Boeri: «Vitalizi insostenibili, tagliamoli per finanziare la flessibilità in uscita»
Le rendite vita natural durante degli ex parlamentari costano ai contribuenti italiani 193 milioni di euro l'anno. Il presidente dell'Inps propone di ridurli del 40% per finanziare la manovra sulla riforma delle pensioni
ROMA – I vitalizi dei parlamentari costano alle tasche dei contribuenti italiani 193 milioni di euro l'anno. E gli ex deputati e senatori ora in pensione percepiscono circa il doppio di quanto spetterebbe loro se si considerassero soltanto i contributi versati. Ma secondo il presidente dell'Inps, Tito Boeri, si tratta ancora di una «sottostima».
193 milioni di euro l'anno agli ex parlamentari
Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, oggi in audizione davanti alla commissione Affari Costituzionali della Camera, ha scandagliato nell'operazione «Porte Aperte» i dati relativi ai trattamenti pensionistici degli ex parlamentari. Le cifre comunicate sono da capogiro, ma Boeri tiene a sottolineare che «si tratta di una sottostima». Ad oggi, i vitalizi in pagamento ad ex parlamentari sono 2600 e costano ai contribuenti italiani circa 193 milioni di euro l'anno. Inoltre, poiché sono stati calcolati col sistema retributivo, il costo dell'erario per i vitalizi in questione è superiore di 150mila euro rispetto ai contributi versati.
L'affondo del presidente dell'Inps
Con queste cifre, secondo il presidente dell'Inps, l'attuale trattamento di favore riservato agli ex parlamentari è semplicemente «insostenibile». I disavanzi derivanti da questo status quo hanno iniziato a lievitare fin dal 1978, quando ancora i percettori di vitalizi erano solo 500, per crescere esponenzialmente fino alla situazione attuale. Oggi determinano un flusso emorragico in uscita di risorse nazionali che il sistema previdenziale italiano non può più permettersi, anche alla luce dei più recenti dati pubblicati da La Stampa, relativi al presunto crac che potrebbe verificarsi nel 2030.
La proposta di Boeri
Per questa ragione, Boeri propone di «applicare le regole del sistema contributivo oggi in vigore per tutti gli altri lavoratori anche all'intera carriera contributiva dei parlamentari». Una vera e propria svolta in termini di equità ed efficienza economica che ridurrebbe del 40% la spesa per i vitalizi, portandola a "soli" a 118 milioni. E non si tratta esattamente di briciole: il risparmio sarebbe pari a circa 76 milioni di euro l'anno e porterebbe nelle casse dello Stato 760 milioni di euro nei prossimi dieci anni. Se poi si applicasse lo stesso calcolo non solo ai vitalizi degli ex parlamentari, ma anche per gli ex Consiglieri regionali, allora il risparmio sarebbe pari 148 milioni di euro solo per il 2016 e arriverebbe a un miliardo e 457 milioni di euro se venisse spalmato anch'esso per i prossimi dieci anni.
Ecco come finanziare la flessibilità in uscita
Non è la prima volta che il presidente dell'Inps interviene pubblicamente contro le rendite vita natural durante dei parlamentari. Con questi soldi, secondo Boeri, si potrebbe finanziare la manovra per la flessibilità in uscita, da tempo invocata dall'Inps e dai sindacati, che permetterebbe lo sblocco del turn over generazionale e quindi l'ingresso di nuovi giovani nel mercato del lavoro. L'intervento sulle pensioni più alte e il drenaggio di queste risorse economiche diventerebbe la testa d'ariete capace di sfondare il muro di cinta, oggi insormontabile, dei costi della riforma delle pensioni e potrebbe aprire la strada a una nuova fase di sviluppo dell'economia nazionale.
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