Galletti: «Approvare dl ecoreati senza modifiche», ma cambiarlo subito dopo sull'airgun
Il ministro dell'Ambiente: «Sono per l'approvazione del disegno di legge» immediato e così com'è. «Ma, su alcune norme comprese, quelle sulle trivellazioni sottomarine, se sono da rivedere, ci sarà la disponibilità del governo a farlo». 9 istituti di ricerca contro il divieto perché blocca la scienza, ma gli ambientalisti replicano: «Vietato solo per la coltivazione di idrocarburi».
ROMA - «Sono per l'approvazione del disegno di legge (dl) subito e senza modifiche. Ma, su alcune norme comprese, quelle su 'airgun', se sono da rivedere, ci sarà la disponibilità del governo a farlo». Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti, intervenendo a proposito del dl ecoreati che è approdato alla Camera per la terza ed ultima lettura.
GALLETTI, DIVIETO AIRGUN E' SBAGLIATO - Secondo Galletti la norma sull'airgun, che se non venisse modificata vieta l'esplorazione nel sottosuolo in ambiente marino per ricerca e ispezione finalizzate alla coltivazione di idrocarburi «è sbagliata e andrà modificata nel più breve tempo possibile tenendo conto delle direttive Ue». Il ministro ha aggiunto che i cambiamenti verranno apportati «una volta testata sul campo la norma», nell'arco di sei mesi. L'esponente dell'Unione di centro (Udc) ha detto: «Il disegno di legge sugli ecoreati approvato dal Senato e ora tornato alla Camera va approvato subito senza modifiche, sapendo pero' che i provvedimenti possono essere modificati in futuro. Lo dico pensando per esempio che la norma sulle trivellazioni sottomarine attraverso la tecnica dell'airgun sia sbagliata e vada modificata nel più breve tempo possibile». Il titolare dell'Ambiente ha ricordato: «Con un atto amministrativo interno noi, come ministero dell'Ambiente, avevamo stabilito che le autorizzazioni per fare prospezioni attraverso la tecnica dall'airgun potessero essere date soltanto dopo avere svolto un'accurata indagine sugli spostamenti dei pesci, in particolare dei grandi cetacei».
NCD CONTRO DIVIETO AIRGUN - Nell'arena politica anche il Nuovo centro destra (Ncd) si era espresso contro il divieto dell'airgun. La prima a esprimere la propria perplessità a riguardo era stata la sottosegretaria allo Sviluppo economico, Simona Vicari, che aveva spiegato: «Non comprendo come una norma possa prevedere una sanzione penale per un'attività che a monte non è vietata. Spero che in terza lettura la si possa rivedere. E' una posizione che non può essere subita perché porta ad un blocco della ricerca, non solo petrolifera». Pochi giorni dopo il compagni di partito, Vincenzo Piso, capogruppo Area Popolare (Ncd-Udc) in Commissione Ambiente alla Camera aveva dichiarato: «Vietare l'utilizzo della tecnica dell'air gun per la ricerca di idrocarburi è una follia. Si tratta di una tecnica consolidata sicura, che non prevede immissione di sostanze nocive ed è di grande utilità, così come testimoniato dalla levata di scudi di tutta una serie di istituzioni scientifiche che impiegano questa tecnica per i loro rilievi». Piso aveva continuato: «La tecnica airgun viene impiegata in diversi ambiti come lo studio dei fondali marini, la progettazione e la costruzione di opere a difesa dei fondali, il riconoscimento delle risorse geotermiche e la ricostruzione della struttura e della storia geologica del sottosuolo. Ad esempio, anche il CNR fa uso dell'airgun».
ISTITUTI DI RICERCA, AIRGUN USATO DA SCIENZA - Effettivamente nove istituti di ricerca (alcuni partecipati da Eni), hanno scritto una lettera aperta in cui hanno messo nero su bianco i loro dubbi riguardo il divieto dell'airgun. Il documento è stato sottoscritto dal Consiglio nazionale delle ricerche, il Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare,l'Istituto nazionale di fisica nucleare, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale, la Sezione italiana EAGE/SEG (Geofisica Applicata), la Società geologica italiana e la Stazione Zoologica Anton Dohrn. Nel testo si ricorda che «le emissioni di aria compressa in mare sono utilizzate da decenni per analizzare la struttura del sottosuolo tramite la tecnica della sismica a riflessione: sono l’unica o quantomeno la migliore possibilità che l’uomo ha per ricostruire la natura della crosta terrestre». Secondo questi scienziati «vietare l’utilizzo dell’airgun significa bloccare lo sviluppo delle conoscenze dell’interno della terra, impedire il riconoscimento delle faglie che generano terremoti e tsunami, oppure zone dove camere magmatiche stanno per esplodere: in sostanza significa impedire lo sviluppo della scienza senza un reale motivo». Nella nota viene specificato che «la sismica a riflessione è utilizzata sia dalle compagnie di servizio che svolgono l’acquisizione per le società petrolifere, sia da enti di ricerca nazionali ed internazionali per fini propri di pura ricerca o per fini industriali. Il limite tra i due ambiti è indefinibile e proibire l’acquisizione di profili sismici per scopi petroliferi equivale a impedirlo anche per gli enti di ricerca. Quindi considerare l’utilizzo di air gun un crimine, oltre che tecnicamente e socialmente inutile e assurdo, significa bloccare o addirittura affondare la già stagnante situazione delle geoscienze e del loro sviluppo conoscitivo. Pare evidente che la norma sia stata introdotta non tanto per il reale impatto sull’ambiente dell’air gun, dato che vi sono centinaia di azioni dell’uomo che sono incredibilmente più dannose per l’ambiente, ma per colpire le attività minerarie in Italia. Non entrando in merito al problema macroeconomico che questo comporta, la nuova legge di fatto colpisce mortalmente anche il mondo della ricerca scientifica».
WWF, GREENPEACE, LEGAMBIENTE, NESSUN BLOCCO A RICERCA - La presa di posizione degli istituti sopracitati è stata contestata da Greenpeace, Legambiente e Wwf che hanno ricordato come «l’emendamento approvato in Senato al ddl sugli ecoreati, non impone alcuna proibizione cieca nell’uso dell’airgun nell’esplorazione del sottosuolo in ambiente marino ma chiarisce nettamente che la finalità del divieto dell’uso è solo ‘per le attività di ricerca e di ispezione dei fondali marini finalizzate alla coltivazione di idrocarburi’. Nessuna meritoria attività di ricerca scientifica sarà minimamente coinvolta dal divieto, che è limitato alle prospezioni e ricerche petrolifere». Le tre associazioni ambientaliste hanno aggiunto «l’emendamento non colpisce né sfiora la ricerca scientifica, ma ferma solo una pratica in campo petrolifero da molto tempo al centro di un accesissimo dibattito internazionale per i suoi notevoli impatti sull’ambiente, evidenziati con forza anche nelle conclusioni del ‘Rapporto tecnico - Valutazione e mitigazione dell’impatto acustico dovuto alle prospezioni geofisiche nei mari italiani’ pubblicato nel maggio 2012 proprio da Ispra. Riteniamo poi curiosa e discutibile anche la vostra preoccupazione sul paventato problema macroeconomico che questo divieto procurerebbe al Paese».