19 marzo 2024
Aggiornato 12:00
altre polemiche dalla germania

Bce, la richiesta di Berlino: «Dopo Draghi vogliamo un tedesco»

Proseguono le critiche all'operato della BCE da parte dei politici tedeschi. La Germania accusa Mario Draghi di danneggiare l'economia nazionale. E dopo l'entrata a gamba tesa del ministro delle finanze, le scuse del capo della Bundesbank non hanno placato gli animi

Berlino attacca l'operato della BCE e chiede un tedesco dopo la fine del mandato di Draghi.
Berlino attacca l'operato della BCE e chiede un tedesco dopo la fine del mandato di Draghi. Foto: Shutterstock

ROMA - Non si arrestano in Germania le polemiche sulla Bce e sul presidente Mario Draghi, che anzi ora sembrano prendere una deriva sempre più nazionalistica. A rinfocolarle stavolta è il settimanale Der Spiegel, riferendo che secondo diversi esponenti del Cdu, il partito cristiano democratico della cancelliera Angela Merkel, il prossimo presidente dell'istituzione monetaria dovrà essere un tedesco.

Le critiche alla BCE dei politici tedeschi
Perché «la politica monetaria di Mario Draghi - sostiene Hans Peter Friedrich, vice capogruppo Cdu - ha portato ad una massiccia perdita di credibilità della Bce». E a lui fa eco Hans Peter Uhl: «Un altro Draghi non ce lo possiamo permettere». Secondo il responsabile delle finanze del lander della Baviera, Markus Soeder, sempre in quota Cdu, per il futuro a capo della Bce serve un esperto di finanza tedesco: la banca centrale «ha bisogno di una maggiore impronta tedesca».

La Germania accusa Draghi
Polemiche di basso profilo quindi, mentre la politica teutonica ha alzato i toni della retorica nelle ultime settimane contro le misure di stimolo che a inizio marzo la Bce ha potenziato per tentare di sostenere l'economia e riportare, come le impone il suo mandato istituzionale, l'inflazione da zero a valori di sicurezza. Mentre mezza Europa guarda con allarmismo alla persistente elevata disoccupazione e alla crescita a rilento, in Germania invece, dove la disoccupazione è tra le più basse al mondo, il dibattito è tutto sui magri rendimenti, per cui viene incolpata la politica monetaria espansiva della Bce, che prevede anche tassi di interesse ufficiali ultra bassi.

L'entrata a gamba tesa di Wolfgang Schaeuble
Le polemiche sono culminate nei giorni scorsi in un pesante attacco del ministro delle finanze, Wolfgang Schaeuble, anch'egli membro del Cdu, che - suscitando critiche da più parti fuori dalla Germania - ha incolpato Draghi e la politica espansiva adottata dalla Bce della recente vittoria elettorale del movimento di anti politica Alde. Un atteggiamento che peraltro contraddice in maniera stridente il principio di rispetto dell'indipendenza della Banca centrale, che pure la stessa germania ha predicato per anni e anni.

Le scuse del capo della Bundesbank
Tanto che il capo della Bundesbank, Jens Weidmann, considerato il maggiore oppositore di Draghi nel direttorio Bce, ha dovuto fare il gesto di difendere l'autonomia della politica monetaria per ripristinare gli equilibri perduti. In questi giorni la Bce ha evitato di commentare le polemiche, anche perché Mario Draghi - come tutti gli esponenti del direttorio - si trova nel periodo di "purdah": la settimana che precede il Consiglio direttivo, ed è obbligatorio mantenere il silenzio sulle questioni di politica monetaria.

In attesa delle decisioni del Consiglio
I banchieri centrali si ritroveranno mercoledì sera a Francoforte e il Consiglio proseguirà giovedì, con le decisioni operative sui tassi (su cui non sono attese novità) alle 13 e 45. Alle 14 e 30 Draghi terrà la consueta conferenza stampa esplicativa. E quella sarà l'occasione in cui con ogni probabilità sarà chiamato a rispondere alle polemiche di questi giorni da parte tedesca. Salvo la poco probabile ipotesi che non intenda togliersi qualche sassolino dalla scarpa già ad una cerimonia di premiazione di giovani talenti che si svolgerà mercoledì a Francoforte. Il banchiere centrale italiano ha assunto la guida della Bce nel novembre del 2011 e il suo mandato scadrà a ottobre 2019.