28 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Caos Rublo

Borghi: «Magari facessimo anche noi la fine del rublo»

L'economista della Lega spiega perché i guai della Russia per l'Italia sarebbero una manna: «non esportiamo materie prime, ma esportiamo prodotti»

Quello a cui si sta assistendo in questi giorni con il rublo può far pensare che possa succedere anche con l'euro, qualora uscissimo dall'euro? Abbiamo visto in questi giorni che i russi affollano i negozi, la Apple ha chiuso le vendite, la Bmw vuole farsi pagare sull'unghia. Insomma, si può ipotizzare uno scenario di questo genere, i giorni dell'uscita dall'euro, qualora questo accadesse?
La prima domanda che ci si deve porre è: la Russia è uscita da qualcosa? La Russia sta attraversando una crisi periodica come spesso accade e come accade spesso per tutti i Paesi che esportano materie prime e l'euro. Non c'è una relazione, la Russia non è uscita dall'euro e non ha una crisi valutaria per quello. La Russia si presta bene come situazione proprio per far capire qual è il nostro punto di forza rispetto a questa cosa che veniva detta come se fosse ostante a qualsiasi nostra uscita, vale a dire il costo delle materie prime.

Qual è il punto di forza?
Il punto di forza è che il nostro prodotto è il lavoro: noi produciamo beni, produciamo prodotti, trasformiamo. Per cui è una situazione, dal punto di vista economico, molto più stabile rispetto ai Paesi che esportano materie prime. Perché esportando materie prime, se il prezzo della materia prima da 100 passa a 50, per motivi vari, si incassa la metà. È come se la ricchezza prodotta dal Paese si dimezzasse improvvisamente. Il problema è che poi non è neanche possibile, in situazioni di questo tipo, per un Paese che ha la sua economia basata sull'export delle materie prime, reagire. Non c'è un immediato stabilizzatore, dovrebbe tagliare la produzione, ma se il Paese in questione tagliasse la produzione, dovrebbero farlo anche gli altri. Invece guardiamo il caso dell'Italia nel '92, quando ci fu la svalutazione della Lira e per certi momenti la svalutazione della Lira fu simile come entità a quella che adesso si sta vedendo con il rublo. L'economia cominciò a migliorare. Per l'Italia, che è un paese trasformatore, la discesa della moneta fu una spinta.

Lì ci fu un mezzo miracolo, perché nel '92 tutti erano preoccupati che ci fosse una grande fiammata inflattiva che invece non ci fu. Gli economisti, però, non hanno mai spiegato questo aspetto contraddittorio.
Non è vero. Nel senso che in realtà la svalutazione si ribalta sui prezzi per una percentuale molto piccola. Se io svaluto i produttori esteri non alzano i prezzi subito della stessa percentuale della svalutazione, ma cercano, essendo in concorrenza con i produttori domestici, di tenere bassi i prezzi per non perdere quote di mercato. Quindi quello che potrebbe salire di prezzo sarebbero i beni importati. Tuttavia sappiamo che la nostra vita è fatta in larga parte di cose non importate.

Non abbiamo, però, una tecnologia in casa che sia italiana, dal tablet, ai televisori, quello che utilizziamo in casa – a parte vestiario e alimentare – è tutto importato.
È evidente che andando avanti così diventa un problema: se ci abituiamo a comprare ogni prodotto all'estero, qua che cosa facciamo? Saremmo tutti disoccupati perché tutto viene prodotto all'estero e non avremmo soldi per cambiare qualsiasi cosa. Ricordo che la quota di impostazione sul nostro Pil è pari a circa il 15%, percentuale che comprende gran parte il prezzo dell'energia, perché sappiamo che la bolletta energetica del nostro paese – vale a dire i soldi che spendiamo per comprare energia all'estero – è tra i 40 e 50 miliardi.

Quello che ha fatto sorgere a qualcuno la comparazione potenziale è quella che in Italia chiamavamo «bufera monetaria», cioè monete sottoposte a grandi spinte speculative e quindi problemi di attingere alle riserve.. Ciampi ci ha svenato nel 1992 per sostenere la Lira.
Certo, perché è stato un criminale, Ciampi, e possiamo dirlo senza problemi. Poiché a noi italiani la svalutazione non può che avvantaggiarci come paese trasformatore, il fatto di poterci svenare per tener alta la nostra moneta è un'operazione criminale.

Quindi Ciampi, abbiamo capito bene, fece un'operazione criminale, secondo lei?

Assolutamente sì, perché buttò nel forno miliardi per tenere una situazione, quella delle parità delle monete, che ci danneggiava, e che poi in ogni caso non aveva nessuna speranza di successo come operazione. Quindi buttò i soldi per fare qualcosa che alla fine fu inutile e danneggiò fortemente il Paese.

Però le bufere monetarie non le abbiamo più subite e l'euro è stato in grado di difenderci dalla speculazione.
Ma ci ha difeso da cosa? Queste famose bufere monetarie a noi facevano solo comodo. Nel '92 io avrei fatto come molti altri hanno fatto, ad esempio l'Inghilterra: hanno mollato subito il cambio e hanno avuto conseguenze limitatissime. Prendiamo ad esempio la bufera monetaria del 2008 che ha colpito diversi paesi, e ha dato l'avvio alla crisi economica. Anche in quel caso l'Inghilterra e la Svezia svalutarono fortemente la loro moneta perché potevano farlo, riuscendo ad assorbire il colpo in modo assolutamente perfetto, benché l'Inghilterra, ad esempio, non fosse un Paese esportatore, in grado di avvantaggiarsi immediatamente per la discesa della moneta.

Nel 2011, quando siamo stati attaccati, la speculazione non è stata in grado di colpirci sulla moneta grazie all'euro. Purtroppo si è, però, sfogata sullo spread.
Nel nostro caso, non essendoci più quella valvola di sfogo della discesa della moneta che per l'Italia può essere solo vantaggiosa la speculazione infatti si è rivolta allo spread e la bufera si è scatenata sul debito. Tanto per essere chiari, se l'attacco viene rivolto alla moneta noi italiani ne traiamo un vantaggio, se, invece, come purtroppo è successo, si scatena sul debito, corriamo pericoli gravissimi perché ad un effetto negativo non abbiamo nulla da contrapporre per controbilanciare quell'effetto che ci penalizza.

Potendo riassumere e sintetizzare in una battuta: se accadesse a noi quanto sta succedendo al rublo a noi farebbe comodo. E così?
A noi farebbe molto comodo, se accadesse questo, perché non esportiamo materie prime, ma esportiamo prodotti.