Vertice Ecofin, Italia sorvegliata speciale
La BCE ha ammonito Roma sul fatto che «permangono rischi sul conseguimento degli obiettivi di deficit 2014». L'Ocse ha ricordato che il nostro paese è l'unico a registrare crescita negativa ininterrottamente fin da tutto il 2012. La Commissione UE ha denunciato che nello Stivale la produttività è rimasta ferma e l'efficienza degli investimenti è bassa. Domani i primi incontri economici comunitari
MILANO - Bce, Ocse e Commissione europea: alla vigilia di Eurogruppo e Ecofin da più parti giungono moniti e segnali di allerta sull'Italia. Su questioni che spaziano dai conti pubblici alla competitività, temi tradizionalmente portanti nelle riunioni che il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan si appresta a presiedere. Domattina a Milano gli incontri inizieranno a livello di area euro, per poi proseguire allargati a ministri e banchieri centrali di tutta l'Ue e continuare anche nella giornata di Sabato.
BCE, OBIETTIVI DEFICIT 2014 A RISCHIO - Al Consiglio Ecofin informale l'agenda può svilupparsi su diversi temi, tra cui la persistente controversia tra chi chiede più flessibilità nella gestione dei conti pubblici e chi invece vuole il mantenimento del massimo rigore. Certo non agevola la mediazione il fatto che la Bce, nel suo ultimo bollettino mensile, ammonisca proprio l'Italia - che ha la presidenza di turno dell'Unione - sul fatto che «permangono rischi sul conseguimento degli obiettivi di deficit 2014», pari al 2,6 per cento del Pil. «Specialmente a causa dell'andamento dell'economia peggiore del previsto». Per questo raccomanda all'Italia di «consolidare ulteriormente la posizione di bilancio», in modo da assicurare l'applicazione del Patto di Stabilità e di crescita riguardo alla riduzione del rapporto debito-Pil.
OCSE, SOLO ITALIA NON CRESCE DA 2012 - Proprio oggi i moniti della Bce hanno trovato indirettamente riscontro nei dati Ocse sulla crescita economica nelle maggiori economie globali. Se per la media del G20 si è verificata un accelerazione nel secondo trimestre, più 0,8 per cento, in un quadro nettamente disomogeneo l'Italia è invece tra i paesi ad aver subito una contrazione, meno 0,2 per cento del Pil. Ma soprattutto è l'unico tra quelli elencati che nel confronto su base annua abbia registrato valori negativi della crescita ininterrottamente fin da tutto il 2012.
COMMISSIONE, POCA PRODUTTIVITÀ ED EFFICIENZA - In questo quadro già non roseo sempre oggi si è aggiunto il rapporto della Commissione europea sulla competitività. La crisi economica che si trascina dal 2007 ha provocato la chiusura di quasi una azienda su cinque nel manifatturiero in Italia (-19%). I settori più colpiti sono stati farmaceutica, tessile, pellame e abbigliamento, mentre nella scheda sulla Penisola l'Ue rileva che l'auto è il settore in cui il potenziale produttivo resta più lontano dai livelli precrisi: 40 per cento in meno. Inoltre Bruxelles denuncia che in Italia la produttività è rimasta ferma anche mentre diminuiva il costo del lavoro. «Malgrado la notevole riduzione dei volumi di produzione, la produttività è rimasta sostanzialmente invariata, il che ha contribuito ad allargare ulteriormente il divario rispetto ai concorrenti più importanti. A causa dei modesti livelli di produttività, nel 2013 i costi unitari del lavoro sono aumentati del 3,9 per cento, nonostante l'aumento del costo orario del lavoro sia rallentato fino all'1,7 per cento». E questo riflette principalmente l'inefficienza nell'allocazione delle risorse. «Invero, il tasso di investimento dell'Italia è paragonabile a quello di altri paesi della zona euro, ma il suo livello di efficienza del capitale è inferiore e in diminuzione».
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