell'Inps ha ricordato che il bilancio dell'istituto è fatto al 99% di prestazioni garantite dallo Stato e per questo il nostro sistema previdenziale, anche alla luce delle riforme, è «sostenibile» come viene riconosciuto anche fuori dall'Italia.

 I crediti verso l'Inps sono aumentati durante la crisi
La gestione dell'Inps costa 4 miliardi all'anno, un quarto della generazione di cassa generata nel 2015, cioè circa 15 miliardi tra base contributiva e risparmi gestionali. Il numero uno dell'Inps ha parlato anche dell'attività di recupero dei crediti in modo da ridurre il gap tra stock di crediti e accontamenti al fondo rischi. I crediti verso l'Inps sono ovviamente aumentati nel corso della lunga crisi economica, «prima della crisi lo stock cresceva dello 0,4%, poi nel bienno 2008-09 si è passati all'8% ed ancora più in altro nel 2010-2011 con l'ingresso dell'Inpdap e dell'Enpals» nel perimetro dell'Inps di cui abbiamo ereditato le posizioni creditorie, ha spiegato Boeri.

La flessibilità in uscita
Inoltre, il presidente è tornato di nuovo su un tema a lui particolarmente caro: quello della flessibilità in uscita. Secondo il numero uno dell'Inps, prevedere nel sistema pensionistico una flessibilità in uscita rappresenta «un processo utile, sia se si guarda ai giovani che non riescono a trovare un lavoro e sia se si guarda ai lavoratori anziani che non sono più produttivi", ha ribadito Boeri. «Il sistema contribuitivo ci concede questa possibilità: perchè non sfruttarla? Si può dare flessibilità e questa flessibilità può essere sostenibile", ha sottolineato.

Le buste arancioni
Infine, la nota dolente delle buste arancioni. Le missive dell'Inps recapitate a diversi milioni di italiani con il conteggio della pensione che matureranno alla fine della loro vita lavorativa, «vuol dire dare più informazioni possibili, tranquillizzare non è nascondere le cose. Peraltro attiveremo uno studio sui consumi e sugli investimenti di coloro che hanno ricevuto la busta». Boeri ha sottolineato come lo spirito delle lettera sia proprio quello di accrescere la consapevolezza dei singoli sulla loro posizione pensionistica futura: «basata ovviamente su proiezioni di lungo termine, ma anche la previdenza è prestazione di lungo termine", ha concluso.